In questo articolo tratteremo approfonditamente un aspetto legato al tema degli interessi sul conto deposito, i quali, come abbiamo scritto in questo articolo, non vanno indicati nel 730, salvo per un caso. Questa casistica comprende l’eventualità si percepiscano gli assegni nucleo familiare e in tale evenienza bisogna fare riferimento alla normativa relativa agli ANF. Ma andiamo con ordine.

Conto deposito: interessi e ANF, cosa va dichiarato nel 730?

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Una lettrice ci pone cortesemente la seguente domanda:

“Buongiorno, ho letto con interesse il vostro recente articolo Conto deposito e 730 2020: vanno dichiarati gli interessi? e vorrei chiedere un chiarimento. Ho fatto domanda di assegno nucleo familiare dichiarando gli interessi percepiti, perché sono di poco superiori a € 1.032,92. A questo punto, secondo quello che leggo sull’articolo, dovrei dichiarare le stesse somme anche sul 730, ma ho dei dubbi perché: i miei interessi, già tassati dalla banca, verrebbero tassati una seconda volta? Non trovo nelle istruzioni al 730 l’indicazione che solo chi chiede gli assegni nucleo familiare deve dichiarare gli interessi bancari”.

Interessi conto deposito, ANF e dichiarazione 730: il chiarimento

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Come abbiamo già scritto gli interessi applicati sul conto deposito sono già tassati dalla banca, pertanto non vanno indicati nel 730. Cercando di rispondere alla domanda sopraccitata, bisogna fare riferimento alla normativa alla base degli assegni nucleo familiare. L’importo relativo agli ANF è erogato in base alla composizione del nucleo e al reddito familiare, ovvero la somma dei redditi conseguiti dai singoli componenti del nucleo familiare nell’anno solare precedente il 1° luglio. Per quanto riguarda gli ANF 2019-2020, dunque, i redditi da prendere in considerazione sono quelli dell’anno solare 2018, mentre per gli ANF 2020-2021 i redditi da considerare saranno quelli dell’anno solare 2019. Inoltre sono da indicare i redditi esenti da imposta o soggetti alla ritenuta alla fonte a titolo di imposta o imposta sostitutiva, ma solo se superiori complessivamente a 1.032,91 euro.

Come puoi leggere anche su questa pagina dedicata alla precompilata sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nel Rigo D2 vanno riportati i redditi di capitale al lordo delle eventuali ritenute a titolo di acconto e tra questi, nella colonna 1 (tipo di reddito), qualificato con il codice 1, anche gli interessi e gli altri proventi “derivanti da capitali dati a mutuo e da altri contratti (depositi e conti correnti) compresa la differenza tra la somma percepita alla scadenza e quella data a mutuo o in deposito o in conto corrente”. L’AdE precisa inoltre che “questi interessi si presumono percepiti, salvo prova contraria, alle scadenze e nella misura pattuita e che, se le scadenze non risultano stabilite per iscritto, gli interessi si presumono percepiti per l’ammontare maturato nel periodo d’imposta”.

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La normativa Inps ribadisce, infatti, che alla determinazione del reddito familiare contribuiscono i redditi complessivi assoggettabili all’Irpef, così come i redditi di qualsiasi natura, nonché quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte se complessivamente superiori a 1.032,91 euro. Come scrive anche Facile.it, in caso di percezione di assegni familiari, solo gli interessi maturati sui conti deposito superiori a 1.032,92 euro sono da dichiarare e inserire nell’apposito rigo D2 della dichiarazione. Tale interpretazione può derivare dal fatto che i redditi che contribuiscono a formare il reddito familiare sono ricavabili dai documenti fiscali come il CUD, il modello Unico oppure il modello 730, per l’appunto.

Consigliamo tuttavia, vista la rarità della situazione, una consulenza più dettagliata con un professionista contabile al fine di evitare l’eventuale doppia tassazione che ti genera (e genera anche in noi) dei dubbi più che legittimi.