Agosto è un mese particolare sul fronte dei titoli di stato con aste ridimensionate e volumi di acquisti che sono più contenuti rispetto al solito. Per questa ragione è un buon mese per tirare le somme e per provare a capire cosa potrebbe avvenire nel quadrimestre restante. Tra le tante che ci pervengono quotidianamente c’è una domanda che ci ha incuriosito. Un nostro lettore ci ha chiesto se ed eventualmente quante probabilità ci siano che ci possano essere nuove emissioni riservate solo ai retail quindi un nuovo BTP Valore oppure nuovo BTP Italia. O, perchè no, entrambi.

In particolare, l’ipotesi di una seconda emissione del BTP Valore, dopo il successo di quello collocato a giugno, è quella più suggestiva ed è sostenuta anche dalle dichiarazioni possibiliste in tal senso che all’epoca furono fatte da rappresentanti del governo. Ma, quando si parla di strumenti finanziari, è fondamentale fare riferimento ai numeri e non tanto alle dichiarazioni. Sono i numeri a dire se ci sono i margini per un nuovo BTP Valore o un nuovo BTP Italia entro fine anno. Tutto, infatti, dipende da quello che è il fabbisogno dello Stato.

Nuovo BTP Valore o nuovo BTP Italia rientrano nei piani del governo

altare della patria a Roma
Il governo pensa ad un nuovo BTP Valore o a un nuovo BTP Italia per fine 2023

Una eventuale nuova emissione retail per fine anno sarebbe in linea con quella che è politica di nazionalizzazione del debito che il governo Meloni ha sempre seguito. Non è un mistero, infatti, che MEF ed esecutivo abbiamo puntato tanto sul possesso di titoli di stato da parte delle famiglie. Esse possono comprare BTP cedola fissa in asta e sul secondario ma sono i BTP a cedola variabile ad aver registrato sempre il maggior interesse.

C’è da mettere la mano sul fuoco sul fatto che l’approccio del governo non sia cambiato. Tuttavia è necessario capire se il governo ha o no il contesto della sua. Fino a giugno con l’emissione del primo BTP Valore della storia della Repubblica, la situazione era favorevole a causa di una inflazione alta. Gli ultimi dati sull’evoluzione dei prezzi al consumo confermano che il trend si è invertito. Se l’inflazione si abbassa le condizioni per il collocamento di un nuovo BTP Valore o di un nuovo BTP Italia non è che sono quelle ideali. Il governo potrebbe quindi restare imponente e rinunciare ad una nuova emissione retail che, dal suo punto di vista, sarebbe perfetta per nazionalizzare ancora di più il debito.

Solo un BTP retail alla fine potrebbe essere emesso entro fine anno

Considerando quanto detto nel paragrafo precedente, alla fine, il MEF potrebbe optare per una soluzione intermedia: una sola emissione retail e quindi o un nuovo BTP Valore o un nuovo BTP Italia. Quest’ultimo manca da più a lungo essendo stata l’ultima emissione nello scorso mese di marzo quando venne collocato il BTP Italia marzo 2028. Tuttavia il BTP Italia è indicizzato proprio all’inflazione che, essendo in fase calante, non sarebbe proprio il massimo dell’appeal. E allora si torna alla prima ipotesi quella del nuovo BTP Valore.

I numeri più recenti di Bankitalia confermano il forte interesse degli italiani verso i titoli di stato. A maggio (ultimo mese con i dati di Via Nazionale sul possesso del debito), i BTP in mano alle famiglie sono stati 248,4 miliardi, in leggero rialzo rispetto ad aprile. Nei mesi precedenti c’era stato invece un vero e proprio rally favorito della prima palese impennata dei rendimenti dei BTP. Sempre nel mese di maggio gli stranieri si erano sbarazzati di ben 3,5 miliardi netti di bond sovrani sancendo la riuscita dell’operazione governativa di nazionalizzazione del debito.

Il dato riferito al frame temporale maggiore, da inizio anno a maggio 2023 ribadisce il conseguimento dell’obiettivo fortemente voluto dal MEF: gli acquisti di BTP tra le famiglie italiane sono stati pari a +105 miliardi di euro. I numeri, quindi, dicono che il terreno è pronto per un nuovo BTP Valore (più plausibile) o un nuovo BTP Italia (che manca da più tempo ma è meno probabile causa contesto).