Oggi 3 marzo il Tesoro ha reso noto l’ammontare della cedola minima garantita del nuovo BTP Italia marzo 2028 che poi sarà possibile comprare a partire da lunedì 6 marzo.

L’ammontare della cedola minima garantita del nuovo BTP Italia non è stata la sola informazione contenuta nella comunicazione che il MEF ha rilasciato oggi. C’è anche dell’altro come vedremo nei prossimi paragrafi.

Cedola BTP Italia marzo 2023 e indice FOI nella comunicazione di domani 3 marzo 2023

Accanto all’ammontare della cedola minima garantita, la comunicazione del MEF di oggi contiene altre due informazioni molto importanti:

  • l’indice FOI iniziale grazie al quale sarà possibile fare un confronto e quindi valutare se ci sarà rivalutazione di cedola e capitale al termine del primo semestre (e in caso affermativa in quale misura)
  • l’indice ISIN del BTP Italia marzo 2028 riferito alla prima fase del collocamento ossia quella riservata agli investitori retail (IT0005532715).

Quindi cedola minima, indice FOI e ISIN prima fase sono le tre grandi informazioni contenute nella comunicazione che il Tesoro ha rilasciato oggi 3 marzo 2023. Per completezza segnaliamo che nella comunicazione saranno anche riportate le caratteristiche definitive le quali però sono già riportate nella scheda informativa BTP Italia marzo 2023 (disponibile per il download).

Concentriamo la nostra attenzione su possibile ammontare della cedola e sull’indice FOI. Cosa è scaturito e quali erano le attese?

Cedola BTP Italia marzo 2028 a quanto ammonterà?

Il tasso cedolare minimo garantito fissato dal Tesoro per la prima parte dell’emissione del BTP Italia marzo 2023 è pari al 2%. Si tratta di una percentuale inferiore alle nostre stime. Peccato.

Non ci sono dubbio che l’ammontare della cedola sarà uno degli elementi più importanti in base ai quali gli amici risparmiatori valuteranno se conviene comprare la nuova emissione del BTP Italia marzo 2023. Come spiegato all’articolo raggiungibile dal link indicato in precedenza, ci sono anche altri fattori da considerare, tuttavia, anche da un punto di vista psicologico, sarà l’ammontare della cedola minima a fare la differenza.

Detto questo, che previsioni si possono fare? Tutta lascia intendere che essa non possa che essere superiore all’1,6% delle due precedenti emissioni del BTP Italia. Considerando che per i prossimi 6 anni il mercato si attende un’inflazione pari all’1,7% (per fortuna inferiore rispetto a quella attuale) e che il BTP tradizionale pari durata offre un rendimento del 4% lordo, il Tesoro, per essere competitivo, dovrebbe offrire una cedola minima pari ad almeno il 2,2/2,3%. Questo è l’ammontare più probabile dal nostro punto di vista. Cedole minime del 2,1% o addirittura inferiori non attrarrebbero i risparmiatori retail che, lo ricordiamo, sono il target a cui il nuovo BTP Italia è rivolto (gli istituzionali fanno sono contorno).

Tirando quindi le somme: in base alle previsioni la cedola minima del BTP Italia marzo 2028 sarà tra il 2,2% e il 2,3%.

Da non dimenticare, poi, che questo è l’ammontare minimo che potrà essere rivisto poi al rialzo (ma mai al ribasso).

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Indice FOI Iniziale BTP Italia marzo 2028: quale sarà?

L’indice FOI Iniziale del BTP Italia marzo 2028 è 118,24194. Si tratta di un dato in linea con le attese.

E l’indice FOI iniziale a quanto ammonterà? Tanto per iniziare è bene precisare che l’indice FOI è il dato che viene rivisto ogni mese dell’Istat e rappresenta l’indice dei prezzi al consumo per una famiglia di operai e impiegati al netto della componente tabacchi. E’ questo l’indice a cui fa riferimento il BTP Italia e non la generica inflazione.

Senza perderci nei calcoli, il FOI iniziale sarà quello di metà gennaio e sarà pari a 118,25.

Il nuovo BTP Italia marzo novembre 2028, stacca la prima cedola a settembre 2023. In quella occasione verrà quindi applicato per la rivalutazione, il FOI di metà luglio. Tecnicamente il sottoscrittore per avere qualcosa in più della sola cedola reale, avrà bisogno di un FOI più alto del valore iniziale. Entrano quindi in gioco le previsioni sull’inflazione italiana. Se essa a luglio dovesse essere più alta del 5,3% allora scatta la rivalutazione e al sottoscrittore va più che bene.

Ma se è più bassa, niente rivalutazione e al sottoscrittore resta la sola cedola reale. Ora il punto è che a gennaio (ultimo dato disponibile), l’inflazione dell’Italia è stata pari al 10%. Il risparmiatore potrebbe fare un ragionamento di questo tipo: se a gennaio era del 10%, figuriamoci se per l’estate si può dimezzare! E invece non è da escludere che possa farlo. Noi ragioniamo in termini di previsioni e Moody’s, ad esempio, vede l’inflazione italiana al 3,3% per fine anno. Impossibile pensare che possa scendere di botto e quindi non si può non pensare che la discesa non possa che essere graduale.

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Cosa insegna tutto questo? Che il BTP Italia per il suo stesso meccanismo è un pò la sintesi del sistema Italia. Il sottoscrittore deve fare il tifo per un’inflazione alta che per il Paese sarebbe una sciagura (e quindi, a conti fatti, anche per il retail).

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