Non ci saranno grandissime novità sul fronte pensioni, ma il nuovo governo sta lavorando ad alcune ipotesi sotto l’aspetto previdenziale, per rispondere a certe esigenze di programma: tra queste spicca Quota 41 con limite anagrafico e anche una sorta di Opzione Uomo, che fa da contraltare a Opzione Donna, ma che in verità sembra anche l’ipotesi più remota. Andiamo con ordine e analizziamo brevemente le ipotesi sul tavolo di discussione.

Quota 41 con limite di età: le ultimissime

Quota 41 è sempre stata una opzione pensionistica sulla bocca del centrodestra, in particolare su quella della Lega, che ha spinto e continua a spingere su questo fronte. Tuttavia, visto il notevole impatto di questa misura, si sta ragionando su come renderla meno pesante sotto l’aspetto dei costi.

Da qui l’ipotesi di una Quota 41 con soglia anagrafica, che prevedrebbe l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi, ma con almeno 60 o 61 anni di età, dunque una soluzione simile a una Quota 101 o Quota 102.

Con Quota 102, ad esempio, si va in pensione con 38 anni di contributi e 64 anni di età. Con una Quota 41 concepita come scritto sopra, si alzerebbe la soglia contributiva e si ridurrebbe il limite anagrafico.

Pensioni ultime notizie: cos’è Opzione Uomo?

Si sta parlando anche di Opzione Uomo, ovvero il contraltare maschile di Opzione Donna, che prevede la possibilità di uscire in anticipo, ma con l’assegno ridotto. Un’ipotesi che però non convince affatto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

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A pesare, anche lo scarso appeal della misura, che tra le donne ha convinto solo il 25% della platea, e che tra gli uomini potrebbe convincerne anche di meno. La perdita sull’assegno, infatti, sarebbe piuttosto notevole, visto che si parla di un -30% rispetto all’uscita ordinaria, con un minimo di perdita stimato del -13%, a causa del minore quantitativo di contributi versati.

Spesa pensionistica in aumento

In ogni caso, è ormai evidente che qualsiasi governo salga, di qualsiasi colore sia, risulta molto difficile muoversi liberamente come vorrebbero i propri programmi elettorali. La spesa pensionistica nel 2022 in Italia ammonta a 297,3 miliardi di euro: la cifra è destinata salire nei prossimi anni, arrivando a 320,8 miliardi nel 2023 e a 338,3 miliardi nel 2024, finendo per raggiungere quota 349,8 miliardi nel 2025. Come riportato da MilanoFinanza, un salto così in avanti (50 miliardi in soli 3 anni) finora era stato realizzato solo in un decennio.