Se sei interessato a conoscere le varie opportunità di previdenza complementare, ti invitiamo a continuare a leggere questo articolo in quanto metteremo in evidenza le principali caratteristiche e i rendimenti dei fondi pensione negoziali.

Cosa sono i fondi pensione negoziali

Oggi la necessità di disporre di forme di previdenza complementare è sempre più sentita in virtù delle notevoli incertezze circa i futuri importi degli assegni pensionistici. Proprio per questo motivo, banche, assicurazione, società di investimento e di gestione del risparmio, offrono una pluralità di soluzioni in modo da poter soddisfare le esigenze dei diversi soggetti aderenti. Tra questi ti segnaliamo i fondi pensione negoziali, una particolare forma di pensione complementare che richiede determinati requisiti ed è rivolta ad una specifica platea di lavoratori dipendenti e datori di lavoro.

Riprendendo la definizione fornita dal COVIP, possiamo definire i fondi negoziali come “forme pensionistiche complementari istituite dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale“. Questo vuol dire che sono riservati solo ai lavoratori e ai datori di lavoro che risultano iscritti ad un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) che ne permette l’iscrizione o che risultino impiegati in aziende che ne hanno uno di riferimento.

Come si effettua l’adesione a un fondo pensione negoziale

L’iscrizione ad uno di questi fondi pensione dipende da diversi fattori quali la condizione lavorativa e il tipo di fondo che avrai identificato per l’adesione.

Il lavoratore può aderire grazie ad un’azione collettiva versando le quote che sono previste dal proprio contratto di lavoro; in tal caso, in capo al datore di lavoro nasce l’obbligo di versare un contributo al fondo negoziale, rendendo in questo caso la contribuzione più elevata e aumentando di conseguenza anche la pensione complementare che il lavoratore percepirà alla scadenza.

Ricapitolando, quindi, prima di aderire ad una qualsiasi forma di previdenza complementare dovrai assicurarti che la tua Regione di appartenenza, il contratto di lavoro o l’azienda per cui lavori non prevedano l’iscrizione ad uno specifico fondo negoziale, evitando quindi di effettuare degli investimenti azzardati.

Qual è il funzionamento dei fondi negoziali

Dopo che avrai formalizzato la tua adesione ad un fondo negoziale, dovrai definire il livello della contribuzione da versare con cadenza periodica. Quest’ultima dipende da tre elementi principali:

  • il contributo diretto a tuo carico, con un importo minimo definito dai contratti di lavoro, ma eventualmente potrai anche decidere di versare delle somme più alte;
  • la quota TFR, se eventualmente deciderai di versarla al fondo negoziale;
  • il contributo del datore di lavoro, anch’esso stabilito in forma minima.

Nel momento in cui maturerai i requisiti per andare in pensione, potrai richiedere al fondo negoziale il riscatto della pensione complementare sotto forma di rendita mensile, ottenendo in tal modo un’integrazione alla pensione che viene erogata dall’INPS.

I fondi negoziali ti concedono inoltre la possibilità di richiedere il riscatto fino al 50% del capitale versato qualora sussistano particolari esigenze. In ogni caso, è opportuno specificare anche che la pensione che percepirai gode anche del beneficio della reversibilità a favore del coniuge, di altri eredi legittimi o della persona che vorrai eventualmente indicare.

VISITA LA NUOVA SEZIONE DEDICATA ALLA PREVIDENZA

Come scegliere il fondo pensione negoziale

Dopo aver esaminato le caratteristiche dei fondi pensione negoziali, sicuramente il dubbio che ti starai ponendo riguarda come scegliere i migliori fondi pensione negoziali. Soprattutto se ti chiedi anche quali sono i rendimenti di queste forme di investimento.

Fondamentalmente dovrai mettere sul piatto della bilancia tre elementi principali:

  • l’orizzonte temporale, ossia quanti anni mancano al raggiungimento dei requisiti per andare in pensione;
  • stabilire l’ammontare e la frequenza dei contributi;
  • gli eventuali costi applicati dal gestore del fondo.

Subito dopo bisogna poi capire qual è il tuo grado di propensione al rischio. I fondi pensione infatti eseguono degli investimenti in titoli di varia natura che comportano un diverso grado di rischio in termini di rendimento.

Proprio questi ultimi devono essere valutati con molta attenzione, in quanto disporre di statistiche che evidenziano dei buoni rendimenti passati, non corrispondono alla garanzia che questi si ripresenteranno anche nei periodi futuri.

In linea di massima, i fondi pensione negoziali presentano dei punti a favore rispetto ad altre forme di previdenza complementare sia per quanto riguarda la contribuzione (in quanto a quella del lavoratore si aggiunge quella del datore di lavoro più l’eventuale TFR) sia di costi che tendono ad appiattirsi man mano che aumentano gli anni di adesione al fondo. Senza contare poi che assicurano anche la deducibilità dei contributi versati fino all’ammontare della somma di € 5164,57. Ciò quindi porta a stabilire che il rendimento del fondo non deve essere l’unico parametro da valutare nel momento in cui dovrai scegliere la tua forma di previdenza complementare.

In ogni caso, orientarti verso una delle diverse opportunità che il mercato ti mette a disposizione è una scelta importante che ti permetterà di ridurre il gap previdenziale dato dalla differenza tra la pensione ottenuta e le ultime retribuzioni.