Emessi per la prima volta negli anni Settanta i BOT sono titoli di debito pubblico italiano con scadenza a breve termine (3, 6 e 12 mesi). In pratica, rappresentano delle obbligazioni grazie alle quali lo Stato ottiene liquidità dai risparmiatori.

Investimenti a breve termine che permettono ai sottoscrittori dei BOT di ridurre considerevolmente i rischi ma, allo stesso tempo, anche i rendimenti. Prima di capire se conviene ancora investire i propri risparmi in questi titoli di Stato, vediamo, brevemente, come si calcola il rendimento BOT, come funziona l’asta pubblica per il loro acquisto, quali sono i vantaggi e gli svantaggi e le previsioni per questo 2023.

Rendimento BOT: come si calcola

Dove mettere i risparmi

I BOT sono titoli di credito al portatore, o d’ordine, e vengono venduti in grandi tranche, a intermediari finanziari come ad esempio le banche, per mezzo di un asta pubblica competitiva. Gli istituti bancari poi provvederanno e vendere i titoli ai risparmiatori i quali potranno sottoscriverli per un valore nominale minimo di 1000 euro o per multipli di questa cifra.
I buoni possono avere una durata di 3, 6, 12 mesi e alla scadenza i titolari potranno riscuotere il loro valore nominale. Nel caso dei BOT infatti il profitto è dato dalla differenza tra quanto pagato al momento dell’acquisto e il loro valore nominale. È proprio alla luce di tale caratteristica particolare che i BOT si configurano come zero coupon bond, in quanto l’imposta sugli interessi è prepagata al momento dell’acquisto.

In pratica, attraverso un semplice calcolo matematico, già al momento della sottoscrizione dei BOT è possibile conoscerne il loro rendimento.

Se ad esempio si possiede un BOT del valore nominale di 1000 euro, che è stato acquistato al prezzo di 997 euro, il guadagno netto sarà pari a 3 euro.

>>> Leggi qui per conoscere come calcolare il rendimento dei BOT (formula).

Asta BOT: come funziona

Come calcolare la giacenza media conto corrente

L’asta BOT viene effettuata presso la Banca d’Italia alla presenza di due funzionari: uno della stessa Banca e l’altro del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ciascun operatore abilitato può inviare, in maniera telematica, fino ad un massimo di tre richieste purché differenziate nel rendimento di almeno un centesimo di punto. La richiesta minima che può essere immessa nel sistema da parte di ciascun operatore è pari a 1,5 milioni di euro mentre quella massima non può superare il quantitativo offerto in asta.

Vengono, in prima battuta, soddisfatte le richieste che prevedono i rendimenti più bassi e poi, gradualmente, quelle con i rendimenti più alti, in ordine crescente.
Una volta conclusa l’aggiudicazione, ciascun intermediario finanziario ha l’obbligo di garantire ai risparmiatori che sottoscriveranno i BOT l’applicazione del prezzo medio ponderato che viene calcolato nel corso della stessa asta, all’interno di un range preciso.

Per conoscere quando si terranno le nuove emissioni di Buoni Ordinari del Tesoro, si può fare riferimento al nostro articolo aggiornato sulle prossime aste BOT. Nel post sono indicate anche le emissioni di nuove tranche.

BOT 2023: vantaggi e svantaggi

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un investimento in BOT nel 20223 Per valutare attentamente questo aspetto è consigliabile sempre analizzare quello che il contesto di riferimento ovvero il sentiment. Sicuramente le previsioni sull’andamento dell’economia italiana nel 2023 potranno suggerire se investire in BOT quest’anno presenta più vantaggi o più svantaggi.

Per questo motivo è necessario restare sintonizzati sui market mover più rappresentativi dello stato di salute dell’economia italiana a partire dal PIL. Da attenzionare anche l’andamento dell’inflazione. Rispetto agli anni scorsi, infatti, i prezzi al consumo sono ora in forte rialzo ed è proprio a causa di questo trend se, già a metà scorso anno, la BCE ha avviato una politica di forte rialzo dei tassi che, stando alle previsioni, dovrebbe proseguire per tutto inizio 2023.

Ad ogni modo ecco un rapido elenco dei pro e dei contro dei BOT 2023.

Tra i vantaggi ricordiamo:

  • una buona difesa del patrimonio in un momento in cui l’inflazione erode i risparmi degli italiani
  • un rendimento semplice da calcolare;
  • liquidità.

Tra gli svantaggi rientrano:

  • rendimenti decisamente più bassi rispetto a quelli garantiti dai titoli di medio e lungo termine (per approfondire si rimanda alla guida generale su quanto si guadagna con i BOT).
  • costi maggiori sul lungo periodo causati dai rinnovi alla scadenza.

Rendimento BOT 2023: previsioni

Nell’ultima asta BOT a 12 mesi di dicembre, è stato strappato un rendimento medio ponderato del 2,669%, una percentuale che equivale ad un prezzo di aggiudicazione di 97,36. Il dato sul rendimento è stato leggermente inferiore a quello delle emissioni precedenti pur restando su livelli sempre molto alti.

Se facciamo un confronto tra il rendimento dell’ultima asta BOT di dicembre 2022 con quello strappato dall’ultima emissione del 2021 (ISIN: IT0005472953), possiamo renderci conto come non ci sia proprio partita. Un anno fa, il BOT a 12 mesi rendeva -0,467% con un prezzo di aggiudicazione pari a 100,476. Era quella l’era dei BOT a rendimento nullo o addirittura negativo. Sembra passata un’eternità da allora ma solo perchè “in mezzo” ci sono il boom dell’inflazione e soprattutto la decisione della BCE di alzare ripetutamente i tassi in modo tale da normalizzare la politica monetaria dopo anni di espansione.

Insomma il 2021 è stato l’anno dei rendimenti negativi dei BOT (addirittura il rosso è stato più intendo rispetto a quello dell’anno precedente) mentre nel 2022 il rendimento dei Buoni Ordinari del Tesoro è tornato a salire e con esso l’interesse dei risparmiatori verso questo titolo.

E nel nuovo anno cosa accadrà? Quali sono le previsioni sui rendimenti BOT 2023? Se il quadro dovesse restare quello attuale, è scontato che, perlomeno nella prima parte dell’anno, i rendimenti del 12 mesi in asta siano destinati ad essere superiori al 2%. Un ammontare che sicuramente non protegge di una inflazione che in Italia è a doppia cifra ma che rappresenta una buona remunerazione per chi volesse parcheggiare liquidità (ottenendo sicuramente più del conto corrente) in attesa che torni l’appeal degli asset più speculativi.

Quindi le previsioni sul rendimento dei BOT nel 2023 restano positive fino a quando la BCE non attenuerà la sua attuale politica monetaria aggressiva.

In linea con quello che è emerso negli ultimi mesi del 2022, è possibile che il rendimento dei Buoni Ordinari del Tesoro in asta possa essere smussato rispetto ai record dell’autunno. Questo è un segnale circa un possibile cambio di direzione futuro.

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A questi rendimenti investire risparmi in BOT 2023 conviene?

Sicuramente si. Del resto se investire i risparmi in BOT conveniva anche quando i rendimenti non erano chissà che (in virtù della questione parcheggio temporaneo di liquidità), figuriamoci adesso!

Ma perché i risparmiatori preferiscono investire in BOT piuttosto che parcheggiare la loro liquidità in conti deposito?

Perché i conti deposito prevedono il pagamento di commissioni considerevoli. Non solo ma il rendimento garantito dai BOT su somme tenute ferme per periodi di tempo comunque brevi (6 mesi, massimo un anno) è più alto rispetto a quello a quello garantito, per la stessa scadenza, dai conti deposito. Questi ultimi sono remunerativi (scopri qui i migliori conti deposito) ma solo se si va su durate lunghe (sulle quali non c’è copertura da parte dei BOT).

Chi volesse considerare la possibilità di investire in Buoni Ordinari del Tesoro, potrebbe trovare molto utile il nostro calendario aste BOT 2023.