Stato e banca rappresentano due diverse strade, altrettanto sicure, per vincolare soldi e avere un rendimento soddisfacente. Fino a poco più di un anno fa erano solo investitori con un’ottica al 100% improntata alla prudenza a scegliere lo stato o la banca per vincolare soldi. In tanti, a causa dei rendimenti bassissimi che venivano offerti, preferivano restare liquiditi. Con l’arrivo dell’inflazione tenere liquidità in cassaforte o su conti correnti classici significa andare incontro ad una inesorabile perdita del proprio potere di acquisto. Di contro lo stato e le banche sono tornati a proporre rendimenti che sicuramente non battono l’inflazione ma quantomeno riducono la portata del suo effetto negativo.

Premesso questo e avendo a disposizione una somma di 15.000 euro libera per un orizzonte di 12 mesi, quanto si può pensare di guadagnare scegliendo lo Stato e quanto se invece si sceglie una banca?

Quando si parla di guadagno la variabile di cui tenere conto è il rendimento reale ossia quello che resta al netto dell’inflazione, della tassazione applicata e dalle commissioni previste.

Qualcuno potrebbe pensare che è inutile calcolare il rendimento reale offerto da banche e stato visto che la situazione di partenza è la stessa. Vero è che l’inflazione è sempre quella ma la tassazione non è uguale visto che per i suoi strumenti lo stato prevede una tassazione del 12,5% e che le banche sugli strumenti per vincolare liquidità subiscono invece la tassazione standard del 26%. E anche sulle commissioni tutto cambia a seconda dell’intermediario che si sceglie.

Vincolare 15.000 in banca significa ricorrere al conto deposito

banconote da 500 euro
Due soluzioni per vincolare 15.000 euro: con lo stato che dà BOT e BTP o con le banche che danno conti deposito?

La strada più semplice per vincolare 15.000 euro in banca è attraverso il conto deposito. Si tratta di un porto sicuro dove mettere i risparmi visto che scatta la protezione del Fondo Interbancario Tutela Depositi fino a 100.000 euro di deposito. Mentre i conti correnti almeno in Italia offrono niente, i conti deposito, da un anno a questa parte, hanno sempre registrato un progressivo incremento dei rendimenti offerti.

In alcuni casi i conti deposito sono agganciati ai conti correnti (e quindi si configurano come opzioni aggiuntive) mentre in alti sono strumento a sé stante del tutto sganciato dal conto corrente. Un esempio del primo caso è il conto Smart illimity con opzione deposito mentre un esempio della seconda tipologia è il conto deposito AideXa che non richiede di avere un conto corrente presso la stessa banca.

La struttura dei costi complessivi, inclusi commissioni e imposte, è molto simile ma solo il conto deposito fa fruttare i risparmi a zero rischio mentre il conto corrente (sempre a rischio basso) li fa erodere dall’inflazione. Il conto deposito non ha le stesse funzionalità del conto corrente e quindi non si possono effettuare movimenti regolari di denaro, nè è possibile prelevare all’ATM.

Detto questo se l’obiettivo è sapere quanto si può guadagnare con un conto deposito vincolando 15.000 per un periodo di 12 mesi, la cosa migliorare da fare è confrontare i migliori conti deposito a 12 mesi. Visto che il target è avere il profitto massimo, è inutile dire che le linee vincolate meglio si prestano a questo scopo visto che offrono un tasso di interesse più elevato rispetto alle linee svincolabili. Ad esempio con il conto deposito X Risparmio siamo su un rendimento lordo del 4,5% che si traduce in un netto del 3,33% (maggiori informazioni sul sito). Quindi vincolando 15.000 per 12 mesi si ottiene un profitto di circa 480 euro.

Le proposte competitive non mancano. Quello che è importante ricordare è che il conto deposito fa fruttare i risparmi in modo più efficiente rispetto a un conto corrente tradizionale.

E se invece si sceglie lo stato per vincolare 15.000 euro?

Alternativa alla banca per vincolare 15.000 euro per 12 mesi è lo stato. Ora lo stato non è una banca ma possiamo immaginare che lo sia perchè, come le banche, emette obbligazioni che prendono il nome di titoli di stato.

A differenza del conto deposito delle banche, i bond dello Stato godono di una tassazione più bassa e oltre hanno due canali di acquisto. Sia i BOT che i BTP (queste le principali obbligazioni che lo Stato usa per finanziare il suo debito) si possono comprare o in asta (dallo stato direttamente) oppure sul mercato secondario (ovvero da altri privati). Nel primo caso il rendimento è quello che scaturisce a seguito della domanda e dell’offerta mentre nel secondo caso di può conoscere al momento dell’acquisto sopra o sotto la pari.

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Da circa un anno i rendimenti dei BTP e quelli dei BOT sono in forte aumento e questo a seguito del rialzo dei tassi BCE. Non sappiamo fino a quando la luna di miele potrà durare (più informazioni su previsioni BOT 2023 e previsioni BTP 2023). L’asta BOT agosto 2024 ha esitato rendimenti in area 3,8% e anche quelli dei BTP continuano ad essere su livelli alti. Nel primo caso considerando un vincolo di 12 mesi (ma i BOT si possono vendere prima della scadenza) si ottiene un rendimento netto di circa 500 euro. I BOT sono più facilitati rispetto ai BTP perchè non hanno cedola.

Optando per i BTP è necessario andare a vedere quale è che scade tra 12 mesi (anche qui si possono vendere BTP prima della scadenza). C’è il Btp Tf 3,75% St24 Eur con cedola 3,75% che scade a settembre 2024 e propone un rendimento effettivo a scadenza netto del 3,25%. Vincolato 15.000 su questo BTP, quindi, si hanno come profitto circa 480 euro (ci sono poi i costi per comprare BTP e BOT da considerare che variano a seconda dell’intermediario).