Il Tesoro ha annunciato ieri che nel prossimo futuro verrà emesso un nuovo BTP Green a 8 anni. Il titolo ha scadenza 2031 e sarà finalizzato al finanziamento delle spese ambientalmente sostenibili.

L’emissione verde avverrà attraverso collocamento sindacato e sarà effettuata non appena ci saranno le giuste esigenze di mercato. La formula è quella solita e solo chi non ha esperienza con i titoli di stato può pensare che si prospettino tempi lunghi per l’emissione. In realtà, però, lo storico insegna che quando il MEF utilizza le parole “la transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato“, il collocamento avviene di lì a breve.

La decisione di emettere un nuovo BTP Green non è stata una sorpresa. In occasione della presentazione del programma emissioni 2023, era stato proprio Davide Iacovoni, direttore del debito pubblico italiano, ad affermare che il 2023 sarebbe l’anno della sostenibilità e quindi del BTP Green. Un modo indiretto per dire che una nuova emissione ci sarebbe stata.

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Già assegnati tutti i ruoli previsti per operazioni di tipo sindacato. Saranno Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Bnp Paribas,BofA Securities Europe, Crédit Agricole e Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese ad occuparsi dell’emissione.

Il fatto che il collocamento è sindacato sta a significare che al momento dell’emissione, il nuovo BTP Green 2031 non sarà disponibile per i risparmiatori retail. Questo non significa che i semplici investitori non potranno mai comprare il titolo verde. Potranno infatti farlo quando il nuovo BTP approverà sul mercato secondario (MOT di Borsa Italiana).

Chiarito questo aspetto, la domanda non può che riguardare la convenienza. Visto che che la caratteristiche dell’emissione verde sono già note, è normale chiedersi se il nuovo BTP Green a 8 anni conviene o sarà meglio snobbarlo quando arriverà sul mercato secondario.

Nuovo BTP Green: a cosa è finalizzato

La prima questione di cui tenere conto quando si parla di convenienza è la finalizzazione dell’emissione. Stiamo parlando della macro categoria delle obbligazioni sostenibili, sotto categoria titoli di stato.

Le finalità sono sempre le stesse e infatti il comunicato del MEF fa riferimento a 6 categorie che assorbiranno i proventi dell’emissione:

  • fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica;
  • efficienza energetica;
  • trasporti;
  • prevenzione e controllo dell’inquinamento ed energia circolare;
  • tutela dell’ambiente e della diversità biologica;
  • ricerca

Le stesse sei categorie delle precedenti emissioni di BTP Green.

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Nuovo BTP Green 2031 sarà conveniente?

Per loro struttura, i BTP Green presentano a prescindere delle caratteristiche che li rendono convenienti. I precedenti storici sono incoraggianti. Proprio il BTP Green scadenza 2035 che abbiamo linkato in precedenza, vanta una cedola annua lorda del 4%. Neppure un mese fa, precisamente il 14 marzo, il Tesoro aveva completato l’emissione della quarta tranche per per un ammontare pari a 2 miliardi di euro. Ottima la risposta del mercato con l’ammontare che raggiuse il massimo della forchetta che era stata indicata in precedenza dal ministero dell’Economia.

Strutturalmente i BTP Green sono titoli a medio-lungo termine e vantano le stesse caratteristiche degli altri Buoni del Tesoro Poliennali. Di conseguenza garantiscono un reddito fisso stabilito dalla cedola che viene pagata ogni 6 mesi e il rimborso del valore nominale alla scadenza del titolo.

Il fatto che, dopo lo sbarco sul MOT, sono consentite operazioni dal taglio minimo di 1.000 euro, rende l’acquisto alla portata di tutti. Considerando la copertura dello stato, anche i BTP Green sono un porto da considerare dove mettere i risparmi senza rischi.

C’è poi la questione etica che nel caso di un titolo così orientato come sono BTP Green non è secondaria. I titoli verdi sono conformi ai criteri enunciati nel “Quadro di riferimento per l’emissione del titoli di Stato Green” pubblicato nel febbraio 2021 in cui vengono descritti i 6 obiettivi ambientali, così come delineati dalla Tassonomia europea delle attività sostenibili e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite. Tali target vengono raggiunti con specifiche spese nel bilancio dello Stato.

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