uomo che pensa con sullo sfondo banconote

Un amico investitore è alle prese con un dubbio sul rendimento effettivo a scadenza di due BTP che hanno lo stesso orizzonte temporale: 5 anni. In un messaggio che ci ha inviato evidenzia come le sue incertezze nascano a causa dell’ampio divario esistente tra questi 2 BTP. Uno ha infatti una cedola di appena lo 0,5% mentre l’altro del 4,75%. In ottica rendimento, quale è il titolo che offre di più?

Tanto per iniziare 5 anni è una delle scadenze più amate dal risparmiatore medio italiano. Non è la preferita in senso assoluto, in quanto questo primato va al settennale (vai a capire i meccanismi psicologici che si attivano). Tuttavia anche 5 anni, di questi tempi, è un buon orizzonte per chi, come l’amico che ha sollevato la questione, è a caccia di rendimenti.

Come sempre, si può affrontare la questione comparativa solo dopo aver effettuato un esame perlomeno sommario dei due BTP quinquennali in questione che, come gli amici più accorti avranno già pensato, di simile hanno solo la durata a 5 anni ma per il resto…tutto diverso.

2 BTP a 5 anni con cedola molto diversa: 0,5% e 4,75%

La cedola è il parametro più importante da considerare quando si prova a costruire un flusso di rendita. Puntuale e certa, la cedola è il punto fisso in un BTP mentre il rendimento è la parte variabile ma, a conti fatti, è quella che poi fa la differenza. L’amico che ha posto la questione si è ben posizionato dinanzi alla sua opzione di investimento mettendo nero su bianco subito l’arco temporale: 5 anni.

Il fatto è che, dopo aver effettuato la scrematura, sono sortiti due risultati molto diversi tra loro: da un lato il BTP ISIN IT0005445306 e dall’altro il BTP ISIN IT0004889033. Come scadenza siamo praticamente sugli stessi livelli visto che il primo titolo di stato cessa il 15/07/28 dopo aver staccato la sua prima cedola dello 0,5% il 17/05/21. Viceversa il secondo bond scade il 01/09/28 dopo aver staccato la sua prima cedola del 4,75% il 22/01/13. Il primo BTP è giovanissimo mentre il secondo ha già alle spalle una bella anzianità avendo staccato la sua prima cedola in data 22/01/13. In entrambi i caso lo stacco della cedola è semestrale come del resto per tutti i BTP:

Come si può dedurre dalle rispettive denominazioni ufficiali (Btp Tf 0,5% Lg28 Eur il primo Btp Tf 4,75% St28 Eur nel secondo caso) i due BTP presentano una differenza di cedola enorme e questo perchè appartengono ad epoche del tutto diverse. Quello che scade a luglio 2028 è stato emesso a maggio 2021 quando la BCE riteneva che l’inflazione non dovesse essere un problema e che al massimo dovesse essere transitoria. Il secondo titolo, invece, è proprio di un’altra epoca e quindi ogni raffronto con il primo è impossibile.

Quale BTP a 5 anni rende di più: quello con cedola 0,5% o quello con il 4,75%?

Dopo aver fatto le presentazioni è possibile affrontare la questione che sicuramente interessa di più gli amici investitori: in ottica massimizzazione di rendimento, quale è il BTP a 5 anni più adatto? La differenza di pochi mesi nella scadenza non fa alcun effetto mentre pesa come un macigno l’abisso tra le due cedole.

Nel caso del Btp Tf 0,5% Lg28 Eur, a pesare è il prezzo attuale. Siamo a 85 centesimi, sotto la parità di 100. Una quotazione simile implica un rendimento effettivo a scadenza lordo del 4% che implica un rendimento netto annuo di circa il 3,67%. Questo è il vero punto di forza del primo BTP a 5 anni e non tanto la cedola che, anche considerando 10.000 euro di capitale, si tradurre in uno stacco mensile di 25 euro che con la tassazione BTP del 12,5% scenderebbero a circa 21,8 euro.

Per quello che invece riguarda il BTP in scadenza il primo settembre 2028, la cedola è bella tonica e infatti come quotazione si sale a 103,4 centesimi. Inserendo questo titolo in portafoglio oggi e considerando il rimborso a 100, ci sarebbe una perdita in conto capitale. La presenza però di una cedola bella robusta si traduce in un rendimento effettivo netto annuo di circa il 3,38%.

Praticamente siamo su livelli molto simili, con il primo BTP che a scadenza rende di più.

Allarga l’analisi >>> Migliori BTP a lunga scadenza (e non) da acquistare nel 2023: rendimenti più alti

BTP cedola 0,5% VS BTP cedola 4,75%: quale scegliere?

Nel paragrafo precedente abbiamo stabilito quale tra i due BTP a 5 anni anni rende di più. Siamo più o meno sugli stessi livelli e quindi ad entrare in gioco sono altri fattori a partire dalle intenzioni dell’investitore. Tutto dipende da quella che è la strategia del compratore.

Non è necessario essere dei grandi esperti di titoli di stato per capire che se l’obiettivo è la cedola, il BTP più vecchio, quello che scade a settembre 2028 è imbattibile. Attenzione però perchè acquistarlo oggi significherà poi farsi carico della perdita finale in conto capitale causata dall’attuale pricing sotto la pari. Vero è che è sempre possibile vendere BTP prima della scadenza ma in questo caso è necessario un certo piglio speculativo che non è da tutti e soprattutto è necessario essere in grado di anticipare le mosse della BCE (visto che tutto dai tassi dipende come si può vedere dall’analisi sulle previsioni BTP 2023). Viceversa se la cedola è sacrificabile nel nome di una bella plusvalenza finale, allora è al BTP più giovane che è meglio guardare.

Insomma tutto cambia a seconda della prospettiva e il fatto che 2 BTP abbiano la stessa scadenza (5 anni in questo caso) non significa praticamente niente.