Gli ETF, o Exchange Traded Fund, sono strumenti finanziari che fanno riferimento ad un fondo d’investimento e riassume in sé le principali caratteristiche di un fondo e di un’azione, prendendo il meglio da entrambe. Quindi un ETF è solitamente caratterizzato da:

• Meno rischi, per merito della diversificazione
• Negoziazione in tempo reale, e in modo trasparente.

La tassazione sugli ETF si applica sul dividendo distribuito e, dal 1° Luglio 2014, deve sottostare ad un’aliquota sui rendimenti che è salita dal 20% al 26%. Tale livello è stato confermato anche negli anni successivi. Il regime di tassazione sugli ETF in vigore nel 2022 è quindi lo stesso degli anni precedenti. Nessuna novità è stata apportata dal legislatore. Viene quindi applicata anche l’imposta di bollo sul conto deposito titoli che sempre dal 2014 è cresciuta allo 0,2% dal precedente livello di 0,15%.

La tassazione ETF applicata attualmente vieta indirettamente la pratica della compensazione delle minusvalenze.

Questo significa che, se acquisti un determinato ETF a 300 e lo rivendi a 200, non dovrai versare tasse perché avrai generato una minusvalenza.

Nel caso in cui, però, anche in minusvalenza, quello stesso ETF ha generato dividendi di valore 50, questo verrà rivenduto a 150 ma l’aliquota del 26% andrà applicata solo sul dividendo di 50.

Esistono altre distinzioni tra tipologie di ETF esistenti, e quindi di Tassazione ETF. Un discorso a parte va poi ulteriormente fatto sulla tassazione ETC.

Tassazione ETF armonizzati e non armonizzati

Tassazione ETF armonizzati e non armonizzati


La differenza tra ETF armonizzati e non armonizzati è la seguente:

• Gli ETF armonizzati sono tutti quegli strumenti d’investimento conformi alle direttive europee; essi possono essere tranquillamente quotati e scambiati attraverso la Borsa Italiana e alcune borse europee.

• Gli ETF non armonizzati sono invece tutti quegli strumenti d’investimento non conformi alle direttive europee. In questo caso non sarà possibile la compravendita attraverso la Borsa Italiana o Europea.

Ma qual è la differenza nella tassazione degli ETF armonizzati e non armonizzati?

Per quanto riguarda gli ETF armonizzati la tassazione sarà compito della banca che effettuerà, a titolo di sostituto d’imposta, la ritenuta del 12,5% nel caso l’ETF sia costituito da titoli di stato oppure del 26% per tutti gli altri titoli.

Nel caso in cui l’ETF sia costituito da un misto di titoli di stato e altri titoli in qualsiasi percentuale, la banca riterrà le aliquote corrette in base alla percentuale di costituzione dell’ETF.

Gli ETF non armonizzati invece non godono dell’aiuto della banca, ma sarà l’investitore stesso a dover tenere traccia della liquidità generata (o persa) e inserirla nella dichiarazione dei redditi. Volume che parteciperà al totale del reddito complessivo, da tassare secondo le norme IRPEF.

Sarà buona norma tenere ben presente questa differenza di tassazione tra ETF armonizzati e non armonizzati, così da scegliere la via migliore da seguire in sede di investimento.

Tassazione dividendi ETF 2022

La tassazione sui dividendi ETF si applica solo sulla liquidità effettivamente realizzata, ed è perciò da dividere in due casi:

• Il caso degli ETF a distribuzione, nei quali l’investitore ottiene liquidità a cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale. La tassazione sui dividendi ETF che si dovrà applicare sarà del 26%.

• Per il caso degli ETF ad accumulazione invece, che sono tutti quelli a capitalizzazione composta, il capitale generato viene totalmente reinvestito nell’attività finanziaria al fine di generare ulteriori interessi. In questo particolare caso, infatti, la tassazione sugli ETF verrà applicata solo dopo che l’investitore entrerà effettivamente in possesso della liquidità. La cifra esatta su cui la tassazione sui dividendi ETF dev’essere applicata si calcola facendo la differenza tra il capitale lordo incassato e quello investito.

LEGGI ANCHE >>> ETF ad accumulazione o distribuzione: confronto e differenze

Capital Gain ETF

Il Capital Gain su un ETF altro non è che la plusvalenza generata (e quindi già in tuo possesso) ma qui, a differenza del Capital Gain derivante da un singolo investimento, non sarà possibile compensare tramite minusvalenze passate. La tassazione sul Capital Gain degli ETF può essere ottimizzata investendo in ETF di accumulo, rimandando perciò il momento di applicare l’imposta a quando venderai effettivamente la tua posizione.

Su un esempio d’investimento di 100.000 € con rendimento lordo del 6% annuo si avrà un ritorno, dopo un solo anno, del 4,4% al netto dell’imposta. Ma con un ETF di accumulo, ed un reinvestimento dei capitali nell’arco di 30 anni, il rendimento aumenta al 5,15% al netto dell’imposta.

Fiscalità ETF esempio

Riprendendo i dati dell’esempio precedente vediamo il caso in cui l’ETF sia distribuito o d’accumulo, e ancora: armonizzato o non armonizzato.

Assumiamo, come esempio base, un investimento di 100.000€ con una durata minima di un anno e con un rendimento lordo annuo del 6%.

ETF Distribuito armonizzato:

Tassazione base del 26% sulla liquidità generata, a patto che questo ETF non comprenda titoli di stato. Avremo quindi un rendimento netto del 4,4%. Nel caso in cui l’ETF comprenda titoli di stato, l’aliquota da applicare sulla percentuale interessata sarà del 12,5%, mentre rimarrà del 26% sul restante. In questo caso il rendimento netto dipende dalle percentuali di costituzione dell’ETF.

ETF d’accumulo armonizzato:

Stesso discorso del precedente, ma con un’aliquota sempre minore man mano che passano gli anni.

ETF distribuito e d’accumulo non armonizzato

Passata la scadenza effettiva dell’ETF sarà necessario inserire l’eventuale plusvalenza (o minusvalenza) nella dichiarazione dei redditi e pagare le imposte secondo le norme IRPEF.

Tassazione ETC 2022

Se il discorso sulla tassazione dei dividendi degli ETF è chiaro, ti suggerisco ora di prestare un attimo attenzione alla tassazione degli ETC. Molto spesso questi due strumenti vengono tra loro assimilati ma in realtà si tratta di prodotti di investimento diversi come puoi leggere in questo articolo che analizza le differenze tra ETF e ETC.

Dal punto di vista fiscale, diversamente da quello che avviene con gli ETF, nella tassazione degli ETC resta valido il principio della compensazione tra plusvalenze e minusvalenze.

Nel caso degli ETC, inoltre, per trovare l’aliquota esatta di tassazione è necessario esaminare la natura stessa dell’ETC e il reddito che lo produce.

Fiscalmente i redditi derivanti dagli ETC sono soggetti all’imposta sostitutiva del 26% ma non sono considerati alla stregua di attività finanziarie finalizzate al godimento di capitale investito e di conseguenza non rientrano tra i redditi da capitale.

I redditi che hai maturato investendo in ETC vanno invece messi nella categoria dei redditi diversi di natura finanziaria.