L’asta del Tesoro di ieri è arrivata al momento giusto per certificare quello che è noto a tutti gli investitori già da tempo: i rendimenti dei titoli di stato stanno salendo rapidamente. Il fatto che sia il nuovo BTP a 5 anni che la terza tranche del BTP a 10 anni siano stati collocati ad un rendimento top dal 2012 (nel primo caso dal mese di agosto e nel secondo da ottobre) non lascia spazio a margini di dubbio: nubi fosche si stanno addensando sui titoli di stato italiani.

E qui gli investitori sempre scettici (o sarebbe meglio dire realistici?) sulla solidità finanziaria del Bel Paese potrebbe già dire: ecco la solita Italia con le finanze pubbliche scassate. E in effetti un’osservazione di questo tipo non sarebbe fuori luogo visto che, comunque, la tensione sul debito italiano è diventata più pressante proprio a seguito della presentazione dell’aggiornamento alla Nadef dove si fa riferimento ad un deficit più alto rispetto a quello già alto indicato in precedenza.

Sarebbe suonato l’allarme a reti unificate ma per fortuna il Patto di Stabilità è sospeso e quindi, alla fine, il danno è men enorme di quello che sarebbe stato anni fa, prima dell’emergenza covid. Ad ogni modo è certo che il target del 3% deficit/Pil è andato a farsi benedire e questo non vale solo per l’Italia ma per tutta l’area Euro. E si perchè i rendimenti dei titoli di stato non sono ai massimi solo in Italia ma in tutta Europa.

Rendimenti BTP, Bund, Bonus e OAT ai massimi

vari tipi di grafico
Si impennano i rendimenti dei BTP. Bund, Bonos e OAT: gli investitori inizia ad avere paura

Nella giornata di ieri i rendimenti dei titoli di Stato dell’Europa sono saliti alle stelle. Chi più chi meno, nessun paese alla fine ha fatto accezione a questo trend. Il rendimento del BTP a 10 anni dell’Italia si è attestato fino ad un massimo de 4,89% che rappresenta il livello più alto dal 2013.

Peggio ha fatto il rendimento delle obbligazioni francesi a 10 anni che è salito al 3,5% che sarà pure un livello più basso rispetto a quello italiano, ma siamo ai massimi dal 2011 il che per la Francia è una tragedia. Anche i vecchi alfieri del rigore in Europa non se la passano granchè bene. I rendimenti del bund tedesco a 10 anni sono saliti al 2,93%, il massimo da oltre 10 anni. Ovviamente tendenza rialzista anche per i rendimenti delle obbligazioni spagnole a 10 anni che, per la prima volta dal 2014 sono salite ad oltre il 4%.

Insomma, tendendo ferme le solite proporzioni che inglobano il livello di affidabilità del debito sovrano di ogni paese, la tendenza è identica in tutto il Vecchio Continente. Il problema, quindi, non è in Italia. Al massimo, in questo hanno ragione gli amici investitori realisti, in Italia tutto tende ad aggravarsi di più a causa dei noti problemi strutturali del Bel Paese.

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Le ragioni per cui i rendimenti dei titoli di stato europei sono ai massimi

Ci sono un groviglio di ragioni che possono spiegare il fatto che i rendimenti dei titoli di stato europei siano saliti ai massimi. Tanto per iniziare va considerato il contesto di fondo già di per sé condizionato dal rally dei rendimenti del Treasury Usa. In questa situazione sono arrivate tutta una serie di notizie che non hanno fatto altro che accrescere ancora di più le preoccupazioni.

Dall’Italia la già citata Nadef ma anche dalla Francia sono arrivate news che, gira e rigira, hanno riguardato sempre lo stesso tema ossia l’oramai strutturale alto livello di debito. In particolare gli OAT di Parigi sono finiti nel mirino perchè il governo è stato accusato di non aver tagliato abbastanza la spesa pubblica per evita e quindi di aver violato le regoli fiscali dell’Europa.

Al di là dei casi specifici, è stato Mike Riddell, gestore di portafoglio obbligazionario di Allianz Global Investors, a fare chiarezza sulle ragioni per cui i titoli di stato europei sono finiti nella bufera. Secondo l’esperto è palese che, dove più dove meno, i disavanzi di bilancio si stiano sempre rivelando ben maggiori di quello previsto. I mercati, ha quindi aggiunto l’esperto, semplicemente non stanno tollerando più deficit che appaiono sempre strutturali e non più solo ciclici.

Ancora più drastico Piet Haines Christiansen di Danske Bank, per il quale il mercato obbligazionario europeo si sta addirittura avvicinando ad una tempesta perfetta di Roubiniana memoria. Per l’esperto il sell-off avvenuto su OAT, Bonos, Bund e BTP è stato generato da quegli investitori fino a poche settimane fa più ottimistici che si sono resi conto di aver dato troppa fiducia sbagliando posizionamento. Le notizie di Italia e Francia e l’inesorabile aumento del prezzo del petrolio, che riapre la piaga inflazione, hanno poi fatto il resto.