Tra le obbligazioni più discusse degli ultimi anni, il bond austriaco con scadenza 2120 – ISIN AT0000A2HLC4, noto nel mercato come Austria Matusalemme – è tornato sotto i riflettori. Il motivo è evidente: prezzi ai minimi storici dopo un crollo che ha pochi precedenti nel mondo obbligazionario investment grade.
Ma dietro a quotazioni così depresse si nasconde un’opportunità o una trappola per investitori troppo ottimisti?
Coin quest brief andremo ad analizzare struttura, andamento dei prezzi e profilo rischio-rendimento del titolo, per capire se l’attuale fase rappresenti un punto di ingresso interessante oppure se, al contrario, è meglio lasciar perdere.
Indice
Cosa sono le obbligazioni Austria 2120
Facciamo un passo indietro per meglio inquadrare il tema.
Austria 2120 è un’obbligazione sovrana a lunghissima scadenza emessa dalla Repubblica d’Austria. Proprio la durata infinita è alla base del nomignolo Matusalemme che è stato affibbiato al prodotto e da allora lo identifica più della denominazione ufficiale e dello stesso ISIN. La cedola annua di Austria 2120 è dello 0,85%, pagata fino a scadenza. Si tratta quindi di un titolo ultra-long, concepito in un contesto di tassi prossimi allo zero (se non negativi) e di politiche monetarie ultra-espansive.
Dal punto di vista del merito creditizio, l’emittente non è in discussione: l‘Austria è uno Stato solido, con rating elevato e un rischio di default considerato remoto. Tuttavia, ridurre l’analisi al solo rischio emittente sarebbe un errore grave. Il vero elemento distintivo di questo bond è un altro: la duration.
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Per il Matusalemme un andamento di prezzo “estremo”
Il percorso del prezzo dell’Austria 2120 è emblematico del cambio di regime dei mercati finanziari. Nel dicembre 2020, nel pieno dell’era dei tassi negativi e della liquidità abbondante, il bond toccava un massimo vicino ai 138 euro, ben sopra il valore nominale.
Da allora, la musica è cambiata. La fiammata inflazionistica post-pandemia ha costretto le banche centrali a una delle più aggressive strette monetarie degli ultimi decenni. Il risultato è stato devastante per i titoli a lunghissima durata: il prezzo dell’Austria 2120 è crollato di circa il 70%, arrivando oggi a quotare intorno ai 30 euro, in prossimità dei minimi assoluti (29,4 euro il minimo annuo).
Un drawdown di questa entità su un titolo governativo europeo è raro e spiega perché il bond sia diventato oggetto di interesse soprattutto tra investitori sofisticati e trader macro.
Duration elevatissima: il cuore del rischio (e dell’opportunità)
Con una duration prossima ai 98 anni, l’Austria 2120 è uno degli strumenti più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse disponibili sul mercato. In termini pratici, piccoli movimenti dei rendimenti di lungo periodo producono oscillazioni di prezzo enormi.
Questo implica che il bond non può essere considerato un investimento obbligazionario tradizionale. Il rendimento cedolare, ai prezzi attuali, si aggira intorno al 3% annuo: un livello che, da solo, difficilmente giustifica l’assunzione di un rischio così elevato.
Il vero driver dell’investimento non è la cedola, ma la possibilità di un apprezzamento significativo del prezzo in caso di un calo dei tassi di interesse lungo la curva. In uno scenario di ritorno a politiche monetarie più accomodanti, o anche solo di normalizzazione dell’inflazione e dei rendimenti reali, il potenziale di rimbalzo potrebbe essere rilevante.
Comprare ora Austria 2120: strategia o scommessa?
Acquistare il bond Austria 2120 ai livelli attuali non è una scelta neutrale. È un’operazione che si colloca chiaramente nel campo del trading tematico sui tassi, più che dell’investimento di lungo periodo.
Questo bond non è adatto a chi cerca:
- stabilità del capitale
- protezione dall’inflazione
- flussi cedolari prevedibili
- una strategia buy & hold fino a scadenza (praticamente teorica)
Al contrario, può avere senso per investitori con elevata propensione al rischio, consapevoli della volatilità estrema dello strumento e pronti a gestire attivamente la posizione. Il suo utilizzo ideale è in operazioni tattiche o di medio periodo, basate sull’aspettativa di una discesa dei tassi di mercato. Un elemento da non trascurare è la fiscalità: il capital gain sulle obbligazioni governative beneficia di una tassazione agevolata al 12,5%, che rende ancora più interessante l’eventuale recupero del prezzo.
Tirando le somme il bond Austria 2120 non è a saldo nel senso tradizionale del termine: è a prezzo depresso perché il mercato sta prezzando un contesto di tassi strutturalmente più alti rispetto al passato. Se questo scenario dovesse cambiare, il potenziale di rivalutazione è significativo; se invece i rendimenti restassero elevati a lungo, la volatilità rimarrebbe un fattore dominante.
In sintesi, il rischio emittente è contenuto, ma il rischio di prezzo è estremo. Sarà pure un governativo di un paese top dell’affidabilità, ma di certo Austria 2120 è tutto tranne che un porto sicuro. Il Matusalemme è e sarà uno strumento da maneggiare con cautela: potente nelle mani giuste, pericoloso per chi lo scambia per una obbligazione come tante.
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