Le azioni Netflix hanno inaugurato il mese di ottobre con un bel segno rosso. Nella prima parte della seduta di Wall Street, il titolo del colosso streaming segna un ribasso del 2,4% a 1.170$ risultando una delle big peggiori del Nasdaq. La flessione di oggi spinge Netflix su livelli che non si erano mai visti nel mese di settembre e infatti proprio su base mensile il titolo risulta ora deprezzato del 4,8%. L’entità di questi rossi no deve però essere sopravvalutata perchè Netflix resta una delle migliori tech da inizio anno con un rialzo del 30% che sale al 68% nel raffronto con i prezzi di un anno fa. Esaminando la performance del titolo da questo punto di vista “alternativo” anche il forte calo in atto oggi può essere un significato diverso: per alcuni trader è l’occasione da tempo attesa per comprare su valutazioni più accessibili. Posizione legittima ma prima di lasciarsi troppo trasportare dai “prezzi più bassi” è il caso di analizzare anche le cause della flessione odierna per comprendere se esse sono circoscritte oppure il sentore di qualcosa in più.
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Azioni Netflix a picco per colpa di Elon Musk: cosa è successo
Il forte ribasso in atto sulle azioni Netflix nella seduta di mercoledì ha delle responsabilità con nome e cognome: Elon Musk. Il catalizzatore più immediato è stato infatti un attacco diretto da parte del magnate contro la piattaforma streaming. Dal suo profilo ufficiale su X, Musk ha esortato i followers a cancellare i propri abbonamenti a Netflix, accusando Netflix di promuovere un’agenda ideologica woke attraverso alcuni contenuti destinati ai minori.
Una presa di posizione politica quella del numero di Tesla e SpaceX, tuttavia le sue dichiarazioni amplificate dai suoi oltre 220 milioni di follower, hanno trovato eco in alcune comunità online già molto critiche verso la strategia editoriale di Netflix. Sebbene l’impatto concreto del boicottaggio sul churn rate (il tasso di cancellazione degli abbonamenti) sia al momento difficile da quantificare, il mercato ha invece reagito immediatamente, dimostrando ancora una volta la crescente vulnerabilità di Netflix a episodi di reputational risk, soprattutto in un contesto in cui la concorrenza nell’intrattenimento digitale resta serrata.
Per Goldman Sachs spazio upside delle azioni Netflix è ridotto
Per alcuni investitori la dinamica in atto su Netflix potrebbe essere semplicemente frutto di speculazione con il mercato che “sfrutta” le parole di Musk (in realtà prive di conseguenze davvero impattanti) per alleggerire il peso in portafoglio di BIT NYFX. In realtà, neppure 48 ore fa, era stata una primaria banca d’affari Usa ad accendere un faro tutto finanziario sulle prospettive di Netflix con esito non proprio di buon auspicio.
Il riferimento è a Goldman Sachs che a inizio settimana ha abbassato il target price sul titolo da 1.310$ a 1.300$ dollari, confermando la sua view neutrale. La revisione è si marginale ma rispecchia comunque un atteggiamento più cauto in vista della pubblicazione dei risultati del terzo trimestre 2025. Si parla quindi di aspetti concreti e non di questione ideologiche anche se l’elevata esposizione mediatica di Netflix, combinata a un posizionamento culturale sempre più polarizzante, potrebbe rappresentare un’incognita per le effettive prospettive di crescita del colosso streaming e di conseguenza per la sostenibilità del sentiment positivo degli investitori.
Ad ogni modo secondo Goldman Sachs, i principali dibattiti sul titolo continueranno a ruotare intorno alle solite tre aree chiave con cui gli investitori hanno da tempo preso dimestichezza:
- strategia di pricing nei mercati maturi e sensibili al costo;
- dinamiche del ricavo medio per utente (ARPU), soprattutto con l’espansione del piano supportato da pubblicità;
- competizione cross-media, con l’ingresso di player nell’intrattenimento dal vivo e l’integrazione crescente con i social.
Le preoccupazioni implicite nel downgrade di target price deciso da Goldman Sachs e nella valutazione prudenziale insita nel rating neutral si possono però considerare quasi eccessive visto che la media tra le 46 raccomandazioni attive sul titolo è ACCUMULATE (un livello sopra i vari neutral/hold) mentre il target price medio è di 1.355$, 55$ oltre quello della banca d’affari Usa. Ci sono poi i numeri a smorzare tutto: Netflix vanta una market cap di quasi 500 miliardi di dollari e un rapporto P/E di 49,89. Anche i fondamentali sono soliti visto che i ricavi su base annua solo saliti del 14,84%.
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Prospettive sulle azioni Netflix e scenari per gli investitori
Le prospettive per il secondo semestre del 2025 restano orientate alla resilienza, grazie al catalogo di contenuti e alla diversificazione dei modelli di monetizzazione. Tuttavia, l’episodio legato a Musk evidenzia un innegabile punto critico: la crescente interconnessione tra reputazione, contenuti e performance finanziaria. In un’epoca in cui influencer e imprenditori globali sono in grado di mobilitare milioni di consumatori in poche ore, la volatilità reputazionale diventa un rischio da monitorare al pari delle metriche operative.
In questo contesto, per gli investitori, la questione centrale è capire se il recente sell-off rappresenti un’opportunità di ingresso o un segnale di cautela. Da un lato, i fondamentali restano solidi e la pipeline di contenuti continua a sostenere la crescita ma dall’altro è uin fatto che le azioni Netflix trattano a multipli esigenti.
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