La Legge di Bilancio ha confermato la misura Opzione Donna anche per il 2021, misura che consente alle lavoratrici di andare in pensione in via anticipata. Se sei interessato all’argomento, scopriamo insieme in cosa consiste e come funziona.

Opzione donna: cos’è e requisiti

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Opzione Donna sarà prorogata fino al 31 dicembre 2021, e a meno che non sia resa strutturale, potrebbe trattarsi probabilmente dell’ultima volta (dal 1° gennaio 2022 dovrebbe entrare in vigore una riforma del sistema pensionistico generale, ma per ora è ancora presto parlarne). Opzione Donna è un trattamento pensionistico che viene riconosciuto ed erogato a fronte di una domanda presentata dalle lavoratrici dipendenti ed autonome che siano in possesso di determinati requisiti. Nello specifico la bozza della Legge di Bilancio prevede che le domande per poter accedere a questo beneficio siano presentate entro il 28 febbraio 2021.

Un punto molto importante riguarda il fatto che possono presentare la richiesta per questa misura solo le lavoratrici che scelgono il sistema di calcolo contributivo della pensione, elemento che si traduce ovviamente in una decurtazione dell’assegno pensionistico.

Requisiti per poter accedere ad Opzione Donna

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I requisiti per poter accedere a questo trattamento pensionistico, previsti dalla proroga per il prossimo anno, devono essere in possesso delle lavoratrici, autonome e private che vorranno aderirivi, entro il 31 dicembre 2020. In tal modo, si ottiene un ampliamento della platea di lavoratrici che potranno andare in pensione anticipatamente facendo rientrare:

  • lavoratrici del settore privato nate tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1962;
  • lavoratrici autonome nate tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1961.

Un’ulteriore precisazione che dobbiamo fare, riguarda l’insieme dei requisiti che devono essere in possesso alla data di scadenza del termine sopra indicato, e precisamente:

  • la lavoratrice dipendente deve aver raggiunto i 58 anni di età;
  • la lavoratrice autonoma deve aver raggiunto i 59 anni di età;
  • è necessario che entrambe le tipologie di lavoratrici siano in possesso di 35 anni di contribuzione;
  • per le lavoratrici dipendenti deve avvenire anche la cessazione del rapporto di lavoro.

Per quanto riguarda invece le modalità di erogazione del trattamento, bisogna evidenziare che non è automatico il pagamento del primo rateo di pensione già a partire dall’anno successivo all’accoglimento della domanda; ciò dipende infatti sia dal tipo di lavoro svolto sia dal momento in cui maturano i requisiti per accedere al trattamento. Si utilizza un fatto un sistema detto “finestra mobile“, vale a dire il periodo di tempo che intercorre tra il raggiungimento del diritto e il percepimento dell’assegno, che è di 12 mesi per le lavoratrici private e di 18 per quelle autonome.

Come presentare la domanda

opzione donna domanda

Le procedure per richiedere il riconoscimento di questo trattamento sono diverse. La prima opzione a disposizione delle lavoratrici è quella di presentare la domanda direttamente online, tramite il sito dell’INPS, avendo a disposizione il PIN dispositivo (ma se non lo hai già questo sistema non è più consentito e comunque sarà “pensionato” a breve) o effettuando l’autenticazione tramite SPID. In alternativa, le donne potranno effettuare la richiesta telefonicamente all’INPS contattando
lo 803 164 da rete fissa, oppure il numero 06 164 164 da cellulare; infine, l’ultima possibilità è quella di rivolgersi a un ente di patronato, un CAF o un intermediario abilitato INPS.

Simulazione calcolo pensione opzione donna 2020

simulazione calcolo pensione

Come abbiamo modo di specificare più volte, Opzione donna rappresenta a tutti gli effetti una forma di pensione anticipata e pertanto si caratterizza per una decurtazione dell’importo che percepirai rispetto a quello ottenuto andando in pensione in modalità normale, ossia con pensione di vecchiaia o pensione di anzianità ordinaria. Volendo sintetizzare, possiamo affermare che mediamente la decurtazione dell’assegno pensionistico è pari all’incirca al 20-30% del sistema pensionistico misto (che sarebbe quello applicato a queste lavoratrici, in quanto viene applicato in toto il sistema di calcolo contributivo).

Prima di passare ad un esempio pratico, possiamo elencare quali sono i fattori che determinano la variabilità dell’importo percepito, tra i quali avremo:

  • l’età della lavoratrice;
  • la carriera avuta nel corso degli anni e l’eventuale posizione manageriale ricoperta;
  • il livello retributivo raggiunto all’atto della presentazione della domanda;
  • l’anzianità contributiva.

Per rendere più semplice il concetto, formuliamo di seguito un esempio pratico, prendendo in considerazione una donna nata il 10 luglio del 1958, quindi di 62 anni, che lavora come dipendente privata dal settembre 1982 e che decida di anticipare l’uscita per pensione a questa età e che abbia riscattato il corso di laurea pari a 4 anni. Aderendo a Opzione donna, il calcolo della sua pensione verrà eseguito interamente con il sistema contributivo e non più con quello misto, previsto per i suoi requisiti.

Effettuando un calcolo sulla base del suo ultimo livello retributivo, l’importo della sua pensione calcolata se fosse uscita al raggiungimento degli ordinari requisiti, sarebbe stato orientativamente di € 30.000 annui; aderendo a questo trattamento previdenziale l’importo scende invece a poco più di € 21.000. Sul piatto della bilancia dovrà quindi mettere la perdita di circa € 9000 all’anno come pensione con l’uscita anticipata dal mondo del lavoro di 5 annui. Per l’INPS l’eventuale adesione al trattamento si tradurrà in un risparmio notevole nel corso degli anni per i trattamenti pensionistici.