Come capire se e quando conviene vendere BOT prima della scadenza

E’ conveniente vendere BOT prima della scadenza o è preferibile attendere sempre la fine della durata naturale? Se vuoi sapere cosa ti conviene fare con i Buoni Ordinari del Tesoro presenti nel tuo portafoglio di investimento, non devi far altro che leggere fino in fondo la nostra guida.

Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire se:

  • conviene vendere prima della scadenza i BOT
  • (in caso affermativo) quando conviene vendere in anticipo i BOT
  • (e) quando invece non conviene vendere i BOT prima della scadenza

Come avrai certamente intuito non c’è una regola precisa. Molto spesso si tende a dare per assodato che la vendita in anticipo dei BOT è sempre sconsigliata. In realtà questo è solo uno dei tanti luoghi comuni della gestione del risparmio. La verità è che non è possibile stabilire una procedura che valga sempre. Tutto dipende dalle singole specificità e dagli obiettivi del risparmiatore.

Conviene vendere i BOT prima della scadenza?

La vendita dei BOT viene calcolata alla luce del costo del denaro sul mercato degli operatori nel momento in cui viene effettuata l’operazione di cessione. E’ quindi l’ammontare di questo costo a determinare la convenienza o meno della vendita in anticipo.

I Buoni Ordinari del Tesoro sono titoli a breve termine che hanno scadenza di 6 mesi o un anno (BOT semestrale e BOT annuali). Fino a pochi anni fa, il Tesoro era solito collocare anche BOT trimestrali ma questa lunghezza è diventa sempre più rara tanto da andare quasi in disuso. Teoricamente, comunque, è il Tesoro a stabilire se le esigenze di cassa richiedono o no l’emissione di BOT semestrali. Ciò significa che non è da escludere che, in futuro, possano esserci emissioni di BOT a tre mesi.

Attualmente, comunque, la tendenza è quella di emettere (nuovo collocamento o nuova tranche di titoli in corso di emissione), un BOT a 6 mesi e un BOT a 12 mesi ogni mese (consulta qui gli aggiornamenti sulle nuove emissioni di BOT).

A prescindere dalla durata, il guadagno è determinato dallo scarto di emissione, vale a dire dalla differenza tra il valore nominale e il prezzo pagato.

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Quando conviene vendere in anticipo i BOT?

Vendere in anticipo i BOT significa perdere parte degli interessi residui (legati alla durata dell’emissione). Il risparmiatore che decide di vendere prima della scadenza i BOT dovrà anche farsi carico della differenza che sussiste tra le quotazioni al momento dell’acquisto e quelle al momento della vendita.

Come anticipato in precedenza, il prezzo della cessione viene calcolato tenuto conto del costo del denaro sul mercato degli operatori. Da tale costo vanno poi detratte le commissioni fisse e variabili che sono legate alla durata residua del Buono Ordinario del Tesoro.

Tali commissioni dovute alle banche sono comunque soggette a limiti essendo pari:

  • allo 0,03% per i titoli con durata residua uguale o inferiore agli 80 giorni;
  • allo 0,05% per i titoli con durata residua nel range tra gli 81 ed i 140 giorni;
  • allo 0,10% per quelli con durata residua nel range tra i 141 ed i 270 giorni;
  • allo 0,15% per i titoli con durata residua pari o superiore a 271 giorni.

I limiti indicati sono riportati sul sito del MEF.

Alla luce di quanto detto, la vendita dei BOT prima della scadenza è consigliabile solo se il risparmiatore ha necessità improvvisa di liquidità oppure se, a causa di un cambio del sentiment di mercato, si sono aperte interessanti occasioni di investimento su altri asset (ad esempio obbligazioni) e quindi c’è la necessità di smobilitare impegni.

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Quando non conviene vendere BOT prima della scadenza

Se vendere BOT prima della scadenza è consigliabile solo se il risparmiatore si trova ad affrontare imprevisti, NON vendere in anticipo è il principio da seguire in linea di massima.

A causa delle loro caratteristiche e della durata molto breve sono da comprare solo se si ha la pressocchè totale sicurezza di poterli detenere fino alla fine. E considerando che il rendimento dei Buoni del Tesoro è magro, i BOT oggi sono solo un parcheggio di liquidità.

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