Continua a crescere in modo considerevole il crowdfunding immobiliare in Italia, stando agli ultimi dati emersi dal Real Estate Crowdfunding Report stilato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano e presentato durante il Keynote 2022 di Walliance. Il nostro Paese, sempre molto prudente di fronte alle novità (specie quando si tratta di investimenti o nuove tecnologie), sta reagendo piuttosto bene all’avanzata di questo fenomeno che in Italia è più recente rispetto ad altri Paesi.

Le piattaforme di crowdfunding in Italia

Nel nostro Paese figurano 23 piattaforme di crowdfunding (7 equity e 16 lending), mentre la raccolta complessiva di finanziamenti ammonta a 287 milioni di euro. I rendimenti? Piuttosto alti: tra il 9,8% e l’11,4%. Le piattaforme di tipo equity hanno registrato un aumento di 3 unità rispetto allo scorso anno, quelle di tipo lending sono cresciute di 2 unità.

La maggioranza dei finanziamenti raccolti proviene ovviamente dalle piattaforme lending (176,48 milioni di euro), ma non sfigurano affatto le piattaforme equity, che sono meno della metà di quelle lending, ma che hanno raccolto ben 110,33 milioni di euro.

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I dati sulle campagne

Le campagne durano in media 19 mesi nelle piattaforme di tipo equity e 11 mesi nelle piattaforme di tipo lending. La maggioranza dei progetti che attirano gli investitori riguardano interventi di ristrutturazione (87%), mentre a livello territoriale 3 investimenti su 4 riguardano contesti urbani. A livello geografico, invece, la maggior parte dei progetti si trova in Lombardia (34% nella Regione, 22% nella Città Metropolitana di Milano). Subito dopo troviamo il Lazio, seguito da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Ancora penalizzato il Sud, nonostante alcune piattaforme e progetti di vivo interesse.

Mercato condizionato, ma accesso al credito più facile

Uno dei principali difetti – se così si possono chiamare – delle piattaforme di crowdfunding presenti sul mercato italiano, sono rappresentati dalla penuria di progetti. Il mercato dei progetti immobiliari è infatti discretamente condizionato da eventi esterni, come ad esempio l’inflazione, il caro energia, il caro materie prime e i tassi di interesse in aumento. Guardando invece i pregi di questo tipo di mercato, va detto che il settore del crowdfunding consente un accesso al credito molto più semplice e veloce rispetto a quello tradizionale, in una strategia che ha come unico obiettivo quella di finire nel win-to-win.  

A livello di norme, invece, il punto di riferimento principale è il Nuovo Regolamento UE n. 2020/1503, entrato in vigore dal 10 novembre 2021, che ha definito delle regole, permettendo alle piattaforme di adeguarsi entro 1 anno, quindi entro il 10 novembre 2022, in materia di trasparenza informativa (soprattutto in materia dei rischi dell’investimento e di gestione degli stessi).