Una raffica di vendite ha accolto la trimestrale di Goldman Sachs rendendo molto amaro l’avvio della earning season di Wall Street. La banca d’affari americana è andata subito in affanno non appena i conti dei primi nove mesi del 2025 hanno iniziato a circolare tra analisti e investitori. Titolo subito in picchiata fino a un minimo intraday di 760 dollari, oltre il 3,2% in meno rispetto alla chiusura di ieri. Successivamente l’intensità del rosso si è attenuata con assestamento in area 775 dollari, comunque in ribasso dell’1,8%. La dinamica descritta dalle azioni Goldman Sachs a seguito della pubblicazione dei conti trimestrali è sembrata richiamare il comportamento tipico di quelle quotate travolte dalle vendite a causa di una forte delusione per i risultati raggiunti. E’ questo ciò che sta accadendo oggi alle azioni Goldman Sachs? Davvero i trader sono rimasti così delusioni per i conti trimestrali della banca d’affari? Solo rispondendo a queste domande si può provare a definire una strategia di reazione al trend in atto.
Come è andata la trimestrale di Goldman Sachs?
Non è andata male, anzi se ci si limita a guadare solo alle principali voci di bilancio, si potrebbe anche azzardare che sia andata piuttosto bene. Il terzo trimestre 2025 di Goldman Sachs si è infatti chiuso con ricavi e utili addirittura più alti del consensus della vigilia. Tutto ciò fa apparire ancora più strano il crollo delle azioni GS.
Ma vediamo nel dettaglio.
L’utile per azione (EPS) del terzo trimestre è salito a 12,25 dollari decisamente sopra agli 11 dollari previsti dagli analisti. Lo stesso hanno fatto i ricavi complessivi che arrivando a quota 15,18 miliardi di dollari hanno nettamente superato le pur ottimistiche aspettative collocate a 14,1 miliardi di dollari.
Altri pezzi forti del conto economico di Goldman Sachs sono i ricavi derivanti da valute e materie prime che sono stati pari a 3,47 miliardi di dollari, il 17% in più rispetto a un anno fa e i ricavi da negoziazione di azioni saliti del 7% a 3,74 miliardi di dollari grazie alle più forti entrate nel settore dei finanziamenti. Proprio i ricavi azionari, però, sono diminuiti del 13% rispetto al trimestre precedente ma soprattutto sono risultati più bassi di circa 215 milioni di dollari rispetto alle stime degli analisti. Inutile dire che è probabilmente proprio questo punto ad essere finito nel mirino dei trader che hanno reagito alla delusione vendendo.
In pratica il fatto che sia gli utili trimestrali che ricavi complessivi siano andati meglio delle aspettative grazie ancora una volta alla forza dell’investment banking che già da tempo caratterizza Goldman Sachs, è passato in secondo piano venendo scavalcato dalla delusione per i ricavi da trading azionario inferiori alle attese.
Ecco quindi spiegato come mai nonostante una trimestrale a prima vista forte, le azioni Goldman Sachs siano finite sulla graticola.
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I prezzi delle azioni Goldman Sachs erano troppo alti?
E qui si apre un ulteriore punto perchè sarebbe interessante capire se la decisione di focalizzarsi sui ricavi da trading azionario piuttosto che sui tantissimi altri parametri migliori delle attese della vigilia sia stata quantomeno agevolata dagli alti prezzi che Goldman Sachs aveva raggiunto di recente. In tal caso la sovraperformance delle azioni GS sarebbe almeno in parte la causa dell’odierna pioggia di sell con la questioni ricavi da trading più bassi del consensus che al massimo fungerebbe da assist.
Inutile dire che non è possibile stabilire dove inizia e dove finisce una causa e dove inizia e dove finisce l’altro. Come sempre valutazioni alte a assist ribassisti si danno la mano. Ad ogni modo, pur tenendo conto del crollo post-trimestrale, le azioni Goldman Sachs restano in rialzo del 17% da inizio anno e del 38% su base annua. In particolare anno su anno la prestazione di GS si mangia quella dell’S&P 500 che limita il verde ad appena il 9%. Questi numeri non lasciano spazio ad interpretazioni perchè è chiara la sovraperformance di Goldman Sachs rispetto all’indice di riferimento.
Forse eccessiva e infatti il crollo di oggi è destinato ad entrare quasi negli annali (a livello day trading, è il più ampio dal 10 aprile scorso ossia dall’ultimo grande sell-off dell’azionario Usa allora scatenato dai dazi). Questo poco invidiabile primato sembra quasi dare l’impressione che sia in atto una sorta di ribilanciamento della performance che ha trovato nei risultati commerciale leggermente più bassi delle stime, un assist al momento giusto.
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