Poste Italiane, nella gestione dei buoni fruttiferi postali serie Q e Q/P, ha combinato un vero e proprio “pasticcio”. È dovuto intervenire l’ABF, Arbitro Bancario Finanziario, per fare un po’ di chiarezza su alcuni contenziosi. In altre parole, gli interessi restituiti ai risparmiatori, sono stati inferiori rispetto a quanto in realtà dovuto. La vicenda è tornata a far notizia nel corso del 2019, quando una sentenza della Corte di Cassazione, aveva consentito l’abbassamento del tasso dei buoni, tutto con effetto retroattivo. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sui BFP serie Q e Q/P, e cosa sta succedendo in tema di rimborsi e ricorsi.

Buoni fruttiferi postali serie Q/P: calcolo interessi

Per comprendere meglio il caos generato da Poste Italiane in merito ai buoni fruttiferi postali serie Q/P, basti sapere che il calcolo degli interessi maturati, non rispecchiava quanto riportato sul retro del buono stesso. I BFP interessati da questa anomalia, che di certo non è piaciuta ai risparmiatori, sono quelli emessi da luglio 1986 fino al 1998 compreso. La polemica è nata perché le differenze tra quanto dovuto, e quanto in realtà liquidato, in alcuni casi sono state molto consistenti.

LEGGI ANCHE – Bfp prescritti: come sbloccarli

Come anticipato, la vicenda è tornata a far discutere nel febbraio del 2019, quando la Cassazione con una sentenza ha legittimato la condotta di Poste Italiane, facendo nascere la rabbia di moltissimi risparmiatori. Tutto si basava sul fatto che il Codice Postale del 1973, consentiva la retroattività, ma nel 1999 invece era stata abolita qualsiasi possibilità di includere le variazioni dei rendimenti per i buoni già emessi. Ovviamente in tutela dei consumatori.

LEGGI ANCHE – Buoni fruttiferi postali anni Ottanta con tre timbri: quando spetta il rimborso

Bfp serie Q: calcolo rimborsi

Perché è avvenuto questo brutto pasticcio? Il motivo in questo caso è piuttosto semplice. Dopo essere entrato in vigore il Decreto del 13/06/1986, Poste Italiane avrebbe dovuto proseguire con l’emissione di buoni della serie Q. Per un certo periodo invece, ha utilizzato ancora i vecchi moduli, ovvero delle serie O e P, dove venivano riportati dei tassi superiori, ma non più applicabili. In quel preciso momento storico però, la legge consentiva a Poste Italiane l’utilizzo fino a esaurimento scorte dei moduli della sola serie P, ad una condizione: che il timbro posto fosse duplice, ovvero sul fronte e sul retro.

LEGGI ANCHE – Bfp e successione agli eredi: come funziona

Rimborso buoni fruttiferi postali serie Q e Q/P: cosa fare

Se hai acquistato un Buono Fruttifero Postale negli anni compresi tra il 1986 e il 1999, e hai incassato meno di quanto in realtà previsto al momento della sottoscrizione, potresti avere diritto ad un rimborso. È opportuno sottolineare che in alcune situazioni, la cifra potrebbe essere piuttosto consistente. Con questi presupposti, in prima battuta dovrai controllare data di emissione e la serie sul tuo Buono. Se la data è antecedente al 1986, avrai scarse possibilità, ma in caso contrario, se il titolo fosse della serie P, e presentasse entrambi i timbri P e Q, potrai presentare ricorso all’ABF. Considerando che il costo di tale ricorso è di circa 20 euro, può realmente valerne la pena.

Resta aggiornato sulle novità sui buoni fruttiferi postali Canale Telegram