Nuovo caso di rimborso buoni fruttiferi postali prescritti: la Federconsumatori ha recentemente ottenuto una vittoria legale contro Poste Italiane, aiutando una signora di Orbetello a ottenere il rimborso di due buoni fruttiferi postali risalenti a 22 anni fa, che erano stati ritenuti prescritti dall’azienda. Infatti, inizialmente Poste Italiane aveva ritenuto che i buoni fossero caduti in prescrizione e si era rifiutata di rimborsarli. Questa vicenda dimostra ancora una volta l’importanza di conoscere i propri diritti come consumatori e di rivolgersi alle associazioni di tutela in caso di controversie.

Rimborso buoni fruttiferi postali: il caso della risparmiatrice di Orbetello

Rimborso buoni fruttiferi postali prescritti

Nel 2001 la signora di Orbetello aveva acquistato due buoni fruttiferi postali della serie AF da 500 mila lire, pensando di poterci guadagnare visto che l’importo sarebbe raddoppiato dopo nove anni e triplicato dopo quattordici anni. Quando la risparmiatrice si è recata alle Poste per il rimborso, ha scoperto che questi erano stati prescritti, perché l’azienda aveva ritenuti di poterli riferire a una serie sostitutiva con una scadenza a 7 anni.

La signora si è rivolta alla Federconsumatori, che ha fornito il supporto legale delle avvocatesse Francesca Rosini ed Emanuela Raponi. Grazie al loro lavoro è stato dimostrato che dietro ai buoni fruttiferi postali c’era l’indicazione della Serie Af, barrata a penna con il relativo rendimento, ma non figuravano la dicitura Serie AA2 e nemmeno le condizioni economiche relative a essa o un timbro dell’ufficio.

L’importo del rimborso (e l’indennizzo)

Poiché c’era solo la cancellazione a penna e le condizioni economiche relative alla serie Af, restavano applicate le condizioni originarie relative ai tali buoni. Il giudice di Pace del Tribunale di Grosseto ha confermato quanto già evidenziato dall’ABF e ha condannato Poste Italiane al rimborso dei buoni fruttiferi postali per 2.500 euro come originariamente previsto, oltre all’indennizzo delle spese.

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