Sempre più italiani scelgono di investire in fondi comuni. Secondo una recente analisi che è stata condotta dalla piattaforma specializzata Fundstore, nel suo insieme il settore del risparmio gestito rappresenta oramai il 34% della ricchezza delle famiglie italiane. L’espansione del capitale investito in fondi comuni è la dimostrazione di come gli strumenti di risparmio gestito siano oramai una presenza fissa nei portafogli di investimento di molti risparmiatori.

La crescita che il comparto ha messo a segno negli ultimi anni, ha permesso di recuperare gran parte del gap esistente, fino a pochi anni fa, con gli altri paesi. Oggi investire in fondi comuni è una pratica diffusa al pari di quanto avviene altrove.

Nonostante questo recupero, ci sono però delle differenze che riguardano il canale scelto per acquistare fondi. Mentre all’estero di fanno largo le spesso più convenienti piattaforme online, in Italia c’è un netto predominio dei canali di vendita più tradizionali anche se, e questa è una nota positiva, qualcosa sembrerebbe stia cambiando soprattutto presso le generazioni più giovani le quali sono più propense ad usare gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Strumenti proprio come la piattaforma Fundstore che consente di investire in fondi comuni senza commissioni.

Fondi comuni: il trend in atto in Italia

Secondo l’analista che è stata condotta da Fundstore, il mercato del risparmio gestito in Italia oggi vale ben 15 punti in più rispetto a quello di 10 anni fa. Grazie a questa espansione, il dato si è appunto allineato a quello degli altri paesi europei. A determinare la crescita del settore è stato il forte aumento delle sottoscrizioni di quote di fondi comuni e quello delle polizze assicurative. Il peso di questo voci sul totale delle attività finanziarie è oggi più alto del 5% rispetto a quello di 10 anni fa.

I dati forniti da Fundstore sul risparmio gestito in Italia, sono supportato da una recente relazione di Bankitalia che riguarda un argomento collaterale a quello trattato in questo post ossia l’andamento dell’indebitamento delle famiglie italiane. Secondo una recente relazione di Via Nazionale, nel 2021 l’ammontare dei debiti delle famiglie verso banche e società finanziarie ha registrato un aumento del 4,3%.

A fine anno la quota dei debiti era pari al 64% sull’ammontare totale del reddito disponibile. Anche la Banca d’Italia ha evidenziato che si tratta di un valore alto pur specificando che il peso del debito finanziario è comunque ancora più basso rispetto a quello di altri paesi europei.

Quali fondi comuni preferiscono gli italiani

L’indagine della Banca d’Italia fornisce altri utili elementi di riflessione che chi fosse interessato ad investire in fondi comuni dovrebbe tenere in considerazione. Quali sono i prodotti effettivamente scelti dai risparmiatori italiani e dove vengono concretamente investiti i soldi che finiscono nel calderone del risparmio gestito? Secondo l’analisi della Banca d’Italia, solo una piccola parte dei capitali investiti attivano alla società non finanziarie residenti. Infatti solo il 2,5% portafoglio dei fondi comuni detenuti dalle famiglie italiane viene investito in questo settore. Si tratta di una quota quasi irrisoria visto che il 50% circa dei fondi investiti è invece destinato alla sottoscrizione di azioni e obbligazioni di società estere, spesso americane.

Ad ogni modo, comunque, le famiglie italiane sembrano preferire strumenti finanziari a basso rischio. Infatti a crescere sono gli acquisti di obbligazioni e azioni ma soprattutto la tendenza a comprare prodotti che sono piazzati sul mercato da investitori istituzionali. Insomma una tendenza che riflette quanto anticipato in un precedente report redatto dall’Osservatorio sui sottoscrittori di fondi comuni e ripreso da noi nel post di approfondimento su chi investe in fondi comuni.