Fondi comuni al punto di svolta. Dopo la grande paura del 2022 manifestata da continui deflussi netti, il 2023 è partito con il piede giusto. Stando ad un report di Refinitiv Lipper nel solo mese di gennaio 2023 (è questo il dato più recente che ora è disponibile), i fondi comuni di investimento in Europa hanno generato afflussi per complessivi 17,7 miliardi di euro.

Che non sia la classica rondine che non fa primavera è testimoniato dal fatto che anche agli ETF è andata molto bene. Sempre a gennaio gli afflussi sui fondi a gestione passiva sono stati pari a 18,9 miliardi di euro. Insomma il comparto del risparmio gestito dopo un 2022 difficile torna ad essere pimpante. Serviranno anche i dati di febbraio per parlare di tendenza, tuttavia è evidente che gli afflussi su fondi comuni e ETF salgono grazie ad un miglioramento del sentiment di fondo.

Secondo Detlef Glow, responsabile della ricerca EMEA di Refinitiv Lipper, è palese che l’industria europea dei fondi comuni e degli ETF sia riuscita a godere di forti afflussi nel mese di gennaio in “concomitanza con un’ulteriore ripresa dei mercati“.

In questo contesto molti investitori hanno lasciato il solo porto sicuro del 2022, ossia i fondi monetari (che infatti hanno subito deflussi per complessivi -16,3 miliardi di euro) passando ad una modalità risk-on su tutte le altre asset-class del risparmio gestito.

Questa tendenza è confermata da uno spostamento delle ricerche dal difensivo cosa fare con i fondi comuni in perdita che aveva caratterizzato il 2022, ad un più attivo migliori piattaforme per comprare fondi online.

Ad alimentare l’ottimismo è fondamentalmente un fattore: la convinzione che, molto presto, l’inflazione possa cessare di essere un’emergenza. Il ragionamento degli investitori è molto semplice: se l’inflazione invertirà la direzione, le politiche monetarie delle banche centrali non potranno che cambiare.

Fondi obbligazionari: è boom raccolta netta a gennaio 2023

Ma facciamo parlare i numeri poichè sono questi che offrono la rappresentazione migliore del cambio di rotta che è avvenuto a gennaio 2023.

In generale i fondi a lungo termine hanno registrato una raccolta netta complessiva pari 52,9 miliardi di euro. A livello di asset class, a primeggiare sono stati i fondi obbligazionari che nel mese di gennaio hanno registrato una crescita della raccolta di 32,1 miliardi di euro.

A seguire, ma nettamente staccati, troviamo i fondi azionari la cui raccolta è crescita di 26,4 miliardi di euro, quindi i fondi immobiliari (+0,5 miliardi di euro) e, per finire, le altre tipologie con un risicato +0,1 miliardi di euro.

Questi pochi numeri dimostrano una tendenza ben precisa: come le obbligazioni sono state le grande sorpresa di inizio anno, i fondi obbligazionari sono quelli che hanno attratto il maggior aumento di afflussi.

Ricordiamo che su piattaforme 100% italiane come Fundstore si possono trovare i TOP 10 obbligazionari corporate Euro ordinari per performance da inizio anno.

Per quello che riguarda invece le categorie, a prendersi la scena a gennaio è stato l’equity globale che ha registrato un +9,7 miliardi di euro.

In salute anche i fondi obbligazionari target maturity EUR 2020 (per loro +5,0 miliardi di euro), gli azionari emerging markets globale (+5,0 miliardi di euro), bond EUR corporate (+4,8 miliardi di euro) e bond globale USD (+4,3 miliardi di euro).

I fondi comuni in deflusso a gennaio 2023

C’è poi il rovescio della medaglia che l’analisi di Refinitiv Lipper mette giustamente in evidenza. Il mese di gennaio è stato un mese negativo per le seguenti asset class:

  • fondi materie prime (deflussi per 0,4 miliardi di euro),
  • fondi misti (deflussi per 2,4 miliardi di euro),
  • fondi UCITS alternativi (-3,4 miliardi di euro)
  • fondi del mercato monetario (-16,4 miliardi di euro)

Come già anticipato in precedenza lo scotto più salato è stato pagato dai fondi monetari che hanno fatto i conti con il ritorno del risk-on sui fondi comuni.

Best promoter gennaio 2023: JP Morgan svetta

E concludiamo il report sull’andamento dei fondi comuni a gennaio 2023, con un riferimento ai migliori promoter. Secondo i dati dell’indagine, la classifica dei best promoter in Europa a gennaio è stata la seguente:

  • J.P. Morgan AM (+9,1 miliardi di euro)
  • BNP Paribas (+6,3 miliardi di euro)
  • Amundi (+4,0 miliardi di euro)
  • State Street Global Advisors (+3,8 miliardi di euro)
  • HSBC (+3,7 miliardi di euro)

Un aspetto molto interessante di questa classifica è che, tenendo conto di quelli che sono stati i primi 10 promoter di gennaio 2023, gli ETF hanno avuto un ruolo molto secondario sul successo della distribuzione di fondi.

Conviene investire in fondi comuni adesso?

Inutile ostentare una prudenza d’ufficio: i dati sui fondi comuni nel mese di gennaio 2023 sono molto incoraggianti. Lo sono per chi non ha disinvestito nei mesi scorsi puntando su una ripresa ma anche per chi, da tempo, sta attendendo un segnale per poter tornare ad investire.

Sia i primi che i secondi oggi possono investire in fondi comuni bypassando le solite banche (con il fardello di commissioni spesso applicato). Come fare? Usando la piattaforma Fundstore che non carica commissioni di sottoscrizione, switch e rimborso su tutti i prodotti in catalogo ma al tempo stesso offre le cosiddette Top List sui migliori fondi comuni per ciascuna asset class.

Per comprare fondi comuni su Fundstore bastano 5 minuti per la registrazione gratuita e 3 click per l’invio dell’operazione. In ogni momento si può controllare in tempo reale l’andamento degli investimenti. Fundstore è un modo rapido, sicuro e conveniente per approfittare del ritorno dell’appeal sui fondi comuni (e in particolare su quelli obbligazionari).