La flessione dell’1,6% registrata nella seduta di borsa di ieri dalle azioni MPS e soprattutto il -4,3 per cento su base settimanale (il titolo della banca senese prezzava quasi 8 euro lo scorso martedì contro i 7,6 euro attuali), costano tanto anche ai certificati single stock MPS. E’ in questo contesto che va inquadrata la nuova discesa sotto la pari di uno dei più noti investment certificate su Monte dei Paschi: l’ISIN DE000UG9H112 di Unicredit. Stiamo parlando di un cash collect molto tradizionale con il classico effetto memoria e l’altrettanto consuetudinaria opzione autocallable. E’ proprio per effetto della flessione settimanale registrata dalle azioni MPS su Borsa Italiana se questo prodotto ora scambia a sconto: alla chiusura di ieri il prezzo ask era infatti pari a 97,51 euro. Quindi per comprare il lotto minimo di 100 euro, sono sufficienti 97,51 euro.
Se a ciò si unisce il fatto che il certificato Cash Collect con effetto memoria autocallable su Banca Monte dei Paschi di Siena stacca una cedola mensile dello 0,98% (ossia 11,76% annuo) e che la barriera premi e scadenza è decisamente profonda (55% del prezzo strike), ce ne è abbastanza per accendere un faro. Soprattutto gli investitori che non comprano all’emissione (prezzo di vendita iniziale di prodotti come questo è di 100 euro) ma nel corso della quotazione approfittando proprio delle fasi in cui il valore scende sotto la pari, dovrebbero tenere in considerazione l’ISIN DE000UG9H112.
Le caratteristiche del certificato Unicredit su azioni Monte dei Paschi
Con data di regolamento 4 settembre 2025 e data di scadenza 17 agosto 2028, il certificato ISIN DE000UG9H112 su azioni MPS è il classico triennale. Il prodotto ha una barriera al 55% sia per i premi mensili che a scadenza e quindi stacca la cedola dello 0,98% lordo mensile se alla rispettiva data di osservazione il prezzo delle azioni Monte dei Paschi non ha perso il 45% o oltre rispetto al prezzo di osservazione inziale fissato a 7,843 euro. Tuttavia anche nel caso in cui le azioni MPS avessero registrato una flessione del 45%, lo 0,98% di premio non sarebbe comunque perso definitivamente: essendo presente l’effetto memoria la cedola può essere recuperata nel momento in cui, alle successive date di osservazione, la barriera al 55% dovesse tornare ad essere rispettata.
Ipotizzando che tutti e 12 i premi mensili dovessero essere staccati, il rendimento annuo lordo sarebbe dell’11,76% (tassazione certificates al 26% da considerare per il netto. Sui tre anni, il cash collect può arrivare a generare un premio cumulato del 35,28%.
In realtà non è detto che prodotti con questa struttura possano arrivare a scadenza. E’ infatti presente l’opzione di rimborso anticipato autocallable (quindi automatica) già a partire dal terzo mese di vita con trigger fisso al 100%. In pratica a partire non dalla più prossima data di osservazione (calendarizzata per il 16 ottobre prossimo) ma da quella successiva di novembre, può esserci già l’autocall con trigger 100% e quindi con valore di riferimento 7,843 euro.
Tenendo conto dell’attuale dinamica delle azioni MPS in borsa rispetto al valoro di partenza, la distanza dalla barriera è pari a -43,23% e la distanza dal trigger -3,12%.
I soliti due scenari alla scadenza del certificato
Ammettendo che l’autocallable non dovesse mai scattare e che quindi il certificato dovesse completare tutto il suo ciclo vitale, alla scadenza sarebbero possibili i classici due scenari: non essendo un certificato a capitale garantito, il rimborso del capitale nominale a 100 assieme all’ultimo premio e a quelli che eventualmente ci dovessero essere in memoria, sarebbe possibile solo se i prezzi delle azioni MPS all’ultima data di osservazione (17 agosto 2028) dovessero aver rispettato la barriera al 55%.
Nel caso in cui le azioni della banca toscana avessero invece perso il 45% o oltre dai valori di partenza, il rimborso del nominale ci sarebbe solo in parte tenendo conto di quella che è stata la performance del titolo. Ovviamente in questa seconda eventualità niente premi e eventuale memoria cancellata. In pratica non ci sarebbe il ritorno del nominale se le azioni Monte dei Paschi dovessero essere scese a 4,314 euro. Si tratta di valori che MPS raggiunse l’ultima volta nell’oramai lontano maggio 2024 quando la situazione della banca toscana era del tutto diversa da quella attuale.
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