La notizia è nota: Enel è tornata sul mercato obbligazionario collocando nuovi bond sostenibili per 1,5 miliardi di euro che sono stati accolti molto favorevolmente dal mercato con una domanda pari a circa 4 miliardi vale a dire oltre 3 volte il quantitativo offerto. Ma c’è di più: tantissime richieste di sottoscrizione sono giunte dagli investitori socialmente responsabili (SRI) e questo alto tasso di partecipazione certifica ulteriormente il successo della nuova emissione di febbraio.

Prima di cercare di comprendere quali sono stati i motivi alla base di una simile risposta da parte degli istituzionali, forniamo, brevemente, la solita carta di identità della nuova emissione.

Bond Enel sostenibile in due tranche: le caratteristiche

Come riportato nella pagina di riferimento sulle nuove obbligazioni Enel, l’ultima emissione del colosso del colosso elettrico era avvenuta a gennaio e aveva visto come protagonista un bond ibrido e perpetuo. Con il collocamento di ieri l’altro, la lista dei collocamenti del debito Enel si allunga.

La nuova emissione si è articolata in due tranche di importo pari a 750 milioni di euro ciascuna per complessivi 1,5 miliardi di euro. 

La prima tranche ha scadenza 20 febbraio 2031 ed è indentificata dal codice ISIN XS2589260723. La seconda tranche ha invece scadenza 20 febbraio 2043 e codice ISIN XS2589260996. Come si può dedurre dalle date di scadenza, quindi, parliamo di obbligazioni che hanno una durata completamente diversa tra loro: 8 anni la prima e ben 20 la seconda.

Come sempre avviene quando c’è una risposta forte da parte del mercato, grazie all’ottima domanda, l’emittente (Enel Financial International) ha potuto rivedere al ribasso il rendimento rispetto al livello indicato nella guidance fornita prima dell’emissione.

Se per la prima tranche le attese erano per un rendimento in area +145 punti base sul tasso midswap ossia attorno al 4,37%, alla fine il prezzo di emissione strappato è stato pari a 98,877 centesimi con una cedola del 4% che implica un rendimento del 4,168%. C’è una bella differenza tra il 4,37% atteso e il 4,168% ottenuto.

Discorso molto simile per la seconda tranche (quella a 20 anni). In questo caso le attese erano per +215 punti base sul tasso midswap, vale a dire attorno al 4,90%, ma alla fine è stato esitato un prezzo emissione a 97,669 centesimi, una cedola del 4,5% e quindi rendimento effettivo a scadenza del 4,682%.

Il collocamento delle obbligazioni sostenibili di Enel è stato curato da Banca Akros, BBVA, BNP Paribas, BPER, Credit Agricole, Caixabank, Citi, Commerzbank, Goldman Sachs, Intesa Sanpaolo, ING, JP Morgan, Mediobanca, Morgan Stanley, Natixis, Santander, Société Générale e Unicredit in qualità di bookrunners. 

La quotazione del bond sarà ora effettuata sul listino Euronext Dublin.

Fin qui i dettagli tecnici. Vediamo ora di capire perchè mai anche questa emissione di sustainability linked bonds Enel ha avuto così tanto successo.

Perchè le obbligazioni sostenibili Enel fanno gola

Ci sono varie ragioni alla base del successo dell’emissione sostenibile in due tranche effettuata da Enel nei giorni scorsi.

Tanto per iniziare va premesso che la forte domanda non ha stupito nessuno in quanto era data per scontata. Va inoltre evidenziato che il taglio minimo di sottoscrizione, ben 100.000 euro, ha di fatto escluso gli investitori “normali” dal collocamento e infatti l’emissione era riservata solo agli istituzionali.

C’è poi il risvolto etico: come tutte le obbligazioni sostenibili anche quelle emessa questa settimana da Enel sono legate agli obiettivi di sostenibilità ambientale (ESG). Nel caso in cui tali target non dovessero essere raggiunti, scatterebbe in automatico un aumento della cedola fissa dello 0,25% per ogni evento di step up. Quindi se Enel non dovesse aggiungere il risultati che si è prefissata, dovrebbe pagare cedole più corpose ai sottoscrittori dei suoi bond.

Questo meccanismo, però, non è nulla di diverso da tutte le altre obbligazioni dello stesso tipo. Qualcosa di nuovo però c’è. Se nel caso della tranche a 20 anni l’obiettivo che Enel si è prefissato è quello, ambizioso, della completa decarbonizzazione con taglio delle emissioni, pe quello che riguarda la prima tranche, per la prima volta, l’obiettivo è stato legato al KPI della tassonomia UE con un KPI delle Nazioni Unite. Questa potrebbe essere una novità che ha attratto gli investitori.

E infatti  Alberto De Paoli, CFO di Enel, ha affermato che i nuovi bond sono una grande novità visto che per la prima volta è stato creato “un collegamento tra tassonomia dell’Ue e SDG 13 delle Nazioni Unite sulla lotta contro il cambiamento climatico”.

I rating poi non sono affatto male con:

  • BBB+ per S&P
  • BBB+ per Fitch
  • Baa1 per Moody’s

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E ovviamente, poi, tra i motivi del forte appeal della nuova emissione non va tralasciata l’ottima cedola offerta.

Curiosità: come detto nel paragrafo, ora le obbligazioni green emesse da Enel verranno quotate sulla borsa di Dublino. Ebbene sul secondario potranno essere comprate solo da investitori super-specialisti con almeno 500.000 euro di liquidità disponibile oppure investita in altri asset e che possono vantare approfondite conoscenze finanziarie.