barili petrolio e grafico al rialzo
Gli ETF sul petrolio in forte evidenza (www.risparmioggi.it)

Il prezzo del petrolio prosegue il rally innescato dall’attacco di Israele all’Iran. Sia il Brent che il WTI dopo essere arrivati a guadagnare anche oltre il 10%, hanno stabilizzato il rialzo a 6 punti percentuali (Brent a +6,3% a 75,73 dollari al barile e WTI a +6,4% a 72,4 dollari al barile). Intanto cresce il rischio geopolitico nell’area del Medio Oriente con gli analisti preoccupati su quella che potrebbe essere la reazione della Repubblica Islamica all’attacco di Israele. Lo scenario peggiore che avrebbe gravi implicazioni per le quotazioni petrolifere è quello della chiusura da parte di Teheran dello stretto di Hormuz da cui passa un quinto del commercio globale di petrolio. Pur non essendo questa l’ipotesi, prevalente la tensione è alle stelle e molti analisti stanno iniziando a rivedere al rialzo le loro stime 2025 sulle quotazioni petrolifere.

Sui mercati a sfruttare il balzo del greggio sono in primo luogo i più grandi ETF sul petrolio. Nulla di cui meravigliarsi visto che, non potendo esserci un acquisto fisico della commodity (teoricamente si tratterebbe di comprare barili di petrolio ossia un’opzione impossibile), il solo strumento per investire sul lungo termine sul petrolio sono gli ETF. Certo c’è sempre l’alternativa dell’acquisto delle azioni petrolifere, tuttavia i titoli quotati tendono ad ammortizzare l’andamento delle quotazioni del greggio visto che il loro trend è determinato anche da altri fattori. Gli ETF sul petrolio, invece, sono più direttamente collegati alla materia prima e ne valorizzano i movimenti al rialzo.

Reazione degli ETF sul petrolio al rally dei prezzi

Attraverso gli ETF è possibile esporsi al prezzo del greggio o al settore energetico senza acquistare direttamente barili di petrolio o azioni singole di compagnie petrolifere. Ce ne sono di vari tipi: alcuni seguono il prezzo del petrolio tramite futures, altri replicano invece l’andamento di indici che comprendono società petrolifere.

Sono i primi che stanno meglio valorizzando il balzo del greggio. Ecco di quali ETF si tratta:

  • WisdomTree WTI Crude Oil (Ticker CRUD): ETC europeo replica l’indice Bloomberg WTI Crude Oil Multi-Tenor che, a sua volta, rispecchia il prezzo dei contratti future sul petrolio greggio WTI. In quotazione dal lontanissimo 2026, vanta un AUM di poco meno di 500 milioni di euro. La replica è sintetica e la politica di distribuzione ad accumulazione. Non è particolarmente competitivo sul fronte dei costi a causa di un TER dello 0,49%. Da inizio anno ha perso il 13% e anche nel raffronto con l’andamento di tre anni fa evidenzia un rosso del 26%. E’ a buon prezzo e proprio questo gli ha permesso di trarre vantaggio dal rally del prezzo del petrolio apprezzandosi del 3,5% nel giorno della grande paura per l’attacco di Israele.
  • United States Oil Fund (Ticker USO): prodotto americano non disponibile sul mercato europeo, è stato lanciato nel 2006 e presenta masse gestite per 900 milioni di dollari. Investe principalmente in contratti futures su petrolio. Quotato su NYSEARCA, da inizio anno ha registrato un rialzo del 2,5%, anno su anno del 4%. Con il balzo delle quotazioni di oggi, guadagna il 5%.
  • United States Brent Oil Fund (Ticker BNO): traccia il prezzo del Brent Crude ed è negoziato su NYSE Arca. Il contratto future di riferimento per il BNO è il contratto sul Brent quotato sull’ICE Futures Exchange con la scadenza più vicina. Se tale contratto è a meno di due settimane dalla scadenza, il benchmark diventa il contratto del mese successivo. Presenta un TER dello 0,94% che lo rende caro. Da inizio anno la sua prestazione è positiva per il 4% mentre anno su anno è in rialzo dell’1%. Nella sessione di borsa di oggi è però in rialzo del 5,6%.

🔐 USA SOLO BROKER REGOLAMENTATI PER COMPRARE ETF

Gli ETF petrolio più in rialzo con il rally dei prezzi non ci sono in Europa

Come si può notare dall’elenco in alto, sono soprattutto ETF come USO e come BNO a trarre beneficio del rinnovato interesse innescato dal rally del petrolio mentre il CRUD limita la progressioni. Il problema dei due ETF sul petrolio listati su ARCA è che, son essendo quotati in Europa (infatti manca la sigla UCITS), non possono essere acquistato dagli investitori italiani.

Ciò significa che i trader devono rinunciare a posizionarsi sugli ETF che meglio stanno cavalcando il rally del prezzo del petrolio provocato dall’attacco di Israele. Direttamente si ma ci sono alternative per speculare comunque su questi fondi.

Infatti i trader italiani possono posizionarsi su questi ETF attraverso strumenti speculativi come i CFD su ETF che replicano il loro andamento senza che ci sia possesso reale. Si tratta di strumenti a leva che permettono di amplificare la portata dall’operazione ma con contestuale aumento del rischio. I trader più speculativi sono soliti utilizzarli proprio in affiancamento all’acquisto di ETF reali usando broker che permettono di operare in entrambi i modi.

Seguici su Telegram! Iscriviti qui

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.