Il crollo delle azioni Ferrari, già percettibile nel corso del mattino, non solo non rientra ma addirittura si allarga nel primo pomeriggio tanto da fare della Rossa di Maranello la peggiore quotata della giornata. I numeri non lasciano spazio a dubbi: a fronte di un Ftse Mib che registra una flessione di appena lo 0,3%, le azioni Ferrari crollano del 4,5% attestandosi appena sopra ai 310 euro (minimo intraday a 309 euro). In pratica nel giro di poche ore, la valutazione di Ferrari si è deprezzata di oltre 10 euro visto che il prezzo di apertura era fissato a 320,8 euro. L’alert è quindi un automatismo.
Cosa sta succedendo al titolo di Maranello? E quali sono le opzioni a disposizione dei trader che, senza tanti giri di parole, si stanno ritrovando oggi a fare i conti con un vero e proprio sell-off? Due questioni che sono intimamente collegate tra loro perchè la messa dalla messa a fuoco della dinamica in atto dipende anche il possibile posizionamento operativo.
Crollo azioni Ferrari: quali sono i veri motivi
Non c’è un unico motivo alla base del crollo delle azioni Ferrari ma piuttosto un mix di fattori. Quindi concause e in concreto, la nuova pioggia di valutazioni negative da parte degli analisti e la grande amarezza per come si è concluso il campionato mondiale di Formula 1 edizione 2025 terminato con il Gran Premio dello scorso 7 dicembre. Un driver tecnico e una notizia che, solo apparentemente, dovrebbe interessare gli appassionati di automobilismo ma che, in realtà, riguarda molto il mondo finanziario.
Vediamo nel dettaglio partendo dal peggioramento nella valutazione degli analisti.
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A prendere la parola oggi sono stati gli esperti di ODDO che hanno tagliato il rating dal precedente outperform a neutral alzando però il target price da 430 a 340 euro. Tenendo conto del crollo dei valori, è palese che gli investitori abbiano preferito concentrare la loro attenzione sull’abbassamento del rating, piuttosto che sull’allargamento del potenziale di upside che invece è implicato dall’up di prezzo obiettivo. Il motivo è duplice: tanto per iniziare con questa decisione ODDO va ad allungare la lista di analisti molto prudenti sulle azioni Ferrari e in secondo luogo il downgrade implica un cambio di prospettiva di 180gradi: da bullish a mantenere.
Le motivazioni sono poi un’altra mazzata: le consegne al 2028 sono previste in rialzo più lento delle attese affermano dalla casa di analisi. E poi i numeri: per la mitica F80 solo 200 vendite contro le 250 precedentemente ipotizzate. Non è un bel segnale. Ancora di meno lo è quello che arriva dall’Ebit 2026 che ora ora gli analisti vedono sotto al consensus per il 2,7% con un taglio del 3,4 per cento rispetto alla precedente indicazione.
Insomma va tutto a peggiore e da qui l’oggettiva impossibilità nel poter continuare a sostenere che Ferrari farà meglio del mercato, come avveniva prima.
La bocciatura di ODDO “rimarca” le ragioni di Morgan Stanley che appena due giorni fa aveva fatto altrettanto tagliando il rating sulla da overweight ossia sovra-pesare a equal weight ossia attribuire lo stesso peso. In questo caso downgrade anche sul target price con abbassamento da 520 a 425 dollari. Due downgrande, quindi, nel giro di due giorni. E se proprio vogliamo raccontala fino in fondo come non citare anche la quasi contestuale decisione di Jefferies di ribadire hold (mantenere) e tagliare il target price da 345 euro a 310 euro?
C’è poi il discorso sportivo. Anche l’ultimo Gran Premio è stato un disastro e ha portato con se un record negativo che è un incubo: nessun podio per Ferrari in questa stagione di Formula 1. Su questo fronte non servono analisti a commentare ma bastano le parole di Luis Hamilton che proprio a causa della “macchina” ha interrotto la sua lunga serie consecutiva di successi: speriamo “arrivi la pausa” ha affermato l’asso della Formula 1 penalizzato quest’ano da una Ferrari disastrosa.
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Come cavalcare il sell sulle azioni Ferrari?
Con il crollo di oggi le azioni Ferrari tornano ai livelli di dicembre 2023. I numeri di medio e lungo termine fanno paura: -13,9% il rosso dell’ultimo mese, -25% quello da inizio anno e -27% quello anno su anno. Soprattutto le quotazioni si sono allontanate del 36% dai massimi a quota 392,8 euro che erano stati raggiunti a febbraio 2025. Sembra essere passata una eternità da allora anche se lo spartiacque è stato solo pochi mesi in occasione del Capital Markets Day 2025 della Rossa durante il quale sono stati messi nero su bianco obiettivi sui profitti che hanno deluso tantissimi il mercato.
Visto ciò che sta accadendo anche oggi sembrerebbe proprio che questi target continuino a pesare come macigni. Del fatto che Ferrari abbia ricomprato oltre 2,1 milioni di euro di azioni proprie sul New York Stock Exchange nella seduta dello scorso 2 dicembre nell’ambito della tranche numero otto del programma di buyback da 2 miliardi di euro non interessa a nessuno. Un atteggiamento tipico di quando appare tutto nero.
In questo contesto, diventa una questione di fiducia. Chi crede che il titolo possa riprendere può approfittare del crollo per comprare a sconto chi invece vede nero meglio che stia alla larga o, in alternativa, cavalcare il sell-off andando short grazie a strumenti derivati come i CFD RACE.
Gli analisti, dopo le mosse di MS e ODDO, sono più spaccati che mai: per sette le azioni Ferrari sono da comprare ma per cinque sono da mantenere soltanto e c’è anche chi dice di vendere (rating sell).
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