Investitore e risparmiatore
Boom di risparmiatori in Italia ma solo in pochi passano ad investitori (www.risparmioggi.it)

L’ultima Indagine sul Risparmio delle Famiglie Italiane, realizzata da Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Centro Einaudi, ha fotografato un Paese che continua a stringere i cordoni della borsa con consapevolezza crescente ma ancora zavorrato dalla paura del rischio. L’Italia del risparmio si conferma prudente, previdente e attenta alla sicurezza del capitale più che alla sua valorizzazione. Insomma un popolo di risparmiatori si, ma non di investitori!

E a dirlo non i numeri dell’indagine.

Cresce il numero dei risparmiatori, ma pochi diventano investitori

Il dato più eclatante del report è che il 58% degli italiani riesce a risparmiare: il valore più alto degli ultimi 20 anni. Un segnale incoraggiante che evidenzia una maggiore attenzione alla stabilità finanziaria personale. Tuttavia, nonostante aumenti la quota di chi investe in modo mirato, con strumenti adeguati e pianificazione, la transizione da “risparmiatore” a “investitore” resta lenta e difficile.

Molte famiglie mantengono portafogli poco diversificati, con una forte predilezione per strumenti a basso rischio come le obbligazioni. Cresce il risparmio gestito, ma rimangono evidenti limiti strutturali:

  • scarsa alfabetizzazione finanziaria,
  • bassa propensione al rischio,
  • tendenza generale a vedere i mercati finanziari come una minaccia più che un’opportunità.

Così fare il fatidico salto non è affatto facile….

Il risparmio come scudo contro l’incertezza

Il risparmio in Italia continua ad avere una connotazione fortemente precauzionale. Questo è vero soprattutto tra le fasce più anziane della popolazione, che si preoccupano dell’assistenza e delle cure future. Ma anche molti giovani risparmiatori condividono questo approccio difensivo: accantonare denaro come assicurazione contro l’imprevisto, più che come mezzo per costruire ricchezza.

Il mantra non è cambiato: per evitare perdite, la cosa più saggia è stare alla larga dai mercati. Una strategia prudente, certo, ma che nel lungo termine rischia di essere inefficace in un contesto di inflazione e rendimenti reali negativi.

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Paura e scarsa educazione finanziaria: i veri nemici

Dietro alla bassa propensione all’investimento c’è una paura strutturale: il timore dei crolli di mercato. Una paura legittima, ma che spesso impedisce di cogliere le opportunità. L’investitore consapevole sa che la volatilità è parte integrante del percorso di crescita dei capitali. Sa che il tempo, se ben gestito, è un potente alleato. Ma per molti italiani, l’idea di vedere diminuire il valore del proprio denaro, anche solo temporaneamente, è inaccettabile.

Il passaggio da risparmiatore a investitore richiede un cambio di mentalità: accettare il rischio come il prezzo da pagare per ottenere rendimento. Richiede anche una maggiore educazione finanziaria e, spesso, il supporto di professionisti di fiducia capaci di tradurre obiettivi in strategie concrete.

Le incognite di agosto: mercati meno rilassati delle vacanze

Mentre molte famiglie si godono le ferie estive, i mercati finanziari si avviano verso settimane potenzialmente turbolente. L’indicatore Barclays che misura l’euforia azionaria ha toccato livelli di allerta, alimentato da una nuova ondata di entusiasmo (e rischio) da parte degli investitori retail sulle migliori piattaforme di trading online. Dopo la flessione di aprile, si è vista una corsa verso asset altamente speculativi: meme stock, criptovalute, titoli di piccole società ancora in perdita.

L’attenzione degli analisti è puntata su tre fattori:

  • dati sull’inflazione,
  • dati sull’occupazione statunitense,
  • indicazioni sulle future mosse delle banche centrali. Il simposio di Jackson Hole di fine mese potrebbe offrire segnali cruciali, soprattutto se Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, dovesse dare indicazioni su futuri tagli dei tassi.

Tirando quindi le somme, il risparmio degli italiani oggi è più che mai un riflesso del loro stato d’animo collettivo: prudente, timoroso, in cerca di sicurezza. Ma è proprio in tempi incerti che il ruolo dell’educazione finanziaria, della pianificazione e della gestione consapevole del rischio diventa cruciale.

Solo così il risparmio potrà davvero trasformarsi in uno strumento di crescita e non solo in un salvagente contro le tempeste della vita.

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