Il taglio dei tassi FED nella riunione FOMC del 16-17 settembre 2025 è dato per assodato dagli analisti ed è da tempo già prezzato dal mercato. 25 punti base di riduzione del costo del denaro è l’ipotesi prevalente con margine di discussione solo attorno a quello che potrebbe accadere nelle prossime riunioni di politica monetaria del 2025. In un contesto in cui una decisione differente ha probabilità quasi nulle, gli investitori dovrebbero prendere atto di quello che è un dato di fatto e comportarsi di conseguenza. Proprio in quest’ottica nasce questa dedicata agli ETF da comprare in vista del taglio dei tassi FED.
Considerando che all’appuntamento con il FOMC mancano ancora un pò di giorni e che, al netto di notizie imprevedibili, lo scenario sarà quello teorizzato dalla view dominante, meglio agire per tempo e individuare quei settori che per primi potrebbero beneficiare del primo taglio dei tassi FED dopo anni.
Small cap, società tech, edilizia e comparto immobiliare stanno già scaldando i motori in attesa della riunione FED del 16-17 settembre. Gli ETF restano lo strumento più pratico e alla portata di tutti per cavalcare questo possibile trend.
Indice
4 ETF da comprare prima del taglio dei tassi FED: uno per settore “caldo”
Un ETF per ognuno dei quattro settori che abbiamo citato in precedenza per un totale di 4 ETF complessivi. Tutti con lo stesso minimo comun denominatore: essere a proprio agio in un contesto caratterizzato dal rialzo del costo del denaro. E’ questo il filo conduttore che tiene assieme fondi a gestione passiva che altrimenti avrebbero davvero poco a che spartire tra di loro:
- Invesco EQQQ Nasdaq-100 UCITS (EQQQ) per quello che riguarda il settore tech
- iShares US Property Yield UCITS (IUSP) per quello che riguarda il comparto immobiliare
- Amundi Russell 2000 UCITS ETF EUR (RS2K) per le small cap
- Global X U.S. Infrastructure Development UCITS ETF USD Accumulating (PAVE) per il comparto edilizia e infrastrutture.
Nei prossimi paragrafi li analizzeremo uno per uno descrivendole le caratteristiche e le potenzialità in vista proprio del taglio dei tassi FED nel meeting di settembre della banca centrale Usa.
Prima di procedere una risorsa in regalo per tutti i lettori: l’ebook gratuito con gli ETF a maggiore potenziale di crescita nei prossimi anni. Frutto delle rilevazioni degli esperti di XTB, contiene tanti potenziali spunti per tutti i tipi di investitori. Se non hai ancora il tuo, puoi scaricarlo da qui gratis.
ETF tecnologia pronti a cavalcare il taglio dei tassi FED: EQQQ ben posizionato
Prima di parlare di “nomi” è bene avere ben chiari i meccanismi per cui se i tassi di interesse iniziano ad abbassarsi, il titoli del comparto tech sono tra i primi a trarne giovamento. Come sempre ad entrare in gioco sono rapporti di correlazione: con tassi bassi, le previsioni di utile a lungo termine sono destinate migliorare. Non solo ma costo del denaro più basso significa anche credito più facile per tutte le società del settore e quindi, di riflesso, più investimenti. Nel lungo termine si crea un circolo vizioso positivo che porta all’espansione del giro d’affari e quindi rendimenti più alti della media. In quanto “growth”, le azioni del settore tech sono pronte a sfruttare il taglio dei tassi FED.
Il modo più immediato per sfruttare questo trend senza scervellarsi con la selezioni dei singoli titoli, è puntare su ETF quando più trasversale possibile come l’Invesco EQQQ Nasdaq-100 UCITS (ISIN IE0032077012). Questo fondo replica semplicemente l’indice Nasdaq 100 che ingloba, in blocco, 100 titoli azionati del settore tecnologico. Molto accessibile (il TER è di appena lo 0,3%) e altrettanto liquido (oltre 9.000 milioni di dollari AUM) ha tutto il gotha del comparto tech in prima linea (NVIDIA e Microsoft i primi pesi). Rendimenti stabili da inizio anno ma +22% su base annua.
👉🏻 COMPRA L’ETF EQQQ SU XTB SENZA COMMISSIONI
Anche gli ETF sull’immobiliare attendono il taglio dei tassi FED: focus su IUSP
Il secondo settore che è pronto a cavalcare il primo ribasso del costo del denaro Usa è quello immobiliare. In questo caso il rapporto di correlazione è ancora più immediato: tassi bassi uguale riduzione del costo del finanziamento quindi minori costi per gli investimenti.
Le azioni del settore immobiliare Usa per molti investitori italiani sono argomento ostico. Da qui la preferenza verso i più trasversali ETF come l’iShares US Property Yield UCITS (ISIN IE00B1FZSF77) che segue l’indice FTSE EPRA/NAREIT United States Dividend+. Anche la denominazione di questo paniere può sembrare “arabo” agli investitori poco pratici del settore. settore. Senza dilungarci più di tanto si tratta di un indice che segue le società immobiliari e i Real Estate Investment Trust (REIT) americani con un rendimento da dividendi previsto a un anno di almeno il 2%. 94 partecipazioni, 520 milioni di dollari di AUM e un TER dello 0,4% sono le caratteristiche fondamentali dell’ETF IUSP. Il fondo è anche a buon prezzo essendo il rendimento da inizio anno calato del 9% (-6% quello anno su anno). In questo caso, quindi, lo scontato taglio dei tassi FED potrebbe fungere proprio da catalizzatore per una ripresa.
👉🏻 ETF IUSP DISPONIBILE SU XTB SENZA COMMISSIONI
Gli ETF small cap pronti a sfruttare le decisioni della FED: RS2U in pole position
L’andamento delle azioni small cap è direttamente connesso alla dinamica dei tassi FED. A dirlo sono i precedenti storici: ogni qualvolta c’è stata una riduzione del costo del denaro da parte della Federal Reserve, il comparto delle small cap ha sovraperformato il mercato.
Essendoci una marea di small cap, il modo più immediato per esporsi è con un ETF come Amundi Russell 2000 UCITS ETF EUR (ISIN RS2K). Il fondo traccia l’Indice Russell 2000 che a sua volta ingloba ben 2000 società a piccola capitalizzazione statunitensi. Niente distribuzione di dividendi, TER dello 0,35% e masse per 780 milioni di dollari, l’ETF RS2U da inizio anno ha perso il 4,8% ma anno su anno è positivo per il 9,4%.
ETF edilizia alle prese con il costo del denaro più basso: spunti su PAVE
E per finire c’è il comparto dell’edilizia e delle infrastrutture. Anche in questo caso la correlazione con il taglio dei tassi FED e il beneficio potenziale che ne consegue è di facile comprensione anche per i trader alle prime armi. Con il costo del denaro che cala, finalmente tante opere infrastrutturali potrebbero essere sbloccate. Attenzione però a non dare per assodato il rapporto di causa/effetto perche gli Stati Uniti sono alle prese con la zavorra del debito enorme e non è detto che Trump abbia mani così libere.
Detto ciò su Borsa Italiane e, più in generale, in Europa non sono disponibili ETF che replicano edilizia Usa. Sono disponibili fondi tematici globali e soprattutto ETF sulle infrastrutture europee, ma non prodotti focalizzati solo sugli Stati Uniti. Per gli investitori con approccio speculativo non è un problema perchè comunque, quando si ha a che fare con fondi non disponibili per l’Europa (quindi privi del suffisso UCITS) c’è sempre l’alternativa rappresentata dai CFD su ETF. Strumenti a leva, permettono di ampliare la portata dell’operazione speculando al rialzo o al ribasso. I Contratti per Differenza, per loro natura, sono molto più rischiosi degli ETF e per questo non adatti a tutti i profili di investitore. E allora meglio ripiegare su un ETF più largo ma disponibile anche per gli investitori europei come il Global X U.S. Infrastructure Development UCITS ETF USD Accumulating (ISIN IE00BLCHJ534). Il fondo replica l’indice Indxx U.S. Infrastructure Development che comprende le società attive nel settore delle infrastrutture (ma non c’è il focus sull’edilizia). L’ETF PAVE da inizio anno presenta un rendimento del 2% ma è anno su anno che ha molto da dire con un secco +20%.
Come investire in ETF senza commissioni con XTB

Di modi per comprare ETF ce ne sono tantissimi. Soprattutto negli ultimi anni sono cresciute le piattaforme che offrono la possibilità di entrare su questo mercato. In molti casi, però, la proposta di fondi si riduce ai più importanti e, spesso, le condizioni per l’acquisto non sono convenienti a causa della presenza di costi e commissioni di ogni tipo.
In questa guida abbiamo fatto riferimento agli ETF senza commissioni. A proporli sono vari broker tutti di primo livello che, tuttavia, concentrano questa proposta solo su alcuni fondi selezionati. XTB (qui la recensione), invece, adotta una politica aziendale diversa che è alla base della sua popolarità anche in Italia: zero commissioni per un volume mensile fino a 100.000€, poi scatta un costo dello 0,2%, minimo 10€). Stesse condizioni, tra l’altro, vengono applicate anche sulle azioni.
Ma i vantaggi di XTB quando si parla di ETF non si fermano qui:
- possibilità di aggirare l’eventuale alto costo di ingresso grazie al frazionamento con gli ETF frazionati
- disponibilità anche dei CFD su ETF per speculare a leva e sugli ETF non UCITS
- piani di accumulo in ETF (i PAC di XTB partono da 15€)
- conto demo gratis per fare pratica senza correre il rischio di perdere soldi veri
👉🏻 MAGGIORI INFORMAZIONI SULL’OFFERTA ETF DI XTB CON TUTTE LE CONDIZIONI
Seguici su Telegram! Iscriviti qui
Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità sull’utilizzo delle informazioni riportate.