Gli alti rendimenti garantiti dai BTP negli ultimi mesi, le continue riaperture di titoli di stato in corso di emissione e con vita residua breve e il recente arrivo della nuova famiglia di BTP indirizzata ai retail (ci riferiamo al BTP Valore), potrebbero generare l’idea che oggi sia conveniente investire tutti i risparmi in BTP lasciando perdere ogni altra opzione.

Questo approccio trova facile sponda nel momento complicato che i mercati stanno attraversando. Con le borse in preda all’incertezza, i fondi comuni zavorrati dai deflussi, gli stessi ETF che riflettono al fase di scarsa avversione al rischi, i BTP potrebbero apparire ai risparmiatori italiani come il solo porto sicuro per avere dei rendimenti di una certa consistenza.

Ma è davvero così o la tentazione di lasciar perdere ogni altra alternativa e investire tutti i risparmi in BTP rischia di fare più danno che utile?

La questione è controversa anche se è evidente che i titoli di stato italiani, da circa un anno a questa parte, sono diventati da sbocchi dove mettere i risparmi senza rischi ad opzioni per far fruttare soldi.

Del resto la febbre da BTP oramai interessa anche i grandi portafogli della clientela private. Infatti, secondo un recente rapporto dell’AIPB (Associazione Italiana Private Banking), nel corso dell’anno la raccolta di titoli di Stato da parte dei clienti sopra 500 mila euro di patrimonio salirà del 12%, oltre il doppio rispetto a quella dei fondi comuni.

Il limite a questa BTP-mania è rappresentato dalle politiche monetarie della BCE. Finchè il rialzo dei tassi prosegue, il rendimento dei BTP resta alto ma un cambio di passo nelle politiche monetarie avrebbe come conseguenza un’inversione di scenario.

Investire tutti i risparmi in BTP è un errore: cosa ne pensano gli analisti

bandiera italiana
Investire tutti i risparmi in BTP

Sull’opportunità di investire tutti i risparmi in BTP è recentemente intervenuto Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM Italia. L’esperto prendendo atto della netta preferenza che gli investitori italiani hanno manifestato verso i BTP negli ultimi mesi, non ha nascosto le sue perplessità verso questo sbilanciamento.

Secondo Tentori, oggi i BTP a 10 anni rendono ben 4 volte più di fine 2021, collocandosi in un range compreso tra il 4,2 e il 4,4% che non può che far gola. Tuttavia la performance complessiva dei BTP da un punto di vista operativo non è cos’ limpida come potrebbe apparire perché il livello di rendimento per quanto alto non è comunque sufficiente a contrastare gli effetti dell’inflazione sull’investimento.

L’analista porta ovviamente delle prove a sostegno della sua tesi citando il fatto che nel periodo di rialzo dei tassi di interesse (ossia da inizio 2022 ad oggi) in realtà non si è verificata alcuna sovraperformance dei titoli di stato italiani rispetto, per esempio, ai treasury americani o ai bond sovrani di altri paesi europei e questo nonostante il peso del debito pubblico italiano.

Per Tentori, quindi, è meglio un portafoglio diversificato piuttosto che investire solo sui BTP.

Ecco una risorsa utile >>> Migliori BTP a lunga scadenza (e non) da acquistare nel 2023: rendimenti più alti

Conviene davvero investire tutti i risparmi in BTP? La regola del 30% resta valida

Nel precedente paragrafo abbiamo analizzato quello che il punto di vista di un noto analista sull’opportunità di concentrare tutto il portafoglio sui titoli di stato italiani.

Mettiamoci nei panni degli amici investitori: è un dato di fatto che nell’immediato invece in BTP può sembrare una buona soluzione (anche in considerazione della vastità dell’offerta governativa – vedasi l’ultimo arrivato BTP Valore). Tuttavia un approccio così sbilanciato nel lungo periodo potrebbe comportare rendimenti negativi soprattutto se l’inflazione dovesse continuare a resta alta.

Sarebbe quindi preferibile affiancare ai BTP altri strumenti di investimento con l’obiettivo di diversificare il proprio portafoglio non solo in base alle scadenze, ma anche anche in base alla tipologia di emittente. Una vecchia buona regola dell’asset allocation è che massimo il 30% del portafoglio va allocato sui BTP, oltre sarebbe potenzialmente rischioso.

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Senza spostarsi dal settore obbligazionario, si potrebbe quindi considerare il comparto delle emissioni corporate che attualmente offre rendimenti molto interessanti. Anche le obbligazioni investment grade e le obbligazioni indicizzate all’inflazione potrebbero essere delle alternative.

Attenzione però a non passare all’estremo opposto che è quello della demonizzazione del BTP. La verità è nel mezzo: il BTP oggi è uno strumento di investimento che aiuta a diversificare soprattutto se si sa come farlo.