Il conto corrente non è una “zona d’ombra”: banche, Poste e intermediari inviano periodicamente dati all’Anagrafe dei Rapporti Finanziari. L’Agenzia delle Entrate può incrociarli con la tua dichiarazione e, se emergono incoerenze o anomalie, avviare verifiche. Qui spieghiamo cosa può far scattare l’attenzione e come organizzarti per dormire sereno.
Controlli sui conti correnti: cosa vede davvero il Fisco sul tuo conto
Gli istituti comunicano l’esistenza dei rapporti (conti, carte, dossier titoli) e i movimenti principali (versamenti, prelievi, bonifici). Queste informazioni, lette assieme al tuo profilo reddituale, consentono di individuare volumi incoerenti, flussi ricorrenti senza causale, o uso anomalo del contante. Non significa che ogni operazione generi un controllo: il tema è coerenza e tracciabilità.
Operazioni che possono far scattare segnalazioni antiriciclaggio
Nel perimetro antiriciclaggio, l’intermediario valuta i comportamenti a rischio e, se necessario, invia una segnalazione di operazione sospetta. In particolare destano attenzione:
- Contante oltre 10.000 € nel mese solare (anche come somma di più operazioni).
- Movimenti frequenti e senza giustificazione (versamenti/prelievi ripetuti, anche sotto soglia).
- Volumi sproporzionati al reddito dichiarato o al profilo economico noto.
Qualsiasi operazione “strana” allo sportello o in app, priva di logica economica chiara, può essere approfondita.
Oltre al contante, è bene prestare attenzione a:
- Bonifici ricorrenti senza causale comprensibile.
- Bonifici da/per l’estero: importi oltre 5.000 € sono spesso oggetto di particolare attenzione per il contrasto all’evasione internazionale.
- Accrediti senza giustificazione: in mancanza di prove possono essere letti come redditi non dichiarati.
- Assenza totale di prelievi a fronte di stipendi accreditati: può emergere la domanda “da cosa vivi?”, specie se si accumula risparmio anomalo rispetto ai redditi.
Da ricordare che i trasferimenti tra familiari per aiuto economico, in sé, non sono illeciti. Resta comunque prudente indicare una causale chiara e conservare una traccia (ad esempio, la scrittura di una donazione o prestito).
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Controlli fisco sui conti correnti: come stare tranquilli
La ricetta è abbastanza semplice: tieni le carte in ordine e racconta bene i movimenti. Ogni volta che entra denaro “straordinario” (vendita tra privati, prestito familiare, donazione, rimborso, vincita, risarcimento) metti da parte un documento giustificativo con data certa (ricevuta, scrittura privata, attestazione).
Quando fai o ricevi un bonifico, usa causali chiare (“prestito familiare senza interessi”, “rimborso spese viaggio”, “donazione liberale”), così chi legge capisce al volo. Se i flussi crescono rispetto al solito, verifica che siano coerenti col reddito e spiegabili (bonus, TFR, rimborsi).
Per le spese importanti prediligi pagamenti tracciabili: aiutano a ricostruire entrate e uscite senza equivoci. E se arriva una richiesta di chiarimenti, rispondi con calma, inviando copie dei documenti con date e riferimenti ben visibili.
Il Fisco non setaccia tutto indiscriminatamente: cerca incoerenze. Le eviti con documenti a posto, causali sensate e movimenti coerenti con il tuo profilo. Se gestisci contanti o fondi dall’estero, prepara in anticipo la prova della provenienza. La regola d’oro resta sempre la stessa: tracciabilità e buon senso.
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