Ben tre blue chips italiane sono cresciute a tripla cifra nel 2025 mentre, tra le peggiori dell’anno, il ribasso massimo è stato del 45%. Ancora, la stragrande maggioranza delle big del Ftse Mib si apprestano a chiudere l’anno con rialzi più o meno marcati mentre, eccezion fatta per Ferrari o Stellantis, le peggiori del 2025 sono soprattutto seconde linee. E’ sufficiente tenere in considerazione questi pochi elementi per comprendere perchè la scelta delle migliori azioni italiane da comprare nel 2026 sarà più che mai complessa.
Il fatto è che nel 2025 troppi titoli sono cresciuti troppo e trovare qualcosa a prezzi convenienti, ma con concreto potenziale di upside, è diventato più difficile. Del resto se la stagione 2025 del Ftse Mib si dovesse chiudere oggi, avremo un paniere di riferimento a circa 44.400 punti contro i neppure 34.400 punti di inizio anno. In pratica, stando ai parziali, l’indice più importante di Borsa Italiana è cresciuto nell’ultimo anno di 10.000 punti e questo proprio grazie alle performance forti di tantissimi titoli. Tutto ciò significa che per scovare le migliori azioni italiane del 2026 dovrai essere selettivo più che mai.
Essendo io stesso un investitore ci ho provato e il risultato è una lista di 8 azioni italiane che potrebbero crescere nel 2026 e che quindi conviene comprare ai prezzi correnti.
Indice
Le migliori azioni italiane da comprare nel 2026 non sono quelle cresciute di più nel 2025
Se sei un investitore con poca esperienza, nel selezionare le azioni italiane da comprare nel 2026 ti potresti accontentare dei titoli che hanno fatto meglio nel 2025. Quindi Telecom Italia o Banca Popolare di Sondrio, due delle tutte quotate che fin qui si sono apprezzate per oltre il 100%. Comprare le azioni italiane protagoniste nel 2025 significa essere fiduciosi circa la possibilità di crescita ulteriore.
Io non posso dire se le azioni TIM anche nel 2026 avranno un trend esplosivo come quello avuto nell’anno corrente; tuttavia sono consapevole che l’aver girato ai top nell’anno vecchio non è garanzia di analoga performance nel 2026.
Vedila così: sarebbe troppo facile scegliere le migliori azioni italiane per il 2026 semplicemente riprendendo in mano la lista delle migliori del 2025. A voler essere sinceri, in base al calcolo delle probabilità, le possibilità che le top possano essere confermate sono bassissime e questo perchè si tratta di titoli già cresciuti tanto e con margine di upside spesso contratto. Ecco perchè le classifiche che suggeriscono di comprare quello che si è già apprezzato tanto e magari è ai massimi sono da lasciar perdere (oltre che essere zero professionali).
La selezione è ben altra cosa. Ed è quella che farò tra poco. Per agevolarmi in questa operazione userò gli strumenti comparativi messi a disposizione dal broker Freedom24 e grazie ai quali riesce a confrontare le performance dei vari titoli. Per te è il momento giusto per aprire un conto Freedom24: in questo periodo puoi avere fino a 800€ di azioni gratis ricaricando il conto con l’esclusivo codice WELCOME (puoi visitare la pagina ufficiale per saperne di più).
Quali sono le 8 migliori azioni italiane da comprare nel 2026
Sul Ftse Mib sono quotati 40 titoli in tutto. Proprio a fine 2025, nell’ambito della revisione periodica di Ftse Russel, c’è stata una sostituzione: fuori Interpump e dentro Fincantieri. Di motivi per la sostituzione ce ne sono stati 130 come la percentuale di rialzo da inizio anno.
Detto questo, gli 8 titoli italiani da mettere in portafoglio in vista del 2026 sono:
- Saipem
- Assicurazioni Generali
- Stellantis
- Monte dei Paschi
- BPER Banca
- Poste Italiane
- Enel
- Leonardo
Vediamoli uno per uno analizzando potenziali catalizzatori, valutazione e consensus degli analisti.
Azioni Saipem: upside +33%
Con un ribasso del 7% da inizio anno, le azioni Saipem sono nella lista delle peggiori azioni del 2025. Il titolo, però, rischia di chiudere l’anno sui massimi lanciando un bel segnale in vista dell’imminente 2026. Con i prezzi poco sotto quota 2,8 euro, Saipem è praticamente ad un passo dai 2,797 euro raggiunti il 10 gennaio scorso. Se il top dovesse essere agganciato si aprirebbe la strada per una ulteriore evoluzione al rialzo.
Non è solo questione di numeri ma di possibili notizie price sensitive pesantissime: in ambienti ben informati ripresi da Upstream si parla di una possibile aggiudicazione a favore della joint venture tra la stessa Saipem e la cinese Offshore Oil Engineering Company del progetto North field production sustainability (NFPS). Non una commessa qualsiasi ma un contratto che da solo vale 5 miliardi di euro! Una maxi-ordine che, se confermato, sarebbe sufficiente a far passare la delusione per il raffreddamento delle trattative con Subsea 7 per la fusione. La nascita del colosso Saipem7 resta appesa alle decisioni dell’antitrust. Potenzialmente un grande catalizzatore ma c’è sempre il rischio delusione.
La market cap a fine 2025 è pari a 4,55 miliardi di euro. I rapporti a fine anno:
- P/E ratio: 13,9x
- EV/Ebitda: 3,3x
Le raccomandazioni attive:
- 10 buy
- 3 hold
- 0 sell
Il target price medio è di 3,01 euro, il 33% in più rispetto ai prezzi attuali.
Azioni Assicurazioni Generali: upside 1%
Nel 2025 le azioni Generali sono cresciute di circa il 27%. In altre fasi di mercato una percentuale simile sarebbe stata sufficiente per finire nella lista delle top 10 ma non con i numeri del 2025. Ad ogni modo l’anno corrente va verso la chiusura con il titolo sui massimi: caduta quota 35 euro diventano fattibili anche i target fissati dagli analisti più azzardati (tipo UBS con il suo 40 euro).
E qui potresti chiederti perchè ho inserito le Generali (sui massimi) nella lista delle migliori azioni da comprare nel 2026. In effetti, a ben guardare, tramontata l’ipotesi integrazione con Natixis (troppe le implicazioni possibili e forte il rischio attivazione golden power), non ci sarebbero neppure driver potenti. E in effetti è la tranquillità la buona carta da giocare che il Leone potrebbe avere. Tanto per iniziare, lato tecnico si è lentamente costruita nel tempo una struttura rialzista solida grazie alla continua crescita dei massimi e dei minimi. Ci sono poi le ottime indicazioni sulle prospettive per il 2026. L’EPS è visto crescere più dei concorrenti e anche il ramo Vita dovrebbe andare a pesare per oltre il 45% dell’utile operativo contro il 37% del migliore dei concorrenti (valutazione UBS). A ciò poi si aggiunge anche un rendimento da dividendo del 4%. Ciliegina sulla torta il fatto che le azioni Generali siano cresciute molto meno delle Unipol che sbocciano il 2025 con un balzo del 68%.
La market cap di Generali a fine 2025 è pari a oltre 53 miliardi. I rapporti a fine anno:
- P/E ratio: 13,9x
- EV/Ebitda: 10,6x
Le raccomandazioni attive:
- 5 buy
- 4 hold
- 1 sell
Il target price medio è di 35,6 euro con potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali dell’1%.
Azioni Stellantis: upside +2%
Nella lista delle peggiori azioni del 2025, al quinto posto spicca Stellantis. Il gruppo automotive ha fin qui perso il 20% a causa di tutta una serie di problemi che hanno riguardato il settore auto nel suo insieme e STLA in particolare. Questo è un dato di fatto. Se però sei alla ricerca di azioni da comprare nel 2026 è alle ultime tendenze che dovresti guardare e non a quello che è avvenuto tutto l’anno. Restringendo così l’analisi solo all’ultimo mese ecco che fa bella mostra di se un rialzo del 14%. C’è un’inversione di rotta in vista hanno affermato i trader più ottimisti.
Non è dato sapere se ciò possa essere vero ma quello che è certo è che finalmente sembra intravedersi una certa discontinuità. Nei prezzi in primis ma ancora prima nel contesto. I maggiori problemi di Stellantis erano in Europa e proprio dall’Europa è arrivato il regalo di fine anno: rinviato lo stop al motore termico e riscritte le regole sull’elettrico. In pratica sono state accolte le proposte di Elkann e questo cambio di passo da parte di Bruxelles rischia di essere il miglior assist per il 2026 di Stellantis.
Certo resta tutto da scrivere ma almeno c’è un segnale positivo (e non ci sono stati peggioramenti recenti sulla guidance o peggio ancora altri profit warning).
La market cap di Stellantis a fine 2025 è di 31 miliardi di euro. I rapporti di fine anno:
- P/E ratio: 3,9x
- EV/Ebitda: 12,9x
Le raccomandazioni attive:
- 5 buy
- 13 hold
- 2 sell
Il target price medio è di 9,9 euro con potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali del 2%.
Le azioni Stellantis, assieme a tutte le altre 39 listate sul Ftse Mib, le puoi trovare sulla piattaforma Freedom24 (app + desktop). Parlo di azioni reali con costi chiari. La possibilità di scegliere tra oltre 40.000 titoli azionari in tutto listati su ben 15 borse mondiali ti dà la possibilità di diversificare al massimo e costruire strategie azionarie complesse. Tutto nella massima chiarezza dei costi.
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Investire comporta un rischio di perdita
Azioni Monte dei Paschi: upside +15%
Dopo anni di crisi profonda, Monte dei Paschi ha completato un percorso di risanamento che ha migliorato in modo evidente i conti, la solidità patrimoniale e la redditività. Questo cambiamento ha restituito credibilità alla banca e ha permesso al titolo di rientrare nel radar di molti investitori, soprattutto quelli più propensi al rischio. Risultato è nel +31% messo a segno nel 2025. L’anno lascerà in eredità la scalata a Mediobanca. Il 2026 sarà il momento della fusione.
L’indagine della Procura di Milano sull’ipotesi scalata concordata tra MPS, Caltagirone e la Delfin ha causato a fine novembre – inizio dicembre un pesante ritracciamento delle azioni MPS ma successivamente è arrivata la ripartenza. Il mercato non vede rischi reali e con questa convinzione si entrerà nel nuovo anno. Se il contesto macroeconomico resterà stabile e il settore bancario italiano continuerà a mostrare una buona capacità di generare utili, il titolo potrebbe offrire ulteriore potenziale di crescita. A ciò si aggiunga anche un certo appeal speculativo nel caso in cui dovesse ripartire le indiscrezioni sul risiko bancario.
Le previsioni su ricavi e utile sono improntate alla crescita e lo stesso outlook complessivo potrebbe migliorare grazie proprio all’integrazione di Mediobanca e alle potenziali sinergie future.
La market cap di MPS a fine 2025 è pari a oltre 26 miliardi. I rapporti a fine anno:
- P/E ratio: 7,74x
- EV/fatturato: 5,12x
Le raccomandazioni attive:
- 5 buy
- 2 hold
- 0 sell
Il target price medio è di 9,85 euro con potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali del 15%.
Un titolo da tenere d’occhio di certo.
Azioni BPER Banca: upside +7%
Ai primissimi posti nella lista dei titoli meglio performanti del 2025, BPER Banca ha capitalizzato al meglio il suo coinvolgimento nel risiko bancario. Il 2026 sarà l’anno dell’integrazione con la Banca Popolare di Sondrio ma non è da escludere un coinvolgimento di Modena in altre operazioni di M&A visto che il dossier resta apertissimo.
I fondamentali di BPER Banca per il 2025 riflettono ricavi in crescita grazie anche alla recente acquisizione della BPSO ma anche utile netto in aumento, efficienza operativa solida, bassa rischiosità del credito e capitale robusto. Tutte carte che la quotata può giocare il prossimo anno (se il contesto economico non dovesse deteriorarsi).
Secondo le stime degli analisti di Barclays, che sono tra le più citate in ambito finanziario, l’utile netto adjusted di BPER Banca è atteso aumentare significativamente nel 2026, passando dai circa 1,977 miliardi stimati per il 2025 a circa 2,385 miliardi nel 2026. Parallelamente, anche l’utile per azione (EPS) è previsto in crescita, da circa 0,96 euro nel 2025 a circa 1,10 euro nel 2026. Target super-ambiziosi frutto ovviamente dell’integrazione con BPSO, ma anche della crescita organica dei ricavi e di un controllo dei costi tra i più efficienti.
La market cap di BPER a fine 2025 è pari a oltre 22,5 miliardi. I rapporti a fine anno:
- P/E ratio: 11,1x
- EV/fatturato: 3,4x
Le raccomandazioni attive:
- 6 buy
- 1 hold
- 0 sell
Il target price medio è di 12 euro con potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali del 7%.
Azioni Poste Italiane: upside dell’1%
Dopo aver messo a segno un rialzo del 53% nel corso del 2025, le azioni Poste Italiane potrebbero non aver ancora finito la loro stagione di protagonismo anche perchè la guidance ufficiale inclusa nel piano strategico al 2028 non fa mistero di obiettivi molto ambiziosi: crescita sostenuta dei ricavi e dell’utile, generazione di cassa forte e politica di dividendi robusta (payout ratio strutturale al 70% e remunerazione non inferiore a 1 euro per azione dal 2026 in poi.
Ci sono poi gli analisti. Molti vedono crescita graduale dell’EBIT (risultato operativo) nel 2026. E’ il caso di Kepler che ha collocato le stime a 3,46 miliardi di euro in aumento rispetto alle guidance per il 2025, e con prospettive di utile netto in crescita nei prossimi anni.
Un elemento che può influenzare le prospettive 2026 riguarda le sinergie con Telecom Italia e la capacità di valorizzare questa partecipazione attraverso sviluppo di servizi congiunti, iniziative digitali e cross-selling. Poste sta già integrando alcuni servizi (come la migrazione di Poste Mobile verso l’infrastruttura TIM) e lavorando su iniziative congiunte nei servizi energetici e cloud, che potrebbero aumentare i ricavi futuri se portate a compimento con successo.
Quindi il titolo giallo sarà sì cresciuto tanto nel 2025 ma potrebbe ancora regalare delle soddisfazioni.
La market cap di Poste Italiane a fine 2025 è pari a oltre 21 miliardi. I rapporti a fine anno:
- P/E ratio: 12x
- EV/fatturato: 8,57x
Le raccomandazioni attive:
- 5 buy
- 9 hold
- 0 sell
Il target price medio è di 21,18 euro con potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali dell’1%.
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Investire comporta un rischio di perdita
Azioni Enel: upside del 4%
Dopo il rialzo di oltre il 20% messo a segno nel 2025 (tanto per una utility) Enel si presenta al 2026 come uno dei nomi più solidi e strutturati per chi guarda a un investimento di medio-lungo periodo. La forza del gruppo deriva da una combinazione rara: dimensioni globali, qualità degli asset, capacità di generare cassa e un ruolo centrale nel processo di elettrificazione e decarbonizzazione. Enel opera su scala internazionale lungo l’intera filiera dell’energia elettrica e può contare su una diversificazione geografica e tecnologica che riduce la dipendenza da singoli mercati o fonti.
Dal punto di vista finanziario, il profilo resta equilibrato. Gli indicatori di redditività e solidità patrimoniale sono coerenti con quelli di un leader del settore utility, mentre la visibilità sugli utili futuri è sostenuta da flussi di cassa stabili e ricorrenti. Questo consente a Enel di mantenere una politica di dividendi attrattiva e credibile: il rendimento atteso intorno al 5,5% e una lunga storia di incrementi progressivi rendono il titolo particolarmente interessante per chi cerca una rendita costante nel tempo, senza esporsi a eccessi di rischio.
Il piano strategico 2025-2027 rafforza ulteriormente la visione al 2026. Gli investimenti programmati, concentrati soprattutto sulle reti e sulle rinnovabili, puntano a migliorare l’efficienza del sistema elettrico e a sostenere la crescita della generazione pulita.
Dal lato valutativo, il titolo tratta a multipli superiori alla media delle utility tradizionali, ma il premio riflette la qualità del business e la rilevanza strategica del gruppo.
La market cap di Enel a fine 2025 è pari a oltre 87 miliardi. I rapporti a fine anno:
- P/E ratio: 12,7x
- EV/fatturato: 1,85x
Le raccomandazioni attive:
- 7 buy
- 11 hold
- 1 sell
Il target price medio è di 9 euro con potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali del 4%.
Azioni Leonardo: upside del +20%
+84% nel 2025 per le azioni Leonardo grazie al forte hype del settore difesa. Certo negli ultimi mesi l’impostazione al rialzo ha subito un arresto per effetto dei tentativi americani di avviare un processo di pace in Ucraina, ma il contesto generale continua a favorire le azioni Leonardo. Il piano europeo di riarmo si è tradotto in ordinativi sempre maggiore e nel coinvolgimento del colosso della difesa in numerosi progetti.
Del resto di recente la società ha visto al rialzo la sua guidance 2025 e ora gli ordini sono previsti oltre le già eccezionali stime iniziali. Inoltre è previsto anche un miglioramento della generazione di cassa (FOCF) grazie a performance operative solide. Lato debito, la riduzione dell’indebitamento netto prevista per la fine del 2025 getta le basi per una struttura finanziaria più solida in vista del 2026. Se a ciò si aggiunge il fatto che difficilmente la guerra tra Russia e Ucraina finirà nel 2026, si deduce che il contesto del prossimo anno continuerà ad essere favorevole al titolo. Eventuali fasi di ritracciamento, magari causate da un cambio della narrativa, potrebbero quindi diventare per te occasioni per entrare su valutazioni più convenienti.
La market cap di Leonardo a fine 2025 è pari a oltre 27,7 miliardi. I rapporti a fine anno:
- P/E ratio: 24x
- EV/fatturato: 1,45x
Le raccomandazioni attive:
- 6 buy
- 8 hold
- 0 sell
Il target price medio è di 55,7 euro con potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali del 20%.
Come puoi scegliere le migliori azioni italiane da comprare nel 2026
Per individuare le migliori azioni italiane da comprare nel 2026 devi adottare un approccio strutturato, basato su criteri oggettivi e coerenti con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Il contesto di mercato atteso, caratterizzato da crescita moderata, normalizzazione dei tassi e maggiore selettività degli investitori, rende fondamentale la qualità dei fondamentali aziendali rispetto alla sola dinamica dei prezzi.
Il primo criterio che personalmente considero è la solidità finanziaria. Le società con bilanci robusti, livelli di indebitamento sostenibili e flussi di cassa prevedibili offrono una maggiore capacità di affrontare fasi di volatilità macroeconomica. Indicatori come il rapporto debito netto/EBITDA, la generazione di free cash flow e la stabilità degli utili sono centrali nella valutazione che vado a fare sul rischio complessivo.
Un secondo elemento chiave è la redditività strutturale. Margini operativi stabili o in miglioramento e ritorni sul capitale superiori al costo del capitale indicano modelli di business efficienti e difendibili nel tempo. In quest’ottica, settori come utility, assicurazioni e alcune realtà industriali ad alta specializzazione potrebbero offrire un buon equilibrio tra crescita e resilienza.
La visibilità sugli utili futuri rappresenta un ulteriore fattore distintivo. Aziende con contratti di lungo periodo, posizioni di leadership o esposizione a trend strutturali come la difesa tendono a offrire previsioni più affidabili sui risultati futuri, riducendo il livello di incertezza di cui dovrai farti carico.
Anche il dividendo assume particolare rilevanza quando parliamo di azioni italiane. Un payout sostenibile, supportato da cassa reale e da una politica di distribuzione coerente, contribuisce in modo significativo al rendimento totale dell’investimento, soprattutto se il mercato lateralizza.
Infine, ti ricordo che la valutazione resta determinante. Anche un’azienda di alta qualità può rappresentare un investimento inefficiente se la compri a multipli eccessivi. Da questo punto non scappi: dovrai confrontare P/E, EV/EBITDA e rendimento da dividendo con la media storica e settoriale. Solo così puoi individuare titoli che combinano qualità e prezzo.
Ed è qui che entra in gioco Freedom24. E’ vero ci sono le azioni gratis (fino a 800€) aprendo il conto con il codice WELCOME (e molti lo scelgono per questo), ma le promo passano e personalmente preferisco guadare ai fondamentali. La piattaforma Freedom24 mi dà la possibilità di confrontare azioni di tutto il mondo (ci sono tutte e 40 le big italiane) e questo è fondamentale per una scelta efficiente.
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Perchè uso Freedom24 per comprare azioni italiane

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Quello che mi ha convinto definitivamente è il senso di controllo totale che la piattaforma mi offre. Posso impostare ordini a mercato o limite, proteggermi con stop loss e take profit, e ricevere notifiche istantanee che mi tengono sempre aggiornato sull’andamento dei miei investimenti.
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Per questo oggi Freedom24 è il mio punto di riferimento per investire in azioni italiane con consapevolezza, semplicità e un supporto concreto.
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