Con la delibera n. 23656 del 30 luglio 2025, la CONSOB definisce in modo puntuale gli obblighi di comunicazione per i fornitori di servizi di crowdfunding (CSP). Le nuove regole, emanate nell’alveo del Regolamento (UE) 2020/1503 e del regolamento CONSOB n. 22720 del 1° giugno 2023, entreranno in vigore il 29 settembre 2025 e mirano a rendere omogenea, tempestiva e confrontabile la reportistica verso l’Autorità.
Nuovi obblighi CONSOB crowdfunding: cosa prevede la delibera 23656/2025
La delibera, adottata a valle di una consultazione di mercato e previa interlocuzione con la Banca d’Italia, introduce uno schema informativo standard che i CSP dovranno rispettare per inviare dati, notizie, atti e documenti alla CONSOB. L’impianto copre l’intero ciclo di vita delle offerte pubblicate sulle piattaforme, i momenti di variazione delle condizioni autorizzative e gli elementi essenziali contenuti nella scheda con le informazioni chiave sull’investimento (KIIS).
Il fine è duplice: rafforzare la trasparenza verso l’Autorità di vigilanza e creare una base dati coerente per monitorare rischi, tendenze e comportamenti del mercato.
Obblighi CONSOB crowdfunding: i tre punti chiave degli obblighi informativi
Andiamo ora a vedere i punti di riferimento relativi agli obblighi informativi.
- Dati strutturati sulle offerte
I CSP dovranno trasmettere dataset completi sulle offerte pubblicate e concluse nell’anno di riferimento. Rientrano, a titolo esemplificativo, informazioni su identificativi e caratteristiche delle offerte, importi raccolti, esiti, revoche, composizione degli investitori (professionali/non sofisticati), remunerazioni percepite dal fornitore e presenza di garanzie nei prestiti. È prevista una cadenza annuale, con invio entro fine gennaio dell’anno successivo, attraverso il portale indicato dall’Autorità.
- Comunicazioni sulle modifiche rilevanti dell’autorizzazione
Qualsiasi cambiamento che incida in modo sostanziale sul perimetro autorizzativo dovrà essere notificato alla CONSOB con tempistiche predefinite. A titolo indicativo: variazioni di denominazione e sedi, composizione degli organi societari e delle funzioni di controllo, nuovi servizi o attività accessorie, operatività transfrontaliera, strategie di marketing, politiche di selezione delle offerte, gestione dei conflitti di interesse e procedure di trattamento dei reclami. L’obiettivo è assicurare che l’Autorità disponga sempre di un profilo aggiornato di ciascun CSP.
- Estrazione strutturata di dati dal KIIS
Al momento della trasmissione del KIIS, i CSP dovranno fornire un set di campi standardizzati (in formato strutturato) relativi al progetto e allo strumento offerto: caratteristiche economiche dell’operazione (obiettivo, massimo, prezzi/tassi, scadenze), costi per gli investitori, dati sintetici sul titolare del progetto e, per il lending, metriche come tassi nominali, durata e misure di mitigazione del rischio. Per i CSP che offrono la gestione di portafogli di prestiti, sono richiesti anche indicatori di profilo e categorie di rischio (pesi, tasso medio, default).
Scadenze, adempimenti e checklist per arrivare pronti al 29 settembre 2025
Quando parte l’obbligo? Le disposizioni decorrono dal 29 settembre 2025, con invii periodici e scadenze specifiche (ad esempio, il flusso annuale sulle offerte entro fine gennaio).
Cosa fare subito?
- Mappare i dati: individuare nei sistemi interni tutti i campi richiesti (offerte, investitori, costi, performance, reclami) e colmare i gap.
- Normalizzare i formati: predisporre estrazioni machine-readable coerenti con i tracciati previsti (es. file strutturati) e testarne la qualità.
- Automatizzare il flusso: implementare job periodici di raccolta, validazione e conciliazione dati per rispettare le tempistiche senza interventi manuali.
- Aggiornare le procedure: allineare policy su selezione delle offerte, conflitti di interesse, reclami, verifica degli investitori e limiti per non sofisticati, includendo versioning, audit trail e responsabilità.
- Governance e controlli: assegnare ruoli chiari (IT, compliance, risk, data owner) e istituire controlli di secondo livello sia sui contenuti sia sulle scadenze.
- Formazione e comunicazione: istruire i team interni e i partner esterni (es. fornitori tecnologici) sulle nuove tassonomie e sul calendario di invio.
I vantaggi attesi riguardano una reportistica uniforme eleva la comparabilità tra piattaforme, migliora la supervisione dei rischi e, nel medio termine, favorisce maggiore fiducia degli investitori, con effetti positivi sulla qualità dei progetti finanziati.
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