Un tracollo verticale come quello messo a segno ieri dalle azioni Saipem in pochi se lo attendevano ma c’è stato ed è da questo punto che bisogna partire per fare il punto sulle prospettive di ottobre del titolo. Tanto per iniziare ci sono i numeri che sono pensatissimi: -3,57% l’entità del crollo e prezzi tornati sui livelli della scorsa settimana prima dell’attivazione del rally che venerdì aveva portato il titolo fino a 2,55 euro. A compensare l’inevitabile delusione per l’entità del calo c’è solo il fatto che, nonostante il crollo, le azioni Saipem non sono tornate sui minimi della scorsa settimana. Con l’inizio di ottobre se dovessero riuscire a tenersi alla larga, allora si potrebbe anche ipotizzare una ripartenza. Del resto appena pochi giorni fa gli analisti di UBS avevano mostrato grande fiducia sul titolo engineering e questo non solo perchè avevano assegnato rating buy ma per le motivazioni addotte: il mercato sta sottovalutando il potenziale di ripresa delle azioni Saipem avevano sentenziato gli esperti elvetici.
Un segnale molto forte quello arrivato da UBS ma allora, se le prospettive sono queste, perchè le azioni Saipem ieri sono crollate a picco?
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Crollo azioni Saipem: irrompono due fattori ribassisti molto potenti
Prezzo del petrolio che continua a restare debole per effetto delle indiscrezioni su un nuovo possibile aumento della produzione e decisione dell’antitrust britannica di aprire un’indagine sulla fusione Saipem – Subsea 7 sono stati i due fattori che con tutta probabilità hanno agevolato le vendite sulla quotata italiana determinandone poi il crollo nei bassifondi del Ftse Mib. Se a ciò si aggiunge anche il fatto che il titolo era reduce da ben tre sedute consecutive all’insegna del rialzo (lunedì Saipem aveva chiuso a 2,54 euro contro i 2,39 euro dello scorso mercoledì) la quadratura diventa completa. I trader hanno approfittato di due notizie negative per chiudere e prendere profitto dal rally delle ultime sessioni. A riprova di questo atteggiamento il fatto che comunque, nonostante il crollo di martedì, Saipem resta in rialzo dell’1,53% su base settimanale e di quasi 2 punti percentuali su base mensile.
A proposito di prestazioni, segnaliamo però il deprezzamento del 7,6% segnato da inizio anno che comunque tiene in alto proprio il discorso sulla sottovalutazione del titolo rivendicato da UBS nella sua valutazione bullish.
Il prezzo del petrolio non sostiene le azioni Saipem
L’OPEC+ sembra essere intenzionata ad incrementare la produzione proseguendo in linea con le politiche degli ultimi mesi. L’incremento, stando ai rumors, dovrebbe già essere deliberato nel prossimo meeting del 5 ottobre. Non ci dovrebbero essere sorprese dell’ultima ora visto che il paese alfiere dell’ulteriore rialzo della produzione è la stessa Arabia Saudita che è il più potente tra i produttori globali di greggio. Secondo gli analisti, obiettivo dei sauditi, neppure tanto mascherato, è quello di recuperare i ricavi che sono andati persi a causa dei prezzi più bassi incrementando i volumi produttivi e riguadagnando almeno una parte della quota del mercato globale che dalle loro mani è passata a quella dei produttori di shale (a partire dagli Usa). Mosca dovrebbe appoggiare l’intenzione dell’Arabia Saudita e quindi potrebbe proprio non esserci neppure dibattito.
Un rialzo della produzione significherebbe ulteriore tensione sui prezzi anche se, come messo in evidenza da Equita, a conti fatti ci sono tutta una serie di fattori legati soprattutto al rischio geopolitico che fanno da contrappeso evitando eccessive spinte ribassiste sul greggio nel medio termine. E infatti per la sim milanese le previsioni sul prezzo del petrolio per fine anno restano le stesse.
La speculazione, però, si sa non essere legata a questi ragionamenti più freddi e così sono stati sufficienti i rumors sull’esito del meeting OPEC+ di ottobre per mandare al tappeto le azioni Saipem (ma anche gli altri petroliferi di Piazza Affari).
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Indagini antitrust sulla fusione Saipem – Subsea 7
Volendo fare un confronto, il secondo fattore che ha determinato il crollo delle azioni Saipem, l’indagine avviata in UK sul progetto di fusione Subsea 7 e Saipem, pesa ancora di più perchè è molto più solido della prospettiva di calo del prezzo del petrolio.
Dell’inchiesta per adesso se ne sa poco: un lancio della Reuters ha reso noto l’avvio da parte della Competition and Markets Authority britannica di un’indagine a causa di possibili preoccupazioni riguardanti la concorrenza nel settore dei servizi energetici. Ricordiamo che dalla fusione tra Saipem e Subsea7, operazione del tutto realizzata con scambio di azioni e destinata, dovrebbe nascere una newco, Saipem7, destinato a recitare un ruolo di primo piano nei servizi energetici offshore globali. L’esito del procedimento resta un grande punto interrogativo. Unica cosa che si sa è che l’inchiesta ha come data-termine il 25 novembre. Visto che manca tanto a questa scadenza non è da escludere che eventuali rumors possano condizionare il titolo Saipem in tutte le settimane di ottobre.
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