Anche nella sessione di metà settimana le azioni Enel segnano una flessione. Il rosso è pari a circa mezzo punto percentuale (più o meno il passivo registrato dal Ftse Mib), ben poca cosa rispetto ai vari sell-off che stanno interessando quotate come Buzzi o Ferrari. Eppure, nonostante ci sia chi fa davvero molto peggio, il calo di mercoledì del titolo Enel qualche preoccupazione la desta e questo per un motivo ben preciso: si tratta del sesto passivo di fila per il colosso utility. Le azioni Enel chiudevano a 9,85 euro la sessione del 2 dicembre mentre oggi passano di mano a 8,68 euro. Praticamente nel giro di sei giorni di contrattazione, Enel ha lasciato sul parterre oltre 1 euro del suo valore di partenza. E i costi di questa brusca frenata si vedono tutti nelle performance a medio e lungo termine: ora quella settimanale è negativa per l’1,8% mentre quella mensile per il 2,42%.
Campanellino di allarme per chi è investito su questo titolo (o occasione per comprare per chi era in attesa se si cambia prospettiva), oppure semplice rallentamento di fine anno? Insomma, come sarebbe meglio regolarsi in borsa?
Focus (scarso) sull’aggiornamento al buyback Enel
Approvati i conti dei primi nove mesi dell’esercizio 2025, stabilito l’ammontare dell’acconto sul dividendo Enel 2026 (che andrà in stacco all’anno nuovo), l’appeal sulle azioni Enel è andato a calare. Non ci sono state notizie price sensitive nel mese di dicembre e da qui la discesa in campo dei venditori. Sono loro a condurre il gioco adesso.
Gli aggiornamenti del piano di buyback del colosso elettrico non scaldano e interessano davvero poco. Si tratta infatti di notizie si fresche ma già messe in conto. E così il fatto che Enel, nel contesto del piano di acquisto di azioni proprie deliberato dall’assemblea dello scorso 22 maggio 2025, abbia proceduto con l’acquisto di 14.040.038 azioni proprie (prezzo medio ponderato 8,8271 euro per azione e controvalore complessivo di circa 123,93 milioni di euro) nelle sedute comprese tra il primo e 5 dicembre passa del tutto in secondo piano.
Per la cronaca, e per completezza, ricordiamo che Enel, dall’inizio dell’operazione di buyback, ha comprato un totale di 100.980.247 azioni proprie (pari al 0,9932% circa del capitale), per un controvalore complessivo di 811,13 milioni di euro. Tenendo poi conto delle azioni proprie che sono già detenute in portafoglio, Enel al 5 dicembre scorso risulta avere in mano un totale di 112.065.489 azioni proprie, pari all’1,1023% circa del capitale.
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Azioni Enel: ecco il “la” da cui sono scattate le sei sedute tinte di rosso
Non è che all’improvviso il sentiment sulle azioni Enel è cambiato passando da positivo a negativo. In realtà tutto è andato in modo molto più razionale. Il 2 dicembre i prezzi delle azioni Enel si sono portati ad un passo dai 9 euro, il giorno dopo è arrivata la doccia fredda degli analisti di Morgan Stanley: il titolo è da sottopesare nel portafoglio. Da quel momento in poi ecco i sei ribassi di fila (compreso quello in atto nella seduta di oggi). Attenzione alle valutazioni: la banca d’affari Usa non ha detto che Enel è da tenere assumendo una view neutrale ma si spinta ben oltre: è consigliabile ridurre il peso in portafoglio di Enel. E’ stata questa una bocciatura a 270 gradi. Vero è che il rating è stato alzato a 86,6 euro ma questo altro non è che…proprio l’attuale prezzo del titolo.
La lezione di questi sei giorni di fila tinti di rosso è questa: gli investitori stanno attuando quello che a inizio mese avevano consigliato loro gli analisti di Morgan Stanley.
Ovviamente tutto questo non un “vezzo” di Morgan Stanley. Semplicemente il titolo è arrivato. Dove? Ai livelli massimi a cui poteva ambire visto che, anche oggi e nonostante l’andamento negativo di dicembre, Enel presenta un +23,6% da inizio anno.
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Comprare azioni Enel ai prezzi attuali?
C’è un’altra faccia della medaglia quando un titolo mette in fila così tante sedute in rosso: la maggiore accessibilità delle quotazioni. Inevitabile che qualcuno anche oggi consideri la possibilità di comprare azioni Enel sfruttando in valori più bassi di oltre 1 euro rispetto a quelli di inizio mese.
Intesa Sanpaolo suggerisce di farlo. Quasi in simultanea al downgrade arrivato da MS, dalla banca italiana è invece arrivato un verdetto opposto: buy (comprare) e target price alzato a 9,6 euro. Il nuovo prezzo obiettivo, in particolare, non solo è maggiore rispetto a quello precedente ma implica un forte potenziale di crescita. Si tratta di un target molto più alto rispetto a quello medio (pari a 8,98 euro sulla base di 22 valutazioni attive). Oltre agli analisti di Intesa Sanpaolo, ce ne sono altri sei che consigliano di comprare. Una minoranza visto che la stragrande maggioranza degli esperti è sul mantenere.
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