ETF sulla difesa
Afflussi record anche sugli ETF difesa più recenti (www.risparmioggi.it)

Il rialzo delle azioni europee del settore difesa è sotto agli occhi di tutti. Con il lancio del piano di Re-Arm da parte dell’Unione Europea e le previsioni di un consistente incremento delle commissioni militari, i colossi europei del comparto hanno ulteriormente rafforzato la loro performance. Parallelamente anche gli ETF che consentono di posizionarsi sulla difesa hanno incrementato i loro rendimenti sfruttando gli afflussi record.

Il trend è chiarissimo: enormi masse di liquidità si stanno indirizzando verso gli ETF sulla difesa tanto da arrivare ai situazioni da record per quei fondi che, seppure da poco quotati, sono stati già capaci di incrementare il loro patrimonio. Certo ci sono sfumature tra gli ETF più calibrati sulle azioni europee della difesa e quelli che invece hanno un posizionamento più globale ma, vivendo in un’epoca di generalizzata tensione geopolitica, sono gli strumenti finanziari passivi incentrati sull’industria delle armi a godere di enorme visibilità.

Dove si stanno concentrando gli afflussi tra gli ETF difesa

ETF storici che investono su settore difesa e fondi viceversa da poco quotati in borsa sembrano proprio avere lo stesso destino: l’aumento sistemato degli afflussi.

Tra gli ETF che, da mesi, si sono presi la scena ci sono strumenti come WisdomTree Europe Defence, VanEck Defense, HANetf Future of Defence, HANetf Future of European Defence, iShares Global Aerospace & Defence Global X Defence Tech e Invesco Defence Innovation.

In particolare WisdomTree Europe Defence pur essendo stato lanciato solo ad inizio marzo ha già raccolto oltre 1,8 miliardi di euro.

A prescindere dai singoli prodotti (per conoscere il loro andamento è sufficiente dare un occhio alle rispettive schede sui siti specializzati), la regola generale è che più un ETF è focalizzato sulla difesa, maggiore è la sua capacità di intercettare gli afflussi. E così un fondo come iShares Global Aerospace & Defence con esposizione parziale al tema, rende il 18% da inizio 2025 mentre il più focalizzato VanEck Defense sta rendendo oltre il 33%.

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La spinta agli ETF arriva dalle azioni della Difesa

Dietro il forte afflusso di liquidità verso gli ETF difesa, c’è il rally dei principali player del settore. Senza andare troppo lontano è sufficiente dare un occhio alle azioni Leonardo. Il colosso della difesa guidato da Profumo scambia in area 53 euro, il 21% in più rispetto ad un mese fa e addirittura il 102% in più nel raffronto con il valore di inizio anno.

Leonardo è ovviamente in buona compagnia visto che le azioni Rheinmetall in appena tre mesi hanno raddoppiato il loro valore mentre altri competitors come Thales e Bae Systems si sono apprezzate del 40%.

I numeri non hanno bisogno di grandi interpretazioni perchè parlano da soli: le big europee del settore si sono apprezzate molto di più rispetto all’indice MSCI Europe negli ultimi mesi.

Si tratta, però, di capire se le quotazioni attuali dei colossi della difesa sono o no eccessive e quindi se è il caso di pensare ad un ingresso oppure, al contrario, se sia meglio attendere un ritracciamento. In media le azioni europee del settore difesa sembrano essere diventate troppo care anche se, in fin dei conti, a fare da discriminante saranno le commesse che le varie Leonardo, Thales, Bae e compagnia potrebbero aggiudicarsi nei prossimi mesi grazie proprio al piano di riarmo dell’Unione Europea.

Di sicuro posizionarsi sulle azioni della difesa è utile in termini di gestione del portafoglio perchè la correlazione media tra gli ETF che permettono di posizionarsi su questo tema e il mercato è vicina a 0,50 e presenta un BETA più basso di uno. Ciò significa che gli asset del comparto possono essere utili per diversificare la componenti più rischiose.

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Enormi margini di crescita per il settore difesa europee

Le scelte di investimento guardano sempre al futuro e quello del settore europeo della difesa è a dir poco promettente. Del resto alcuni analisti militari di primo piano, riferendosi ai piano Re-Arm dell’Unione Europea, hanno affermato che esso non un maxi progetto di riarmo ma il primo vero piano di difesa dell’UE!

Nulla di cui meravigliarsi perchè tutti i paesi dell’UE, chi più e chi meno, sono in ritardo rispetto alle altre potenze militari e quindi sono per forza di cose destinati ad aumentare nei prossimi cinque anni la loro spesa per la difesa con il risultato che tutta la spesa globale per gli armamenti non potrà che salire. Parlando di numeri, entro la la fine del 2025 perlomeno 20 paesi membri europei della Nato dovrebbero raggiungere il target di spesa per la difesa del 2% del loro PIL. Più spesa significa più commesse per le società del settore e quindi tanta ulteriore visibilità per i titoli convolti e di riflesso anche per gli ETF.

Cosa puoi fare adesso?

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