carri armati, aerei da guerra e grafico su ETF
Confronto ETF difesa globale e ETF difesa europea (www.risparmioggi.it)

E’ un momento di grande popolarità per gli ETF difesa che aumentano sia di numero che ne loro patrimonio gestito grazie agli afflussi record degli ultimi mesi sostenuti dall’incremento delle spese militari. Nel 2024 la spesa militare globale è arrivata al record di 2,7 trilioni di dollari, in rialzo del 9,4% rispetto ai 2,3 trilioni del 2023. A svelarlo è stato un report del SIPRI, Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma. Guardando allo storico si è trattato della crescita su base annua più pronunciata dalla fine della seconda guerra mondiale.

Fino a pochi mesi fa, parlare di fondi che seguono indici legati alla difesa significava unicamente fare riferimento agli ETF difesa globali mentre gli strumenti che seguivano indici europei erano quasi una rappresentanza. Con il lancio del piano Re-Arm da parte dell’Unione Europea e l’incremento della quota di Pil destinata alla difesa deciso da molti paesi dell’UE, la “geografia” degli ETF sulla difesa è cambiata anche se, per adesso, la ripartizione resta sempre quella storica con gli ETF difesa globali a dominare la scena e quelli europei appena agli albori del loro sviluppo.

E allora, proprio con l’obiettivo di offrire ai nostri lettori dati utili sull’andamento di questi fondi tematici, abbiamo confrontato gli ETF globali sulla difesa (mercato dominato dai titoli americani) con gli ETF che invece replicano azioni europee del comparto. Il risultato è molto chiaro ed esprime perfettamente le trasformazioni geopolitiche in atto.

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Sul mercato oltre 50 ETF sulla difesa globale

Nel 2024 sono stati investiti sugli ETF dedicati alla difesa globale qualcosa come 4,1 milioni di dollari. Nei primi 5 mesi del 2025 8,4 milioni di dollari si sono riversati su questi fondi tematici, oltre il doppio della somma riferita a tutto lo scorso anno. Il trend in atto non ha bisogno di commenti. Il montante investito si è riversato tra oltre 50 ETF tematici dedicati al settore della difesa globale che sono presenti sul mercato. Alcuni di questi fondi sono “storici” essendo in quotazione da anni.

Tutti gli ETF hanno lo stesso minimo comun denominatore: la spiccata esposizione alle azioni americane della difesa. Nulla di cui meravigliarsi visto che, fino alla svolta di Trump, erano gli Stati Uniti a sostenere la NATO ed erano sempre gli Usa ad essere militarmente impegnati in molti teatri militari in tutto il mondo. Da decenni la spesa dedicata alla difesa è un capitolo centrale nel bilancio federale americano.

Con il secondo mandato Trump, le risorse per l’industria della difesa in Usa continuano a restare su livelli molto alti ma, parallelamente, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, aumentano anche in Europa ed è questa la vera novità di cui gli investitori hanno preso atto.

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9 ETF sulla difesa europea sono negli ultimi mesi

Secondo una recente analisi della Reuters solo negli ultimi sette mesi sono stati lanciati 9 ETF sulla difesa europea ossia fondi che replicano indici esposti alle sole azioni europee del comparto tra cui è spesso presente anche l’italiana Leonardo (e, in misura minore, Fincantieri).

Attenzione perchè non stiamo parlando di ETF UCITS (ossia quelli autorizzati in Europa) visto che comunque molti dei fondi quotati sulle borse europee investono nelle azioni globali della difesa, ma unicamente di ETF che come sottostante replicano hanno indici europei.

Nonostante il dinamismo del comparto, gli ETF focalizzati sull’Europa restano lontani da quelli sulla difesa globale sia per numero che per masse gestite.

Del resto fino a prima dell’attacco russo all’Ucraina, gli investitori italiani ed europei non erano proprio interessati alle azioni europee del comparto difesa, figuriamoci ad ETF con esposizione sulla difesa dell’Unione Europea! A maggio 2023 le azioni Leonardo, come detto presenza fissa negli ETF sulla difesa europea, scambiavano a 10,6 euro contro i 54,22 euro attuali. Una performance che non ha bisogno di commenti.

La tendenza per il futuro è facilmente intuibile: sempre più gestori patrimoniali sfrutteranno l’inevitabile crescente appeal per le azioni della difesa europea per lanciare altri ETF specializzati sull’industria europea della armi. Del resto con gli 880 miliardi del piano Re-Arm dell’Unione Europea le commesse per le big del settore sono garantire.

Ci sarà sempre più fermento e questo è anche confermato dal fatto che gestori europei come Allianz e UBS sempre contrari ad investire sul segmento difesa, ora hanno cambiato idea quotando loro ETF.

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