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Migliori dividendi azioni difesa (www.risparmioggi.it)

Il settore europeo della difesa europeo si appresta ad entrare nel 2026 con un messaggio chiaro per i mercati: nel 2025 la remunerazione degli azionisti ha raggiunto i massimi dell’ultimo decennio. In un contesto geopolitico che resta fortemente instabile e caratterizzato da un riarmo oramai strutturale dell’Europa, le principali società militari del vecchio continente nell’ultimo anno hanno restituito ai loro azionisti qualcosa come 5 miliardi di dollari tra dividendi e buyback. Si è trattato del livello in assoluto più elevato dal lontano 2016.

Per gli investitori orientati al reddito e alla crescita, le azioni della difesa europee si confermano quindi come un segmento sempre più strategico, capace di coniugare flussi cedolari, solidità industriale e visibilità sugli ordini.

Dividendi azioni europee difesa: numeri record e trend strutturale

Secondo un’indagine realizzata da Vertical Research Partners per il Financial Times il denaro distribuito agli azionisti dalle big europee della difesa nel 2025 ha segnato un vero punto di svolta dopo anni di “ombra”. Non si è trattato solo di un rimbalzo ciclico, ma dell’effetto combinato di almeno quattro fattori:

  • aumento strutturale della spesa militare dei governi europei
  • backlog ordini pluriennali
  • miglioramento dei margini operativi
  • disciplina finanziaria più favorevole agli azionisti

Dal 2016 a oggi, il ritorno complessivo per gli investitori, tra dividendi e riacquisti di azioni proprie, è stato particolarmente significativo, con una netta leadership delle società britanniche e francesi.

Un elemento chiave per il mercato è che la crescita dei dividendi non è avvenuto a scapito degli investimenti. Al contrario, la quota di ricavi destinata a capex e ricerca & sviluppo è salita dopo il 2022, passando da circa il 6,4% a quasi l’8%, rafforzando la sostenibilità del business nel lungo periodo.

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Classifica dei titoli europei della difesa più generosi nei dividendi

Dopo aver affrontato il discorso in generale, possiamo ora scendere nel particolare. Spazio quindi ai migliori dividendi delle azioni europee della difesa. Il podio sembra parla francese con Thales e Dassault Aviation rispettivamente al secondo e al terzo posto, tuttavia è in realtà la britannica BAE System a dominare in modo incontrastato visto che stacca di oltre 11 miliardi di dollari tutte le dirette inseguitrici.

Nel dettaglio.

  • BAE Systems (Regno Unito): leader europeo per valore assoluto restituito agli azionisti nell’ultimo decennio. Dividendi crescenti, buyback regolari e forte esposizione a programmi Nato e Usa hanno permesso agli azionisti di BAE di incassare una pioggia di liquidità negli ultimi anni. Solo nel 2025 i dividendi BAE System sono stati pari a oltre 16 miliardi di dollari.
  • Thales (Francia): profilo difensivo e tecnologico, payout equilibrato e visibilità sui flussi di cassa grazie a contratti governativi di lungo periodo, nel 2025 ha staccato tanto ma poco in confronto alla prima della classe: meno di 5 miliardi di dollari l’ammontare dei dividendi
  • Dassault Aviation (Francia): dividendi meno frequenti ma potenzialmente elevati grazie a forte generazione di cassa e marginalità sostenuta. Anche in questo caso siamo sotto i 5 miliardi di dividendi nel 2025.
  • Rheinmetall (Germania): titolo più ciclico, ma tra i maggiori beneficiari del riarmo europeo, presenta dividendi in crescita insieme ai risultati operativi.
  • Saab (Svezia): esposta su sistemi avanzati e difesa tecnologica presenta una politica di remunerazione progressivamente più generosa.
  • Leonardo (Italia): punto di riferimento del settore difesa italiano, negli ultimi anni ha rafforzato il posizionamento industriale e migliorato la redditività, creando spazio per dividendi più interessanti nel medio termine. Il dividendo Leonardo 2025, relativo all’esercizio 2024, è stato pari a 0,52 euro per azione contro gli 0,28 euro staccati nel 2024 a valere sull’esercizio 2023. A causa del forte rialzo dei corsi di borsa, però, il rendimento da dividendo non è però arrivato neppure all’1% (c’è stato molto di meglio sul Ftse Mib).

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Dividendi azioni europee difesa VS azioni Usa: modelli a confronto

Il confronto tra i dividendi delle azioni europee della difesa e quelle americane non si pone neppure.
Negli Stati Uniti, dopo i picchi del 2023, i rendimenti per gli azionisti delle grandi aziende della difesa (Lockheed Martin, RTX, Northrop Grumman, General Dynamics) si sono ridotti. La priorità delle grandi compagnie militari, infatti, stata spostata su investimenti produttivi e aumento della capacità industriale.

In Europa, invece, il settore si trova in una fase ascendente del ciclo. La maggiore enfasi sulla remunerazione degli azionisti, i buyback ancora rilevanti e la crescita delle quotazioni sostenuta dalle politiche di riarmo consentono alla big del settore di continuare ad essere molto generose.

Senza girarsi tanto attorno, in termini relativi, le azioni europee della difesa offrono oggi un miglior mix tra dividendi e rivalutazione del capitale rispetto alle controparti di Wall Street. Questo è uno degli aspetti che rendono il settore difesa molto più sfaccettato di quello che un investitore alle prime armi potrebbe pensare. Spesso, infatti, magari perchè presi dalla moda, si pensa che per investire sulla difesa un titolo valga l’altro. In realtà non è così come spiega l’ebook gratuito degli analisti di XTB su migliori azioni e ETF della difesa.

Dividendi azioni difesa sarà tema chiave anche nel 2026

Con i dividendi delle azioni difesa ai massimi in Europa, il settore si conferma uno dei più interessanti per investitori orientati a reddito, protezione dall’inflazione e visibilità sugli utili. Il contesto geopolitico e le decisioni di spesa pubblica continuano a fungere da potente catalizzatore finanziario. Per chi opera sui mercati, la difesa non è più solo un tema etico o geopolitico, ma una vera asset class strategica, capace di generare flussi di cassa, dividendi solidi e opportunità di trading nel medio-lungo periodo. Ecco perchè dopo un 2025 da record, anche il 2026 potrebbe essere altrettanto generoso.

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