Si continua a parlare di prelievo forzoso dal conto corrente in merito alla delega fiscale su molti media, ma quello che potrebbe avvenire non ha nulla a che vedere con quello accaduto nel 1992, al tempo del governo Amato. Attualmente, le discussioni sui cambiamenti fiscali risultano ampiamente vivaci. Tra le richieste di pacificazione fiscale del leader della Lega, Matteo Salvini, e le proposte di un nuovo modello di riscossione dei debiti contenute nella delega fiscale, l’argomento centrale è il metodo di recupero delle somme dovute allo Stato. La proposta, al momento in fase di iter burocratico, contempla un cambio radicale: l’abolizione delle cartelle esattoriali a favore di un prelievo diretto dai conti correnti dei debitori.

Prelievo forzoso contro condono fiscale: un dibattito acceso

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La possibilità di un prelievo forzoso dai conti correnti ha acceso il dibattito, soprattutto tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ha sostenuto la sua attuazione, e Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, che ha invece cercato di placare gli animi (ne abbiamo parlato in questo articolo). Nel frattempo, il tema della delega fiscale e la possibilità di pignoramento dei conti correnti sono diventati argomenti centrali nel dibattito pubblico. Al centro della questione c’è l’efficienza del recupero dei debiti fiscali, una cifra che si aggira attualmente attorno ai 1.153 miliardi di euro.

Prelievo forzoso dal conto corrente: qual è la realtà?

Nonostante le voci di un prelievo forzoso sui conti correnti dei contribuenti si stiano diffondendo, le reali implicazioni di questa misura non sono ancora chiare. L’articolo 16 del disegno di legge sulla delega fiscale, attualmente in esame, prevede un aumento dell’efficienza della riscossione attraverso l’automazione dei rapporti finanziari. Questo articolo nello specifico ha sollevato preoccupazioni, portando a una maggiore attenzione e dibattito sull’argomento.

Infatti, la delega fiscale è attualmente in corso di elaborazione e potrebbe ancora essere soggetta a modifiche. Tuttavia, è interessante notare che l’articolo 16 della versione approvata dalla Camera prevede una progressiva eliminazione della cartella esattoriale. L’idea è di semplificare e velocizzare la procedura di riscossione dei debiti tramite un prelievo diretto dai conti correnti dei contribuenti. Tuttavia, queste sono ancora ipotesi e il disegno di legge potrebbe subire cambiamenti durante il suo iter.

Cosa succede se il debito non esiste?

In caso di prelievo dai conti correnti dei contribuenti, la questione principale rimane: che protezione avrà il presunto debitore se il debito non esiste? Il diritto di contestare un prelievo forzoso dopo che il debito è stato saldato è una questione che deve essere affrontata prima dell’entrata in vigore di questa proposta. È essenziale che venga condotto un attento esame delle potenziali implicazioni prima di attuare una tale misura.

Quindi non c’è nessun prelievo forzoso dal conto corrente in vista?

Nonostante le preoccupazioni, un’analisi dettagliata del disegno di legge mostra che non è previsto alcun prelievo forzoso per il futuro. La legislazione fiscale italiana attuale già consente all’ente creditore di prelevare forzatamente dei fondi da un conto corrente in caso di debito. Questa operazione rientra nel contesto di una riscossione forzata. La delega fiscale, quindi, punta a semplificare e automatizzare queste operazioni.

Il Ddl attualmente in esame in Senato prevede inoltre un miglioramento del procedimento informatico e una semplificazione del saldo del conto corrente del debitore. Questo permetterà di comprendere immediatamente quando un pignoramento può essere eseguito e quando non è possibile procedere, rendendo più efficiente il processo di riscossione dei debiti.