emissione BTP

Sul fronte aste titoli di stato il mese di marzo si chiuderà oggi con l’emissione di 2 BTP a cui si affiancano 2 CCTeu. Si tratta di tipologie di bond completamente diverse tra loro e quindi, ancora una volta, è evidentissimo l’intento del Tesoro di fornire soluzioni di investimento differenti per diverse tipologie di risparmiatori.

L’obiettivo è sempre il solito: fare il pieno riducendo il fabbisogno 2023 del MEF. La posta sul tavolo non può quindi che essere alta e infatti considerando i 4 titoli nel loro insieme si potrebbe arrivare anche ad un ammontare di emissione complessivo di 9 miliardi di euro (estremo minino della forchetta di emissione è invece pari a 7,5 miliardi di euro).

Premesso questo, presentiamo ora i 2 BTP e i 2 CCTeu in asta oggi 30 marzo 2023. Pur nell’eterogeneità i protagonisti dell’emissione hanno tutti lo stesso minimo comun denominatore: si tratta di emissioni di nuove tranche di bond già in corso di circolazione. Tra i titoli non c’è alcuna nuova emissione e del resto il programma trimestrale gennaio/marzo 2023 era già stato completato.

I 4 titoli in asta oggi 30 marzo 2023: presentazioni

I due BTP protagonisti dell’ultima asta di marzo si rivolgono agli investitori che puntano sul breve e medio termine. In collocamento, infatti, andranno un BTP a 5 anni e un decennale. Ecco di chi si tratta:

  • BTP scadenza 1 maggio 2033 (ISIN: IT0005518128): cedola 4,40% e ammontare nel range 3-3,5 miliardi;
  • BTP scadenza 1 aprile 2028 (ISIN  IT0005521981): cedola 3,4% e ammontare nel range tra 2,5 e 3 miliardi

Per conoscere le altre caratteristiche dei due titoli, si faccia riferimento alla pagina prossima asta BTP.

Ci sono poi 2 tranche di CCeu che, come noto, sono titoli di stato con una cedola che è agganciata all’indice Euribor a 6 mesi (quindi niente paura se alla voce cedola non ci sono i cedoloni garantiti invece dai BTP):

  • CCTeu 15 aprile 2029 (ISIN IT0005451361): cedola spread 0,65% e ammontare emissione nel range 1-1,25 miliardi;
  • CCTeu scadenza 15 ottobre 2030 (ISIN: IT0005491250): cedola spread 0,75% e ammontare emissione nel range 1-1,25 miliardi di euro

Questi i titoli che saranno negoziabili nell’asta BTP odierna. Adesso possiamo parlare di prezzi e rendimenti attesi.

Asta BTP oggi 30 marzo 2023: i rendimenti previsti

I 2 BTP in asta sono già negoziati sul mercato secondario e quindi c’è un punto di riferimento pratico per affrontare l’argomento “previsioni di rendimento”.

In particolare il BTP a 5 anni (Btp Tf 3,4% Ap28 Eur) apre il giorno precedente all’asta a 99,95. Siamo quindi un tanticchia sotto la pari. Il rendimento effettivo a scadenza lordo è del 3,55%. C’è sempre la questione tassazione BTP ma anche, pur considerando questa variabile, siamo sempre oltre il 3% che non è affatto male.

Questo titolo conferma le indicazioni che a suo tempo abbiamo dato in merito alle previsioni BTP 2023 (analisi rendimenti).

La durata del titolo è media e quindi nè troppo lungo ma neppure troppo corta.

Perchè si dovrebbe inserire questo BTP a 5 anni in portafoglio? Il motivo è semplice: vista la durata, il quinquennale dovrebbe essere in grado di garantire un rendimento netto reale positivo ossia che sia superiore al tasso di inflazione previsto per i prossimi 5 anni.

C’è poi il BTP a 10 anni denominato Btp Tf 4,40% Mg33 Eur che il giorno precedente all’asta sul secondario tratta a 102,46 (siamo quindi sopra la pari). Giorni fa il prezzo era arrivato addirittura a oltre 103. Il rendimento è quindi ribassato al 4,12% (lordo annuo). Arco di temporale di investimento più lungo (e non è detto che a tutti gli investitori possa interessare) ma comunque evidenziato che il decennale italiano di questi tempi è la soluzione standard dove mettere i risparmi per non correre rischi.

E se i prezzi da qui a 10 anni dovessero calare? In tal caso c’è sempre da considerare la classica via di uscita rappresentata dal vendere BTP prima della scadenza.

Asta CCTeu oggi 30 marzo 2023: le ipotesi di rendimento

Con i CCTeu non si parla più di cedole annuali ma parliamo di cedola spread ossia il rendimento è legato all’Euribor a 6 mesi. Proprio la settimana scorsa questo indicatore aveva raggiunto il massimo dal 2008 a quota 3,28%.

Tecnicamente l’andamento dell’Euribor è legato all’inflazione. E’ solo dall’anno scorso in scia al boom dell’inflazione e allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina (aumento dei prezzi delle materie prime) che l’Euribor a 6 mesi ha preso il largo. In precedenza era sotto lo zero tanto che il Tesoro centellinava le emissioni di CCTeu.

Domani invece ce ne saranno due.

Il CCTeu scadenza 15 aprile 2029 denominato Cct-Eu Tv Eur6m+0,65% Ap29 Eur prezza a 99,15 il giorno della vigilia con una indicizzazione Euribor 6 mesi + 0,65%. Il rendimento effettivo a scadenza lordo è del 4,16% che, al netto della componente Euribor, scende allo 0,75%. Il BTP tradizionale stessa scadenza da un rendimento del 3,6% e quindi è necessario che l’Euribor del prossimo semestre sia superiore o almeno pari al 2,85% per rendere attrattivo l’investimento.

C’è poi il CCTeu scadenza 15 ottobre 2030 denominato Cct-Eu Tv Eur6m+0,75% Ot30 Eur. Il prezzo il giorno prima dell’asta è di 97,54 con indicizzazione Euribor 6 mesi + 0,75%. Al netto dell’Euribor il rendimento scende dal 4,51% all’1,07% contro il 3,7% del BTP tradizionale in scadenza nel 2030. In questo caso si profila un investimento remunerativo solo se da qui alla scadenza naturale l’Euribor a 6 mesi di dovrebbe collocare sopra il 2,65%. Come detto in precedenza, alla fine, tutto dipenderà dalla direzione dell’inflazione.