Negli Stati Uniti tornano le indiscrezioni sulla possibile IPO di Shein, l’e-commerce cinese specializzato nel segmento low-cost. Stando ai rumors il procedimento che conduce alla quotazione di Shein in borsa dovrebbe avere inizio nel secondo semestre 2023. Il condizionale è d’obbligo visto che già nel 2020 Shein aveva provato a quotarsi tramite IPO ma il tentativo era fallito. Inoltre le condizioni di mercato del nuovo anno continuano ad essere molto incerte e anche questo potrebbe essere un’ostacolo sulla strada dell’IPO.

E infatti se è vero che i rumors sulla quotazione di Shein non mancano, è altrettanto vero che la società di fatto nega tutto. Difficile dire dove sia la verità. Probabilmente qualche dossier aperto ai piani alti dell’e-tailer cinese ci potrebbe essere ma, ad oggi, una eventuale operazione non compare nell’elenco delle migliori IPO 2023.

IPO Shein: sono in corso colloqui con le banche?

Ragioniamo per ipotesi. Se l’IPO Shein dovesse esserci, avremmo a che fare con una delle più grandi operazioni di questo tipo a livello mondiale. I rumors affermano che, oramai da mesi, sarebbero in corso colloqui ai vertici tra il management del colosso cinese dell’e-commerce e rappresentanti di importanti banche d’affari. Da Shein si smentisce tutto forse perchè si preferisce restare abbottonati dopo il fosco precedente del 2020. Allora il tentativo di quotazione di Shein a Wall Street fallì a causa delle forti tensioni tra la Cina e gli Usa. Oggi il clima tra le due superpotenze è meno aspro ma sicuramente non ci può dire che ci sia un rapporto sereno.

E del resto nella Repubblica Popolare sono state introdotte tutta una serie di norme stringenti sulla quotazione delle aziende cinesi all’estero. Una normativa talmente rigorosa che nel 2022 c’è stata una raccolta di appena 230 milioni di dollari da IPO di società cinesi all’estero quando solo nell’anno precedente si ipotizzava un dato pari a 13 miliardi di dollari. Vero è che il mercato delle IPO nel 2022 ha registrato una forte crisi, ma è evidente che la nuova normativa cinese abbia avuto il suo peso nella forte contrazione.

A mantenere accesa la speranza dell’IPO Shein è però una circostanza che potrebbe risultare molto favorevole: la holding cui fa riferimento Shein si trova a Singapore, paese di residenza di Chris Xu, l’imprenditore cinese che nel 2008 fondò il colosso e-tailer. Grazie a questo “cavillo” non è da escludere che per l’IPO di Shein possa non essere necessario il nulla-osta di Pechino. Se così dovesse essere la strada per la quotazione sarebbe agevolata anche se tutto sarebbe sempre subordinato alle condizioni di mercato.

LEGGI ANCHE >>> Comprare azioni al prezzo IPO conviene? Vantaggi e svantaggi di investire

Arrivano altri finanziamenti per Shein

Dalle indiscrezioni ai dati reali. Shein sarebbe alle prese con un nuovo round di finanziamenti e punterebbe a raccogliere circa 2 miliardi di dollari dal fondo sovrano degli Emirati Mubadala a cui si affiancherebbero anche investitori esistenti di società di private equity come General Atlantic e di venture capital come Sequoia Capital China. La cordata per il nuovo finanziamento di Shein ingloberebbe anche Tiger Global Management.

Stando a quanto riportato dall’agenzia Reuters, la valutazione di Shein si sarebbe ridotta del 30% rispetto a un anno fa e ora sarebbe pari a circa 64 miliardi di dollari. Non è da escludere che tutti gli investitori che hanno preso parte alla raccolta fondi del 2022 possa allineare il valore delle quote acquisite in precedenza a questa nuova valutazione del gruppo cinese.