Meglio gli ETF o i fondi attivi? Questa è una di quelle classiche domande che, puntualmente, ritornano soprattutto se i mercati sono in preda all’incertezza. Considerando l’attuale momentum (guerra in Ucraina, boom dell’inflazione, tempesta perfetta sulle materie prime e cambio di politica monetaria da parte della FED) non c’è da stupirsi se tra i tanti interrogativi con cui sono alle prese gli investitori ci sia anche quello relativo al confronto ETF VS fondi attivi.

Dove è meglio investire? E’ preferibile una gestione attiva dei risparmi oppure una gestione passiva?

Solitamente un estimatore degli ETF tenderà ad evidenziare la maggiore efficienza degli strumenti a gestione passiva mentre un sostenitore dei fondi attivi non esiterà a mettere i risalto la maggiore capacità degli strumenti da lui usati nel rispondere alla variabilità delle condizioni di mercato. Probabilmente il secondo ti dirà che nel contesto attuale è fondamentale adattarsi alle mutazioni rapide mentre gli strumenti a gestione passiva non lo permettono.

Francamente questa opposizione fondi attivi VS ETF (per la serio o l’uno o l’altro) lascia il tempo che trova. Proprio alla luce del contesto attuale è fondamentale essere duttili. Piuttosto che chiedersi se è meglio investire in ETF o in fondi attivi, sarebbe il caso di capire se ci sono spazi per inserire entrambi nel proprio portafoglio di investimento.

Come utilizzare quindi ETF e fondi attivi nel proprio portafoglio in ottica investimento?

ETF e fondi attivi: le differenze

Le differenze che ci sono tra gli ETF (ossia fondi passivi) e i fondi attivi sono da valorizzare se si vuole realizzare un portafoglio efficace. In quanto fondi passivi gli ETF replicano l’andamento di un certo indice di riferimento. Tale indice può essere un paniere di azioni oppure può essere settoriale.

A prescindere da quella che è la composizione dell’indice, l’investimento nel fondo passivo è sempre legato alla composizione del benchmark. I gestori di fondi rendono nota la composizione dell’indice e poi sono apposto nel senso che ciò che avviene una volta investito su quel fondo a gestione passiva è tutto automatico e naturale. Grazie a questo meccanismo i fondi passivi sono il modo più semplice per investire su spezzoni di mercato. Semplice ma anche economico visto che le commissioni di gestione sono molto basse (anche alla luce del “lavoro” nullo dei gestori). Certo ci sono delle differenze tra ETF e fondi comuni di investimento (i due fondi passivi più famosi) ma quando parliamo di gestione passiva del risparmio il discorso si riduce fondamentalmente a due capisaldi:

  • replica dell’indice di riferimento
  • commissione di gestione basse

I fondi attivi, invece, replicano l’andamento di indici (come gli ETF) ma hanno carattere attivo nel senso che ci sono persone che comprano e vendono titoli nell’ambito del fondo stesso adattandolo alla luce di quelle che sono le condizioni del mercato. Nel caso dei fondi attivi, quindi, il gestore non sta fermo sul bordo del benchmark ma è alla costante ricerca del valore di mercato.

Non più quindi replica passiva di indici (come nel caso degli ETF e dei fondi comuni indicizzati) ma continua attività di selezione per cercare mercati e società che, alla luce delle mutate situazioni possono portare valore aggiunto

Capisaldi dei fondi attivi sono:

  • scelta dei titoli che lo compongono il fondo sulla base di attente ricerche
  • ricerca di una performance migliore rispetto a quella del mercato/indice+
  • commissioni di gestione più alte (e non è difficile comprendere il perchè)

Investire in ETF o fondi attivi?

Meglio investire in ETF o in fondi attivi? Chi non ha preconcetti nè verso i primi e nè verso i secondi, risponderà affermando che è possibile trovare buoni prodotti tra i primi e tra i secondi. Non è nostro compito scendere nel dettaglio anche perchè oggi ci sono consulenti finanziari indipendenti come Moneyfarm (visita qui il sito ufficiale) che consentono di avere un’informazione completa prima di investire in ETF e fondi attivi.

Un solo consiglio: a prescindere dalla scelta, è fondamentale tenere d’occhio costi e metodo di gestione.

Costruire un portafoglio profittevole con ETF e fondi attivi

Lo abbiamo accennato all’inizio: vista l’estrema turbolenza della situazione attuale, è auspicabile superare l’opposizione ETF VS fondi attivi per puntare su una allocazione ottimale del proprio portafoglio. Come fare?

I numeri stanno dalla parte degli ETF soprattutto se si adotta un orizzonte temporale di lungo termine. Gli indici di riferimento di molti fondi passivi registrano performance per l’80% dei casi migliori rispetto a quelle dei fondi attivi. Ciò non è un problema per questi ultimi visto che essi sono stati ideati dai gestori per performare bene nell’immediato.

Premesso questo, però, anche la gestione attiva può dare un suo contributo alla performance complessiva del portafoglio. In che modo? Due le strade da seguire:

  • optare per investimenti tattici di breve termine
  • inserire nicchie di mercato dove non ci sono ETF

Fermo restando che le performance passate non sono mai garanzia di rendimenti futuri, bisognerebbe valorizzare il carattere ciclico, andando ad individuare ed inserire nel portafoglio quei fondi attivi su nicchie e mercati in quel momento molto in luce.

L’operazione non è semplice da fare soprattutto se si procede in modo individuale. L’utilizzo di un consulente indipendente come Moneyfarm può essere una soluzione per raggiungere un’allocazione più efficace del proprio portafoglio.

Gestione del risparmio con Moneyfarm

Moneyfarm è il consulente finanziario indipendente che consente di gestire i propri risparmi con investimenti a misura del proprio profilo di rischio.

I capisaldi di Moneyfarm sono:

  • massima attenzione ai costi: vengono scelti fondi di investimento a basso costo di gestione in modo tale da tagliare l’impatto commissionale sui rendimenti
  • attenzione rivolta al lungo termine
  • diversificazione sia tra i titoli che da un punto di vista geografico.

Proprio per rispondere alla fase di incertezza, Moneyfarm ha creato una vasta gamma di portafogli diversificati in modo tale da soddisfare differenti profili di investitore e obiettivi e partire dalla semplice protezione del capitale fino alla ricerca di maggiori rendimenti (dai un occhio a quanto si guadagna con Moneyfarm).

I portafogli Moneyfarm sono differenziati in base al

  • livello di rischio/rendimento
  • numero di strumenti

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Portafoglio ETF-fondi attivi: conclusioni

Con questo articolo speriamo di aver dimostrato perchè è bene andare oltre alla solita opposizione ETF VS Fondi comuni. Nei portafogli c’è spazio per tutti soprattutto se si punta ad una valorizzazione.

Ideale sarebbe mantenere il core del portafoglio sugli ETF e più in generale sulla gestione passiva, e utilizzare i fondi attivi per puntare su rendimenti aggiuntivi in settori di nicchia (non coperti da ETF) o in comparti che, a causa di particolari momenti, godono di forte visibilità. Da non tralasciare il fatto che in momenti delicati il gestore può fare la differenza rispetto all’automatismo del benchmark.