Il mercato dei fondi comuni di investimento ESG non è in crisi e, dopo un iniziale smarrimento, sembrerebbe aver superato la trappola della guerra in Ucraina. Contrariamente alle numerose view pessimistiche sulla finanza sostenibile uscite a seguito della crisi geopolitica internazionale, il segmento green dei fondi a gestione attiva e gestione passiva non è uscito ridimensionato da quello che doveva essere un brusco ritorno della finanza alla dura realtà.

Ciò non significa che il conflitto in Ucraina e la tensione internazionale tra Mosca e l’Occidente non abbiano impattato sul settore. In realtà il cambio di contesto ha radicalizzato delle tendenze geografiche che erano già in atto da tempo. I risultati di questa evoluzione sono stupefacenti perchè nonostante la crisi energetica, il forte rialzo dei prezzi delle materie prime e i problemi di approvvigionamento, è proprio l’Europa a conservare il maggior peso nel segmento di mercato della finanza sostenibile.

Mentre altro l’impatto della crisi geopolitica sui fondi ESG si è fatto sentire, nel Vecchio Continente, l’appeal della finanza verde e responsabile è addirittura salito. Ecco cosa dicono i più recenti dati Consob sulla finanza sostenibile:

  • a giugno 2022 il patrimonio dei fondi comuni di investimento ESG europei pesa più dell’80% sul dato globale
  • a giugno 2022, il 50% delle emissioni di obbligazioni sostenibili fa riferimento ai Paesi europei

Questi due dati sono la prova tangibile di un trend ben preciso: nonostante il ribasso dei rendimenti che ha caratterizzato i fondi ESG, gli investitori europei non si sono piegati a quella view arrivata da Oltre Oceano secondo cui i fondi ESG, a seguito della crisi internazionale, si sarebbero rilevati una bolla o, nella migliore delle ipotesi, una moda passeggera. Ebbene continuando ad investire in fondi ESG, gli operatori hanno dimostrato di non credere alle previsioni disfattiste.

Fondi ESG in Europa e in Italia

Vediamo adesso un pò di numeri per comprendere le esatte dimensioni del mercato dei fondi ESG dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Secondo i dati più recenti, a marzo 2022 i fondi ESG avevano raggiunto e superato quota 5 mila in Europa per un patrimonio complessivo pari a quasi 2.300 miliardi di dollari.

In particolare, il dato sul patrimonio aveva evidenziato alla fine del primo trimestre 2022 una progressione di ben il 40% su base annua. Un rally molto forte che vede l’Italia tra i paesi protagonisti. Nel nostro paese, infatti, alla fine del primo trimestre 2022 risultano essere presenti sul mercato oltre 1.900 fondi ESG per un patrimonio complessivo pari a 431 miliardi di euro contro gli appena 295 miliardi di marzo 202.

Puoi trovare una vasta scelta di fondi di investimento ESG su piattaforme specializzate come Fundstore.

Quando investire in fondi comuni ESG conviene?

Come si fa ad affermare che investire in fondi ESG conviene se i rendimenti sono in calo? Questa è domanda regina dalla cui risposta dipende la chiave di lettura dell’intero comparto non per le prossime settimane ma sul lungo termine.

Iniziamo col dire che il crollo delle borse avvenuto nel primo semestre 2022 ha impattato sui rendimenti dei fondi comuni. Molti investitori che avevano comprando fondi nei mesi di forte crescita dei mercati, si sono sentiti persi. Domanda su cosa fare con i fondi comuni in perdita sono entrate nelle tendenze di ricerca e questo dice tutto.

Ciò premesso, come ha messo in evidenza l’amministratore delegato di BlackRock Larry Fink, la vera sfida dei fondi ESG sarebbe iniziata nel momento in cui le borse, esaurito il bear market, sarebbero tornare su livelli più normali. La prospettiva tracciata da Fink è di lungo termine. Questo è l’orizzonte temporale che dà senso all’investimento in fondi ESG.

Se l’obiettivo è quello di guadagni rapidi e immediati, è meglio non investire in fondi ESG. Se però l’orizzonte temporale è a lunga scadenza, allora la prospettiva cambia. Nel lungo termine, infatti, saranno il green e i fondi ESG a portare utili alle aziende. La traiettoria è tracciata e la crisi geopolitica attuale è solo una parentesi.

Insomma evitare di farsi prendere dal panico (una strada per essere immuni al pessimismo è quella di smetterla di seguire le tante news acchiappaclick dove ogni ora si parla di crollo totale, tempesta perfetta e altri temi simili) è il primo passo da compiere per riconoscere le potenzialità dei fondi ESG.

Considerando i dati che abbiamo visto in precedenza, sembrerebbe che gli investitori europei abbiano capito molto di più questo passaggio rispetto ai più umorali americani. Ma si sa che negli States si è soliti volere tutto e subito.