trader pensieroso per un crollo
Campari e Mediobanca i due titoli peggiori di settembre 2025 (www.risparmioggi.it)

Le azioni Campari e le azioni Mediobanca sono state le peggiori di tutto il Ftse Mib nell’oramai concluso mese di settembre. I due titoli, spesso a centro di vendite molto forti, hanno concluso il mese con un ribasso del 17% e del 16,41% staccando in modo netto tutte le altre quotate che hanno registrato performance negative (la più diretta inseguitrice in questa classifica al rovescio è stata Diasorin che ha rimediato un calo del 12,51%). L’entità del rosso rimediato dalla quotata beverage e da Piazzetta Cuccia è così ampia da spingere, quasi automaticamente, ad accendere un faro sul mese di ottobre: se le azioni Campari e Mediobanca sono crollate a settembre, allora potrebbero essere i titoli potenzialmente più interessanti per il nuovo mese? In linea di principio il ragionamento terrebbe pure perchè, spesso, il mercato preferisce indirizzarsi proprio verso quei titoli più deprezzati rispetto a quelli che hanno corso di più. Questo però vale solo teoricamente perchè, nella realtà, è poi tutto da vedere.

E allora come posizionarsi sulle azioni Campari e Mediobanca dopo il pesante ribasso che hanno registrato a settembre?

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Le storie di Campari e Mediobanca sono del tutto diverse

Le forti vendite registrate a settembre solo il solo tratto in comune tra Campari e Mediobanca. Per il resto è tutto diverso: dai motivi alla base del rosso fino alle performance più lungo termine. Mentre il ribasso di Campari si può inserire in una più ampia fase ribassista del titolo che dura da agosto, Mediobanca ha invece iniziato a calare da metà settembre quando è risultato evidente quale sarebbe stato il suo destino a seguito della riuscita dell’OPAS di Monte dei Paschi. Completamente diversa anche la performance da inizio anno: vero è che sia Mediobanca che Campari sono crollate a settembre ma la prima, nonostante il rosso, resta positiva per il 17% mentre la seconda è negativa per il 10,5%.

E poi ci sono le motivazioni: Campari è stata fortemente venduta in scia al peggioramento delle previsioni sui prossimi conti trimestrali che sono visti si in rialzo ma con meno intensità rispetto a stime precedenti a causa del netto peggioramento dei consumi negli Stati Uniti e in Europa. Viceversa Mediobanca più che crollare è stata al centro di prese di profitto dopo il rally dei mesi precedenti. I prezzi di Piazzetta Cuccia, infatti, sono tornati sui livelli di fine aprile cancellando tutto tutto il rialzo messo a segno in scia alla vicenda dell’offerta pubblica di acquisto e scambio di MPS.

Cosa fare ora con le azioni Campari?

Per il titolo Campari ottobre potrebbe rappresentare un mese di verifica. La pubblicazione dei dati del terzo trimestre (29 ottobre) sarà il principale catalizzatore. Il consensus prevede una crescita organica intorno al +5%, ma con margini sotto pressione. Equita ha di recente ribadito la sua impostazione costruttiva (rating buy e target price a 7,8€), mentre UBS ha adottato un approccio più prudente (neutral, target 6,3€).

Operativamente, il titolo Campari potrebbe vivere una fase di volatilità pre-trimestrale. In questo contesto, le posizione tattiche long dovrebbero essere assunte solo da chi è disposto ad assumere un rischio evento. Ottobre 2024 fu un mese eccezionale per Campari con i prezzi che arrivarono fino a quasi 7,78 euro ma fu anche il mese del grande crollo a 6,6 euro (drammatiche le sedute del 30 e del 31 ottobre 2024). Da allora, pur registrando fasi di rimbalzo, Campari non ha più mostrato alcuna convinzione nella ripresa. Detto questo, in caso di delusione sui numeri, il titolo potrebbe continuare a restare lontano dai 6 euro. In un contesto debole, però, potrebbero essere individuate aree di ingresso interessante per un accumulo graduale, data la valutazione relativa più attraente rispetto ai peer del settore spirits. A livello settoriale, i consumi di aperitivi e spirits restano deboli in Europa e USA: quindi il profilo di Campari resta di medio periodo, più che da trading di brevissimo.

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E con le azioni Mediobanca?

Lo scenario su Mediobanca è palesemente dominato dalle incertezze post-OPAS. Dopo lo scambio azionario concluso il 2 settembre, MPS ha indicato la volontà di togliere il titolo dal listino, ma non ha ancora definito se procederà a fusione completa o se manterrà Mediobanca come entità separata.

Il downgrade di Moody’s (LT rating emittente a Baa3 da Baa1) riflette i rischi legati a costi di integrazione e all’assenza di chiarezza sul piano industriale del gruppo combinato. L’outlook positivo sui depositi LT indica però che le basi patrimoniali non sono considerate deboli.

Strategicamente, il titolo rimane in una fase di transizione. Inutile negare che con l’intenzione di delisting dichiarata, lo spazio di upside di mercato per Mediobanca appare limitato e quindi per l’investitore retail la finestra di trading è ormai ridotta. Chi è già esposto potrebbe valutare di consolidare i guadagni, sfruttando eventuali rimbalzi di breve. Per nuovi ingressi, il rischio è di trovarsi in un titolo con liquidità ridotta e poca visibilità su governance e strategia futura. Ed è proprio per questo motivo se anche a ottobre sembra prevalere una strategia attendista in attesa di chiarimenti da Monte Paschi.

Sintetizzando al massimo le prospettive del nuovo mese dopo il crollo di settembre: per Campari ottobre sarà il mese di scommessa sulla trimestrale, mentre su Mediobanca potrebbe prevalere una logica di gestione della posizione in vista del probabile delisting, più che la ricerca di performance (che già ha dato i suoi buoni frutti nel 2025).

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