Come inserire i buoni fruttiferi nell’Isee? Da ormai moltissimi anni, i buoni postali rappresentano delle soluzioni apposite per permettere agli italiani di sfruttare al massimo i loro risparmi. In particolar modo essi sono apprezzati per la loro economicità e semplicità, ma anche perché permettono di venire destinati a coloro che non sono soliti investire nel mondo online. A richiedere i buoni fruttiferi sono così soprattutto le famiglie, le quali decidono di procedere con la cointestazione, nominando i figli. Ma come inserire buoni fruttiferi Isee?

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Dal 2011 grazie al decreto legge numero 201 e il decreto legislativo n. 68 del 2012, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato vita, per quanto concerne l’indicatore ISEE, a delle pesanti sanzioni nel momento in cui vengono fornite delle dichiarazioni parziali o false. Per evitare così possibile multe occorre capire come inserire i buoni fruttiferi cointestati nell’Isee.

Dove inserire i buoni fruttiferi nell’Isee

buoni fruttiferi e isee

I buoni fruttiferi nell’Isee rischiano di creare un dubbio in tutte quelle persone che ne dispongono in quanto non sanno realmente se questi investimenti potrebbero in qualche modo andare ad incrementare il loro valore totale. Non vi è però una soluzione univoca quando si parla dell’ambito tributario.

Stando a quanto afferma la legge non vi è una norma specifica che punisca coloro che omettono di avere dei buoni fruttiferi se non sa di possederli.

Nonni o genitori infatti sono soliti inserire il nome del nipote o del figlio senza però avvertirlo per tempo. Il loro scopo è quello di lasciare dei beni in eredità, agevolando la riscossione.

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Coloro che invece li hanno sottoscritti devono inserire i buoni fruttiferi nell’Isee e l’importo specifico da dichiarare nella DSU è relativo alla percentuale posseduta effettivamente. Nello specifico se il buono ha due intestatari, la quota del capitale sarà pari al 50%, mentre tenderà a scendere al 33% nel momento in cui si avranno tre intestatari e a 25% nel caso di quattro.

I buoni fruttiferi vanno così inseriti nell’Isee soltanto se il titolare ne è a conoscenza e soprattutto se sa a quanto ammonta la percentuale a lui spettante sul totale dei risparmi.

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