Si avvicina la campanella per la terza cedola trimestrale del BTP Più febbraio 2033 (ISIN IT0005634800). Domani 25 novembre è infatti in calendario lo stacco
Il 25 novembre 2025 il BTP Più febbraio 2033 entrerà in una nuova fase del suo ciclo cedolare, con il pagamento della terza cedola trimestrale. È un passaggio importante non soltanto per i risparmiatori che hanno acquistato il titolo durante il collocamento, ma anche per chi lo comprato successivamente sul MOT inserendolo in un portafoglio orientato alla generazione di flussi periodici.
Il BTP Più, lanciato nel febbraio 2025, è il primo titolo di Stato italiano pensato specificamente per dare la possibilità di chiudere alla pari già dopo 4 anni di durata senza essere tenuti a mantenerlo per tutti gli otto anni di durata. La struttura step-up prevede infatti tassi cedolari stabili per il primo quadriennio e poi in rialzo in quello successivo (a meno che no venga esercitato il diritto al rimborso anticipato). Proprio grazie a questa struttura, molto diversa dagli alti retail tipo il BTP Valore o il BTP Italia, il BTP Più si è subito mostrato un titolo interessante per chi cerca un compromesso tra cedole regolari e prevedibilità ma non à disposto ad impegnare il suo capitale per troppo tempo.
Per i primi quattro anni di vita, il BTP Più febbraio 2033 riconosce una cedola annua lorda pari al 2,85%, suddivisa in quattro tranche trimestrali. La cedola in pagamento il 25 novembre corrisponde quindi a un quarto di questo tasso annuale, cioè allo 0,7125% per trimestre.
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Quanto rende la terza cedola del BTP Più: numeri e interpretazione
Sul lotto minimo di 1.000 euro, questa percentuale produce un importo lordo di 7,125 euro, da cui viene sottratta la consueta imposta del 12,5%, portando l’incasso netto a circa 6,23 euro.
L’investitore che ha seguito il titolo fin dal debutto ha già beneficiato di due cedole trimestrali, con un ritorno complessivo lordo di 14,25 euro per 1.000 euro nominali. La terza cedola porta il totale lordo a 21,375 euro per ogni 1.000 euro investiti. Tutto regolare, quindi.
Questi numeri che a prima vista possono sembrare poco consistenti, assumono un significato differente quando vengono rapportati a investimenti più consistenti, come nel caso dei portafogli privati tipici della clientela retail evoluta.
Per questo motivo conviene analizzare due casi esemplificativi: un investimento da 10.000 euro e uno da 20.000 euro nominali.
Esempio 1 – Investimento di 10.000 euro
Su un nominale di 10.000 euro, ossia dieci volte il lotto minimo, la cedola trimestrale produce:
- Cedola lorda:
10.000 × 0,7125% = 71,25 euro - Cedola netta:
Applicando la stessa proporzione netta del lotto minimo (circa l’87,4% dell’importo lordo), il pagamento effettivo diventa:
71,25 × 0,874 ossia 62,34 euro netti
Questo flusso, replicato quattro volte l’anno, porta il rendimento netto trimestrale effettivo vicino allo 0,623%, che su base annua equivale a circa il 2,49% netto, coerente con il profilo del titolo dopo la tassazione.
Per un risparmiatore orientato a integrare il reddito disponibile, ad esempio un pensionato o un investitore prudente, questo valore rappresenta un flusso costante e prevedibile, utile per spese correnti o per diversificare sorgenti di rendimento in fasi di volatilità dei mercati.
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Esempio 2 – Investimento di 20.000 euro
Raddoppiando il nominale, raddoppiano meccanicamente anche gli importi:
- Cedola lorda:
20.000 × 0,7125% = 142,5 euro - Cedola netta:
142,5 × 0,874 circa 124,6 euro netti - Su base annuale, ciò significa circa 498 euro netti, una cifra che può rappresentare una componente significativa per chi costruisce un portafoglio obbligazionario orientato alla rendita.
Una cedola che si inserisce in un percorso di crescita
Il valore della cedola trimestrale del 25 novembre è solo un tassello di un percorso più lungo: la prossima cedola arriverà a febbraio 2026, confermando la cadenza regolare del titolo. A partire dal quindi anno il tasso cedolare aumenterà, secondo la struttura step-up prevista in fase di emissione, offrendo un incentivo ulteriore al mantenimento del titolo fino alla scadenza.
In un contesto generale in cui i tassi ufficiali sono entrati in una fase di potenziale stabilizzazione o progressivo ribasso, strumenti come il BTP Più mantengono un ruolo interessante all’interno di portafogli bilanciati grazie alla combinazione di flussi trimestrali, visibilità sui rendimenti e duration medio-lunga.
Per gli investitori che cercano reddito senza esporsi alla volatilità azionaria, la terza cedola conferma dunque il valore aggiunto del titolo.
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Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.















