Lunedì 6 marzo alle ore 9 prende il via l’emissione del BTP Italia marzo 2028 (ISIN IT0005532715). Mancano quindi poche ore e tra i potenziali sottoscrittori il dibattito sulla convenienza dell’investimento. A voler essere precisi gli scambi di opinioni tra i risparmiatori si sono intensificati dopo che ieri il MEF ha reso noto l’ammontare della cedola minima garantita fissandolo nel 2%.

Essendo nota la cedola, il ventaglio di domande che ripetutamente vengono posto nei gruppi Telegram e Facebook frequentati dagli investitori è molto ampio.

Non si tratta più solo di provare a capire se il BTP Italia conviene ma se la cedola del 2% è buona o si poteva sperare in qualcosa di più.

In questo articolo proveremo a fare un bilancio del sentiment che si respira tra gli investitori in vista dell’avvio del collocamento.

Le formule delle domande sono eterogenee:

  • BTP Italia conviene investire
  • comprare BTP Italia conviene
  • cedola BTP Italia 2% è buona

Il riferimento è sempre e solo lui: il BTP Italia marzo 2028. Questa è la denominazione corretta ma, come abbiamo potuto rilevare avendo seguito fin da principio l’argomento, spesso gli investitori parlano di nuova emissione BTP Italia o nuovo BTP Italia 2023. Al di là delle espressioni il tema è sempre lo stesso.

BTP Italia marzo 2028: i parametri capire se conviene investire

Per stabilire se conviene investire nel nuovo BTP Italia, è necessario considerare questi tre parametri:

  • cedola minima garantita: 2%
  • indice FOI iniziale: 118,24194
  • inflazione Italia a febbraio 2023: 9,2% (oltre il consensus)

I primi due sono gli elementi che caratterizzano il BTP Italia marzo 2028 nello specifico (ci sono poi tutti i vantaggi e gli svantaggi che riguardano il titolo in generale). Il terzo è un dato macro fondamentale per poter comprare se conviene investire nel nuovo BTP Italia.

BTP Italia marzo 2028 conviene? Raffronto con il BTP a 5 anni classico

La redazione di RisparmiOggi è fatta da investitori e come tutti gli amici che investono e che stanno valutando il nuovo BTP Italia, la nostra prima reazione è stata: “vediamo un pò quale è la differenza di rendimento tra il nuovo titolo e il BTP 5 a anni tradizionale”.

Ahi ahi.

Se bisogna fare questo paragone, non c’è quasi partita. Il BTP a 5 anni con cedola fissa (IT0005433690) ha un rendimento lordo superiore al 4,1%.

C’è però l’inflazione da considerare ed è palese che, alla fine, sarà l’andamento dei prezzi ad essere determinante.

Se l’inflazione media dei prossimi 5 anni è pari o superiore al 2,1% (4,1% – 2% cedola minima BTP Italia), allora investire nel nuovo BTP Italia conviene. Se è più bassa, no.

Inutile fare giri di parole perchè è attorno a questa “scommessa” che si gioca tutto.

Tuttavia tale raffronto sta in piedi senza fare valutazioni di tipo fiscale visto che il BTP a cedola fissa a 5 anni oggi quota a 83.

Il bivio è quindi così sintetizzabile: avere il 4,1% lordo nominale o il 2% lordo reale.

Cedola 2% BTP Italia marzo 2028 è conveniente?

Non appena ieri il MEF ha reso noto l’ammontare della cedola, subito si è scatenato il dibattito tra gli investitori: quel 2% di cedola minima garantita è buono? Tanto per iniziare si tratta di un dato di partenza e noi francamente non ce la sentiamo di escludere che quella definitiva possa essere più alta. Ma tant’è: è a questo 2% che dobbiamo fare riferimento.

Diciamo che il Tesoro è andato leggermente su il minimo sindacale. Impensabile riproporre l’1,6% della precedente emissione del BTP Italia (a 5 anni anche quella) ma era difficile ipotizzare che il MEF si potesse fermare all’1,9%.

Per molti potenziali sottoscrittori, quindi, quel 2% è buono. Ovviamente chi non se la sente di investire su un titolo legato all’inflazione, può scegliere a occhi chiusi: meglio il BTP a 5 anni cedola fissa.

Dal nostro punto di vista, vero è che sarebbe stato uno spettacolo se il Tesoro fosse già arrivato al 2,1% con la minima garantita, tuttavia il 2% è comunque una buona base di partenza.

Detto questo, la cedola del 2% sarà buona e conveniente solo se la parte legata all’inflazione darà soddisfazioni.

Se l’inflazione dovesse restare alta, allora il BTP Italia marzo 2028 sarebbe un ottimo strumento per proteggersi dall’inflazione. Attenzione perchè proteggersi non è che significa guadagnare e questo deve essere chiaro. Proteggendosi il proprio capitale nominale vale di più ma non è che in portafoglio ci sono più soldi (per avere quelli serve puntare – con un profilo di rischio maggiore – su altri strumenti di investimento come i migliori ETF 2023.

Cedola 2% e rivalutazione: un aspetto non secondario

Come indicato nella scheda informativa del BTP marzo 2028, la cedola sarà oggetto di rivalutazione assieme al capitale.

Cosa significa questo?

In pratica scatta la rivalutazione in occasione del primo stacco della cedola calendarizzato per settembre solo se l’inflazione annuale a luglio sarà maggiore del 5,3% (indice FOI di riferimento per settembre sarà quello di metà luglio). Ora a luglio di un anno fa, l’indice FOI fu pari al 112,30. Considerando il FOI di inizio semestre solo se l’inflazione italiana dovesse essere più alta del 5,3% ci sarebbe un valore più alto.

Ora, come detto prima, a febbraio l’inflazione in Italia è stata del 9,2%. Molti hanno messo in evidenza che comunque è calata, noi ricordiamo che è stata superiore al consensus. Tutto lascia intendere che per i prossimi mesi l’inflazione sarà alta.

Alta ma quanto? Non a sufficienza per far scattare una rivalutazione importante del capitale. Ad esempio se dovesse essere in area 7%, ci sarebbe una rivalutazione in area 1,5% per il calcolo della cedola del BTP Italia.

I numeri sono interessanti ma non brillanti. E si torna al punto di partenza: maxi guadagni non ve ne sono ma il BTP Italia è un’alternativa da considerare nell’ambito della diversificazione dei risparmi.

BTP Italia marzo 2028 conviene? Opinioni finali

Sono tantissime le opinioni che in queste ore circola sul nuovo BTP Italia. Il giudizio è tendenzialmente favorevole. Almeno per i primi anni le cedole saranno belle e poi sarà tutto da vedere. In linea di principio dovrebbe investire solo chi è sicuro che quella somma impiegata non gli sarà necessaria nei prossimi 5 anni (accaparrandosi così anche il premio fedeltà).

Non ci sono dubbio che sul secondario andrà sotto 100 ma per conservare il capitale è comunque una buona soluzione.

I rischi sono gli stessi del BTP tradizionale alla fine ossia rischio di credito (rischio Italia) e rischio duration.

Tutte le opinioni dei potenziali sottoscrittori sono concordi nel ritenere che a fare la differenza alla fine sarò l’inflazione. Come detto in precedenza è lì che si poggia tutto. In fin dei conti si tratta di capire se l’inflazione possa a no sgonfiarsi al 2% nei prossimi 5 anni.

Concludiamo con una nota di economia: nei periodi in cui l’inflazione è stata sui alti livelli, la fase di rientro è avvenuta sempre a doppia intensità: all’inizio c’è stato un ribasso palese e forte ma poi il ritmo è calato e alla fine sono sempre stati necessari molti anni per far rientrare l’inflazione.

Il punto è che, secondo alcuni analisti, siamo appena ai primi segnali della fase 1….

Altre risorse sul BTP Italia marzo 2028 e il BTP Italia in generale

Concludiamo segnalando una serie di altre risorse utili sul tema: