La scadenza dei buoni fruttiferi postali continua a essere materia di giurisprudenza e oggetto di sentenze. Molti cittadini investono in buoni fruttiferi postali come forma di risparmio sicuro. Ma cosa accade quando l’investitore non è a conoscenza della loro scadenza? Un caso recente a Perugia ha sollevato questa questione, offrendo interessanti spunti sul diritto all’informazione e sulla protezione dei consumatori.

Scadenza buoni fruttiferi postali: il contenzioso e la posizione dell’investitore

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Un residente di Orvieto ha scoperto che i suoi buoni postali avevano una scadenza settennale, un dettaglio di cui era ignaro. Aveva investito in due buoni postali con un valore totale di 5mila euro, che avrebbero dovuto generare un rendimento di 2 mila euro. Nel tentativo di riscuotere, si è scontrato con un ostacolo: Poste Italiane non riconosceva il suo diritto al rimborso, poiché il periodo previsto per la prescrizione era già trascorso. Questi buoni, secondo Poste Italiane, avrebbero dovuto essere riscattati entro dicembre 2019, mentre l’investitore aveva fatto domanda solo nel novembre 2022.

L’investitore ha insistito sul fatto di non essere stato informato della scadenza settennale e della prescrizione, poiché queste informazioni non erano menzionate sui buoni o in alcun materiale informativo fornito da Poste Italiane.

La difesa di Poste Italiane e la decisione del Tribunale

Poste Italiane, da parte sua, ha sostenuto che le regolamentazioni sugli investimenti erano ben note e regolate da norme primarie, e che era quindi responsabilità dell’investitore esserne a conoscenza. Hanno anche citato annunci visibili nelle loro filiali come fonte di informazione.

Il giudice civile di Perugia ha analizzato il caso e ha determinato che, per quel particolare investimento, la prescrizione avrebbe dovuto avvenire a dicembre 2020. Dai documenti presentati da Poste Italiane, è emerso che non era stato fornito all’investitore alcun prospetto informativo. Inoltre, i buoni in questione non avevano indicazioni sulla loro durata o scadenza. Pertanto, un investitore medio non avrebbe avuto modo di comprendere la scadenza del buono.

Si è quindi concluso che c’era stata una mancanza di informazione da parte di Poste Italiane (e non è la prima volta), che aveva portato a un’ingiusta perdita per l’investitore.

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Mancata comunicazione scadenza buoni fruttiferi postali: il verdetto

La corte ha accolto la richiesta dell’investitore, riconoscendo il valore totale dei buoni e il loro rendimento. Questo caso evidenzia l’importanza di garantire che gli investitori siano adeguatamente informati su tutti gli aspetti dei loro investimenti.

L’avvocato Leonardo Di Russo, che ha rappresentato l’investitore e che opera anche come responsabile dello sportello consumatori di Orvieto, è stato elogiato per il suo lavoro. Damiano Marinelli, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Umbria, ha sottolineato la disponibilità dei loro sportelli per assistere i cittadini in situazioni simili.

L’importanza dell’informazione e della trasparenza nel mondo degli investimenti non può essere sottovalutata. Questo caso serve come monito per le istituzioni e come promemoria per gli investitori di essere sempre ben informati e protetti. Se ci si trova in una situazione simile o si ha bisogno di assistenza, puoi contattare l’Unione Nazionale Consumatori Umbria all’indirizzo [email protected].

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