Nel secondo trimestre 2023, il reddito delle famiglie è calato dello 0,1%, mentre i consumi sono aumentati dello 0,2%. La propensione al risparmio è scesa al 6,3%, diminuendo di 0,4 punti rispetto al trimestre precedente. L’Istat evidenzia che, nonostante la stabilità dei prezzi, il potere d’acquisto delle famiglie ha subito una riduzione dello 0,2%.

Il potere d’acquisto rappresenta la capacità di una moneta di acquistare beni o servizi in un determinato momento storico. Per farlo capire in modo semplice: se con 10 euro un paio di anni fa si poteva acquistare un determinato prodotto e ora lo stesso prodotto costa 20 euro, allora il potere d’acquisto di quei 10 euro è diminuito. Questo concetto, sebbene semplice in teoria, risente di diversi fattori economici, tra cui l’inflazione, che influenzano direttamente il valore della moneta.

Il legame tra inflazione e potere d’acquisto

potere d'acquisto

L’inflazione è l’aumento dei prezzi dei beni e servizi in un’economia. Quando i prezzi aumentano e i salari rimangono invariati, il potere d’acquisto dei consumatori diminuisce. Questo fenomeno può portare a difficoltà economiche per le famiglie, specialmente quelle con redditi bassi e medi.

In Italia, per esempio, c’è una forte propensione al risparmio. Eppure, come evidenziato dai dati dell’Associazione Bancaria Italiana, anche tenere i propri risparmi in conto corrente non è esente da rischi: l’inflazione può erodere il valore reale di questi risparmi.

Quali fattori influenzano il potere d’acquisto?

Ci sono alcuni fattori più di altri che vanno a influenzare l’andamento del potere d’acquisto.

  • Concorrenza di mercato: in alcuni settori, la presenza o l’assenza di concorrenza può influire sui prezzi, modificando di conseguenza il potere d’acquisto.
  • Eventi esterni: guerre, crisi politiche, catastrofi naturali e altri eventi possono avere ripercussioni significative sull’economia e sul valore della moneta.
  • Dinamiche delle materie prime: le oscillazioni dei prezzi delle materie prime, come petrolio o metalli, possono innescare variazioni dell’inflazione e, quindi, del potere d’acquisto.
  • Politiche monetarie: le decisioni delle banche centrali, come la variazione dei tassi d’interesse, sono strumenti utilizzati per controllare l’inflazione e stabilizzare l’economia.

Come si misura l’inflazione e quali sono le sue ripercussioni

L’inflazione si misura attraverso l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC). Se l’IPC segnala un incremento del 5%, significa che un bene che prima costava 10 euro ora ha un prezzo di 10,50 euro.

Un’alta inflazione può portare a una serie di problemi, tra cui la stagnazione economica, la deflazione o, nel peggiore dei casi, la stagflazione, dove i prezzi crescono ma l’economia non si espande.

L’importanza dei tassi di interesse

I tassi d’interesse rappresentano uno strumento cruciale per le banche centrali nella gestione dell’economia. Se l’inflazione è alta e il potere d’acquisto è in calo, alzare i tassi d’interesse può disincentivare i prestiti e stimolare il risparmio, frenando la spesa e, di conseguenza, l’inflazione. Al contrario, in periodi di bassa inflazione o deflazione, tassi d’interesse bassi possono incoraggiare spese e investimenti.

Il punto della situazione attuale sul potere d’acquisto in Italia

Nel corso del 2023, l’ambito economico italiano ha riscontrato alcune oscillazioni significative. Precisamente, nel secondo trimestre, la capacità economica delle famiglie è leggermente diminuita, contrapponendosi ad un lieve incremento nei consumi. L’incidenza del risparmio delle famiglie ha continuato a scendere, mantenendo un trend che si era consolidato già prima dell’emergenza sanitaria mondiale.

L’Istituto Nazionale di Statistica monitora costantemente le variazioni dei prezzi di una serie di beni e servizi che rappresentano le tendenze di spesa delle famiglie italiane. Questi prodotti e servizi sono conosciuti come “paniere ISTAT“.

  • NIC: questo indice evidenzia l’inflazione relativa all’intero sistema economico italiano.
  • FOI: questo indice è centrato sulle famiglie di operai e impiegati, offrendo una visione dettagliata dell’impatto dell’inflazione sulle fasce lavorative più ampie.
  • IPCA: questo indice offre una prospettiva europea, mostrando le tendenze inflazionistiche nel contesto dell’Unione Europea.

Cosa fare per salvaguardare il potere d’acquisto

Nel contesto di una crescente inflazione, è essenziale adottare misure per proteggere il proprio potere d’acquisto. Alcuni optano per investimenti tradizionali, come azioni, obbligazioni o titoli di Stato. Non dimentichiamoci, ad esempio, dei BTP: ultimamente sta facendo molto parlare il BTP Valore con scadenza ottobre 2028, che abbiamo trattato a sufficienza in questo sito.

Tuttavia, è fondamentale avere una profonda comprensione dei mercati e delle dinamiche economiche prima di fare scelte d’investimento, soprattutto se quest’ultima comporta un rischio.

Poi ci sono anche altri strumenti di risparmio più sicuri e garantiti dallo Stato: può essere il caso dei buoni fruttiferi postali, alcuni dei quali offrono tassi d’interesse piuttosto interessanti. In questo articolo abbiamo fatto una simulazione ipotizzando di voler investire 30.000 euro in ogni singolo buono fruttifero per vedere quanto rende.

L’approccio all’investimento sta evolvendo, e sempre più persone stanno esplorando opzioni alternative. Investire in consulenti indipendenti come Moneyfarm offre un percorso guidato, consentendo agli investitori di definire obiettivi, valutare il proprio appetito per il rischio e considerare il proprio orizzonte temporale. L’investimento graduale attraverso PAC può offrire un buffer contro le fluttuazioni inflazionistiche.

Strategie quotidiane per contrastare il calo del potere di acquisto

Mantenere la propria capacità economica richiede sia strategie di lungo termine che tattiche quotidiane. Ecco alcune raccomandazioni:

  • Analisi delle spese: prendersi il tempo per analizzare e confrontare offerte, specialmente in settori come energia, telefonia e servizi bancari.
  • Acquisti consapevoli online: l’acquisto online offre l’opportunità di comparare prezzi e condizioni. La “regola del 100” può servire come filtro per decisioni d’acquisto sagge.
  • Gestione spesa alimentare: pianificare in anticipo e fare acquisti consapevoli può portare a risparmi significativi.
  • Valutazione dei mezzi di trasporto: conoscere i costi reali degli spostamenti può portare a scelte più economicamente efficienti.
  • Convertire gli euro in tempo: valutare il valore di un prodotto non solo in termini monetari, ma anche in termini del tempo necessario per guadagnarne l’equivalente può offrire una nuova prospettiva sui propri acquisti.