Novembre 2025 come mese clou nell’esecuzione del programma di soddisfacimento del fabbisogno pubblico da parte del Tesoro. Non essendo previsto alcun collocamento retail, le aste saranno le canoniche cinque: due appuntamenti con i BOT e tre con i BTP di vario tipo. Come sempre ad inizio mese non sono note le caratteristiche di ogni singola asta ma solo le date delle comunicazioni, quelle di emissione e quelle di regolamento. Sarà proprio con le comunicazioni del Tesoro che sarà poi possibile conoscere i dettagli delle singole aste, dai titoli offerti fino al range di emissione.
Essendo il mese corto (quattro settimane effettive di operatività), il programma con gli appuntamenti di novembre con i titoli di stato, può sembrare più fitto del solito con alcune inevitabili sovrapposizioni tra aste di alcuni titoli e regolamenti di altri.
Occhio anche al contesto generale: siamo nell’ambito di una fase di riequilibrio dei mercati, con i tassi d’interesse europei in fase di stabilizzazione e gli investitori nuovamente attenti alle opportunità offerte dalla curva dei rendimenti. Per chi intende allocare parte del proprio portafoglio su titoli governativi, le aste BOT e BTP di novembre possono quindi essere una finestra interessante per valutare nuove strategie, bilanciando sicurezza, liquidità e rendimento.
Indice
Aste titoli di stato di novembre 2025: calendario e strumenti in emissione
Il mese di novembre sarà scandito da una serie di aste che, come sempre, toccheranno tutte le principali scadenze del debito pubblico. Le date fissate dal MEF sono le seguenti:
- 12 e 26 novembre 2025: aste dei Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) rispettivamente con scadenza semestrale e annuale
- 13 e 27 novembre 2025: collocamento dei BTP a medio lungo termine
- 25 novembre 2025: emissione congiunta di BTP Short Term e BTP€i, indicizzati all’inflazione europea.
L’agenda delle aste è disposta in modo tale da garantire un flusso costante di offerta sul mercato, favorendo la partecipazione sia dei grandi investitori istituzionali sia dei risparmiatori retail.
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BOT: strumenti di breve periodo per gestire la liquidità
I BOT continuano a rappresentare il punto d’ingresso più immediato nel mondo dei titoli di Stato. Con durate che non superano i dodici mesi e assenza di cedole periodiche, i BOT offrono rendimento tramite la differenza di emissione: l’investitore acquista il titolo sotto la pari e riceve alla scadenza il valore nominale.
Questa caratteristica li rende particolarmente adatti per chi desidera impiegare temporaneamente la liquidità in un contesto di rischio minimo. Negli ultimi mesi, i rendimenti dei BOT hanno mostrato un lieve ridimensionamento, coerente con la graduale discesa dei tassi di riferimento europei. A inizio 2025 un BOT annuale rendeva oltre il 2,5% lordo; a novembre, la media si attesta intorno all’1,8–1,9%, segnalando un ritorno verso condizioni più “normali” dopo l’impennata dei tassi del biennio precedente.
Tuttavia, la domanda resta sostenuta, segno che molti risparmiatori apprezzano la combinazione tra sicurezza del capitale e rapidità di rimborso.
Le caratteristiche sulle due aste BOT di novembre verranno rese note dal Tesoro il 7 novembre (relativamente alla prima asta del mese) e il 21 novembre (relativamente alla seconda asta del mese).
Dettagli e aggiornamenti alla pagina di RisparmiOggi dedicata alle prossime aste BOT.
BTP Short Term e BTP€i: la flessibilità al servizio del risparmio
Il 25 novembre sarà invece la giornata dedicata a due categorie di titoli che si stanno ritagliando un ruolo sempre più rilevante: i BTP Short Term e i BTP€i.
I BTP Short Term hanno scadenze comprese tra 18 e 36 mesi e prevedono cedole fisse semestrali. Si collocano quindi a metà strada tra i BOT e i BTP tradizionali, con un profilo di rischio-rendimento equilibrato. Sono particolarmente indicati per chi desidera un flusso cedolare costante ma non vuole esporsi alle oscillazioni di prezzo tipiche delle scadenze più lunghe. In un contesto di tassi in rallentamento, questi titoli possono rappresentare un compromesso interessante: rendimenti ancora competitivi, ma con minore sensibilità ai movimenti di mercato.
I BTP indicizzati all’inflazione dell’Eurozona (BTP€i), invece, sono strumento chiave per chi teme l’erosione del potere d’acquisto. Le cedole e il capitale rimborsato alla scadenza sono infatti rivalutati in base all’indice dei prezzi armonizzato europeo (HICP ex tabacco).
Nel corso del 2024 e 2025 l’inflazione ha mostrato andamenti irregolari, alternando trimestri di rallentamento a fasi di ripresa. In tale contesto, i BTP€i consentono di mantenere il valore reale dell’investimento, a fronte di una cedola nominale tendenzialmente più contenuta rispetto ai BTP fissi.
BTP a medio-lungo termine: solidità e rendimento nel tempo
Le aste più seguite dagli operatori professionali restano quelle dedicate ai Buoni del Tesoro Poliennali. Non sappiamo quali saranno le lunghezze che verranno emesse nelle aste di novembre ma sappiano che i rendimenti, pur in lieve flessione rispetto a inizio 2025, continuano a offrire un margine competitivo rispetto ai titoli di altri Paesi dell’Eurozona.
Il benchmark decennale offre attualmente un rendimento lordo intorno al 3,3–3,4%, leggermente inferiore rispetto ai picchi di inizio anno ma ancora interessante in ottica di portafoglio. L’inclinazione della curva dei rendimenti — oggi più piatta — segnala una maggiore cautela da parte degli investitori, ma apre anche possibilità per chi punta su strategie di buy and hold fino a scadenza.
Dettagli e aggiornamenti sulle emissioni medio e lungo termine alla pagina sulle prossime aste BTP.
Come costruire una strategia equilibrata a novembre 2025
La chiave per affrontare le aste di novembre 2025 è ora più che mai la diversificazione. In un contesto in cui i tassi reali rimangono positivi ma le politiche monetarie appaiono meno restrittive, può essere utile distribuire il capitale su più scadenze e strumenti:
- breve termine (BOT e BTP Short Term): per gestire la liquidità e mantenere flessibilità
- medio termine (BTP 3-5 anni): per un equilibrio tra rendimento e rischio di prezzo
- lungo termine (BTP 10 anni e oltre): per obiettivi di reddito e stabilità futura
- inflazione (BTP€i): per proteggere il potere d’acquisto in caso di risalita dei prezzi
Un approccio a scalare, con investimenti distribuiti su diverse durate, consente di ridurre l’impatto della volatilità e beneficiare di tassi mediamente più favorevoli nel tempo. Il “nocciolo” saranno i rendimenti attesi per i prossimi mesi.
Le prospettive per la fine del 2025 dipenderanno in larga misura dalle mosse della Banca Centrale Europea. Se l’inflazione dovesse consolidarsi vicino al target del 2%, è plausibile un ulteriore allentamento monetario nel 2026, con conseguente discesa dei rendimenti dei titoli di Stato. In tal caso, chi avrà acquistato BTP a tassi più elevati potrebbe beneficiare di plusvalenze sul mercato secondario. Al contrario, chi privilegia la liquidità potrebbe preferire i BOT, per reinvestire progressivamente a condizioni aggiornate.
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