Oramai quando si affronta l’argomento investimenti più redditizi, il riferimento va subito ai titoli di stato italiani. La corsa dei rendimenti provocata dal ripetuto rialzo dei tassi deciso dalla BCE, ha in effetti reso molto attraenti molti BTP. Il 4% sembra essere diventato l’orizzonte massimo a cui gli investitori, attenti in modo quasi ossessivo alla sicurezza e poco propensi al rischio, possono tendere.

In realtà, come giustamente ci hanno fatto notare alcuni lettori, se si alza anche leggermente l’asticella del rischio, si possono trovare rendimenti molto più attraenti. Dinanzi a questa affermazione in tanti potrebbero pensare subito ad altre classi di attivi come ad esempio alcuni ETF che, in effetti, vantano rendimenti molto alti da inizio anno. In realtà rendimenti e cedole più consistenti di quelli dei BTP si possono trovare restando sempre nello stesso campo: quello delle obbligazioni. Quindi, fondamentalmente, restiamo nella stessa asset-class solo che passiamo dai titoli di stato ad alcune obbligazioni societarie che sono molto remunerative.

Tra le obbligazioni ibride, cedole molto più alte dei BTP

banconote Euro di taglio alto
Le cedole dei BTP vengono stracciate da quelle di alcune obbligazioni ibride perpetue

Le cedole offerte recentemente dai titoli di stato italiani di nuova emissione sono visibili consultando le varie schede catalogate nella pagina sulle prossime aste BTP (salvatela tra i preferiti). Ci sono delle differenze ma, ad ogni modo, si può definire un certo range. La forchetta è comunque più bassa di quella riferibile alle obbligazioni ibride.

Tra queste ultime è possibile trovare emissioni con cedola dell’8% e anche di oltre il 9%. Si potrebbe ora pensare che comunque flussi cedolari simili facciano riferimento ad emissioni estere e invece no perchè come vedremo nel prossimo paragrafo ci sono anche bond ibridi italiani che offrono una cedola che straccia il rendimento dei BTP.

Certo non va tralasciato il fatto che, alla fine, i conti si fanno con il profitto netto e non con il lordo. In questo gli ibridi, in quanto obbligazioni societarie, sono svantaggiati rispetto ai titoli di stato visto che la loro tassazione è del 26% contro il 12,5% della tassazione BTP (detta appunto di vantaggio).

Anche il profilo di rischio è differenze visto che non c’è nulla di più sicuro dei titoli di stato. Per limare questo limite faremo riferimento solo ad obbligazioni ibride emesse da società molto solide lasciando quelle di emittenti a rating più basso (che offrono comunque una cedola ancora più alta).

Leggi la nostra analisi di inizio anno >>> Obbligazioni societarie o BTP nel 2023? Come scegliere i migliori bond corporate

Cosa sono le obbligazioni societarie ibride in sintesi

Stiamo parlando di una classe di attivi che potrebbe essere pota agli amici lettori e quindi vale la pena spendere due parole per presentarla per bene. Spieghiamo rapidamente cosa sono questi bond ibridi che rendono oltre l’8% stracciando il 4% dei BTP.

Tecnicamente le ibride sono obbligazioni che si pongono sul livelli più in basso nella struttura del capitale alle spalle delle super-diffuse obbligazioni senior e prima dell’equity. Volendo fare un parallelismo si tratta di bond che sono molto simili agli AT1 bancari (come quelli emessi recentemente da Intesa Sanpaolo) ma che presentano tratti specifici a partire dalla scadenza molto lunga (spesso anche oltre i 50 anni) e che possono essere richiamate dall’emittente dopo 5 anni dall’emissione. Senza il richiamo, che non è obbligatorio, è previsto che scatti la cosiddetta clausola di step-up che porta ad un incremento della cedola riconosciuta agli obbligazionisti.

Tutto molto interessante ma non bisogna tralasciare i rischi delle obbligazioni ibride a partire da quello reputazionale connesso al possibile mancato finanziamento degli emittenti mediante uno strumento che non ha impatto sulla sulla leva finanziaria.

Le 3 obbligazioni ibride che hanno una cedola molto più alta del rendimento BTP

Le previsioni sui rendimenti BTP 2023 vedono per i prossimi mesi una fase di assestamento. Niente più aumenti, quindi. Per questo motivo si può affermare che l’attuale profitto sia il massimo che si possa ottenere inserendo questa asset-class in portafoglio.

Il 4% dei BTP è molto più basso di quello che rendono alcune obbligazioni ibride molto golose. Ad esempio ci sono due obbligazioni perpetue ibride Enel che hanno cedola del 6,375% (il bond identificato dall’ISIN XS2576550086) e del 6,625% (bond identificato dall’ISIN XS2576550243). Le due obbligazioni potranno essere richiamate dall’emittente (prima data utile) il 16 aprile 2028 e il 16 aprile 2031. Manca quindi ancora un bel pò rispetto alle due date calde e fino ad allora chi le ha sottoscritte può garantirsi una bella rendita costante.

Se si allarga lo sguardo all’Europa si possono rintracciare bond ibridi con cedole ancora più alte. Ad esempio ci sono le obbligazioni Vodafone scadenza 2086 con cedola dell’8% identificate dall’ISIN XS2630493570. Queste obbligazioni sono state emesse a maggio 2023 e hanno la prima data utile per il richiamo fissata per giorno 30 maggio 2031.

E per finire ci sono le obbligazioni perpetue di EDF identificate dall’ISIN US28504KAA51 che staccano una cedola del 9,125% e hanno come prima data utile per il rimborso il 15 marzo 2033.