A2A prosegue la propria strategia di finanziamento sostenibile con una nuova emissione obbligazionaria green destinata agli investitori istituzionali. Il collocamento, annunciato a ridosso della presentazione del piano industriale al 2035, ha registrato un forte interesse da parte del mercato, confermando la capacità della multiutility lombarda di attrarre capitali anche in una fase di tassi ancora elevati. Il nuovo bond senior unsecured, con scadenza 24 maggio 2032, rappresenta la seconda emissione green dell’anno e si inserisce in un più ampio processo di progressivo allungamento delle scadenze e ottimizzazione del costo del debito.
Caratteristiche tecniche dell’emissione obbligazionaria
L’obbligazione, con ammontare nominale pari a 500 milioni di euro, si posiziona nella fascia investment grade, con rating atteso Baa2/BBB. La struttura è quella tradizionale di un senior unsecured, formato apprezzato dagli investitori istituzionali per la sua trasparenza in termini di rischio e priorità di rimborso.
La domanda ha superato ampiamente l’offerta: dopo un picco da 1,8 miliardi di euro, gli ordini finali si sono attestati oltre 1,4 miliardi, pari a quasi tre volte il collocato. Questo ha consentito ad A2A di stringere lo spread finale nell’area di +85 punti base, in decisa riduzione rispetto alla guidance iniziale di +115 pb.
Un tale risultato è indicativo non solo di una solida reputazione emittente, ma anche della forte appetibilità dei green bond europei, sostenuti da un quadro regolatorio che favorisce gli investimenti allineati alla Tassonomia UE.
Il consorzio di collocamento è stato ampio e ha compreso primari player globali, con Goldman Sachs e Santander come global coordinator e una squadra diversificata di joint bookrunner, fra cui BNP Paribas, JP Morgan, BofA, Mediobanca, Morgan Stanley, IMI-Intesa Sanpaolo e Unicredit.
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Collocamento green e impegni ESG
Come per le obbligazioni dello scorso gennaio, anche esse da 500 milioni e con ordini oltre 2,2 miliardi, anche in questo caso i proventi del bond saranno destinati a progetti compatibili con la Tassonomia UE. Il focus rimane quindi sui tre classici capisaldi:
- energie rinnovabili
- efficienza energetica
- economia circolare e gestione dei rifiuti
Gli interventi in questi ambiti rappresentano i pilastri del piano industriale di A2A, che punta a incrementare la capacità green e a rafforzare il ruolo dell’utility lombarda come infrastruttura energetica e ambientale al servizio dell’Italia.
Il nodo strategico di A2A è il costo del debito
Visto che abbiamo fatto riferimento al piano industriale, è bene dare qualche indicazione sui target: con target al 2035 prevede 23 miliardi di investimenti cumulati, in incremento rispetto alla versione precedente. Il piano inoltre stima un aumento dell’indebitamento nei prossimi anni — 6,6 miliardi nel 2028 e 7,4 miliardi nel 2030 — mantenendo però un costo medio del debito compreso tra 3% e 3,3% nel lungo termine.
In questo contesto, l’esito del collocamento delle nuove obbligazioni 2032 è particolarmente significativo. La compressione dello spread a +85 pb conferma che la società è in grado di finanziarsi a condizioni competitive nonostante un leverage in crescita e un environment di tassi ancora superiore ai livelli pre-2022. La robustezza della domanda evidenzia anche la fiducia degli investitori nella sostenibilità del piano e nella capacità di generare flussi di cassa in grado di sostenere dividendi in aumento del 4-5% annuo fino al 2030.
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I punti da ricordare
Il nuovo green bond 2032 di A2A rafforza il profilo finanziario della società e consolida la sua strategia di funding sostenibile. L’ampia domanda, il pricing favorevole e l’allineamento ai target ESG ne fanno un’emissione di particolare interesse per gli investitori alla ricerca di:
- duration medio-lunga
- rischio investment grade
- esposizione a un emittente corporate italiano stabile
- contributo alla transizione energetica europea
Un’operazione che non solo supporta il percorso industriale della multiutility, ma fornisce anche indicazioni positive sulla sua capacità di gestire il costo del debito in una fase di investimenti in forte accelerazione.
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